Un'azienda olandese sta studiando se si possono far nascere i bambini nello spazio

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di Gianmarco Bonomo

16 Novembre 2023

Un'azienda olandese sta studiando se si possono far nascere i bambini nello spazio

Quando si parla di esplorazione dello spazio, subito immaginiamo grandi navicelle spaziali e colonie su altri pianeti. Un argomento al quale non pensiamo, nonostante sia importantissimo, riguarda invece la procreazione umana nello spazio. Della questione vuole occuparsi una startup olandese, SpaceBorn United, che intende affrontare i nodi pratici ed etici della sopravvivenza umana su altri pianeti. Vediamo come!

Procreare nello spazio è un problema complesso

Procreare nello spazio è un problema complesso anche limitandosi alla biologia, ma in più coinvolge questioni etiche, mediche e tecnologiche. Secondo il CEO di SpaceBorn United Egbert Edelbroek, la procreazione naturale nello spazio è impossibile. Un processo del genere sarebbe minacciato da radiazioni spaziali e possibili alterazioni nello sviluppo embrionale in assenza di gravità. Almeno in questo momento storico, non abbiamo conoscenze e tecnologie adatte per far sì che ciò avvenga.

Eppure, la startup olandese sta comunque tentando alcune strade che potrebbero risolvere il problema della riproduzione in orbita, o in future colonie umane. SpaceBorn United si sta concentrando principalmente sulla fecondazione in vitro nello spazio, e ha iniziato utilizzando i topi. Nei loro laboratori, gli scienziati hanno sviluppato un dispositivo per attuare una fecondazione in vitro nello spazio e superare gli ostacoli legati alla mancanza di gravità.

Come creare l’ambiente perfetto per la procreazione nello spazio

Come creare l’ambiente perfetto per la procreazione nello spazio

SpaceBorn United/Youtube

Il passo successivo è quindi inviare gli embrioni nello spazio o, meglio, inviare nello spazio il dispositivo per la fecondazione in vitro e le cellule. In questo modo, SpaceBorn United vuole riuscire nella procreazione in orbita. Ma come funziona un dispositivo del genere?

Secondo le descrizioni fatte dalla startup olandese, si tratta di un dispositivo grande quanto un CD che utilizza tecnologie microfluidiche per miniaturizzare tutto l’apparato necessario alla IVF. Una volta inviato nello spazio, il disco dovrà ruotare per simulare gli effetti della gravità terrestre sulle diverse camere contenenti spermatozoi e ovuli. Inoltre, sarà possibile programmare sul disco il processo di procreazione, in modo da poter assistere a una fecondazione autonoma nello spazio. Alla fine del processo l’embrione risultante verrà congelato per garantirne la stabilità durante il ritorno sulla Terra. Il rischio sarebbe un’eccessiva esposizione a vibrazioni e forze gravitazionali.

Davvero si può procreare nello spazio? Ricerca ed etica del futuro

Davvero si può procreare nello spazio? Ricerca ed etica del futuro

Freepik

Il primo lancio di cellule è previsto entro la fine del 2024, e già da lì sarà possibile trarre conclusioni più certe sulla fattibilità della procreazione nello spazio. Almeno, con le tecnologie attuali sviluppate da SpaceBorn United. L’obiettivo a lungo termine è ovviamente quello di produrre embrioni umani, ma qui ci si scontra con problemi etici e morali. Un conto è sperimentare sui topi, e anche su questi non tutti sono d’accordo, un conto è inviare nello spazio embrioni umani. Lo stesso Edelbroek riconosce come l’argomento sia delicato, motivo per il quale la ricerca sta esplorando le possibilità della fecondazione dei topi. D’altronde, come il CEO della startup rimarca, il progetto potrebbe essere più importante di quanto pensiamo. Qual è il senso di preparare nei minimi dettagli una futura colonia su Marte, se non pensiamo anche a come riprodurci lì? E, almeno su questo punto, potrebbe non avere tutti i torti.