Sembra un animale mitologico ma è esistito davvero: vi presentiamo il "maiale infernale"
Le creature "infernali" sono soltanto un'invenzione della fantasia? Non proprio: in passato esisteva un essere piuttosto inquietante che ancora oggi viene chiamato proprio così. Ecco come viveva e tutte le caratteristiche di questo animale estinto.
Chi erano i maiali infernali?
Max Bellomio/Wikimedia commons - CC BY-SA 4.0
Viene chiamato "maiale infernale", ma il suo nome per la scienza è entelodonte. Nonostante non esista più sulla Terra, una volta solcava il nostro suolo senza avere la possibilità di terrorizzarci, dal momento che non è stato un contemporaneo dell'essere umano. Anche se nessuno, quindi, l'ha mai incontrato, questa creatura non appartiene alla mitologia o qualche leggenda legata agli inferi: è esistito davvero. A testimoniarlo sono i reperti fossili che raccontano la sua morfologia, le sue abitudini e la sua dieta. Partiamo dal suo nome: entelodonte è un nome scientifico affibbiato a un'intera famiglia estinta, che comprendeva animali primitivi e di grandi dimensioni. Il termine "maiale" potrebbe trarre in inganno e far pensare che queste creature fossero gli antenati dei suini moderni: sbagliato.
I maiali infernali sono imparentati con le balene e gli ippopotami, nonostante il loro aspetto sia molto diverso. Queste creature apparvero durante l'Eocene e l'Oligocene, circa 38-16 milioni di anni fa , e si svilupparono in Mongolia, per poi estendersi in Asia, Europa e America Settentrionale, fino all'estinzione stimata tra i 19 e i 16 milioni di anni fa. Sembra che il loro habitat preferito fossero i boschi, ma anche le pianure alluvionali. Le loro dimensioni erano massicce, anche negli esemplari meno imponenti: il peso minimo era infatti di 50 kg, ma i più grandi arrivavano a circa 900 kg, con una lunghezza di circa due metri e 1,8 metri di altezza.
Caratteristiche dei maiali infernali: struttura e alimentazione
Heinrich Harder (1858-1935) - The Wonderful Paleo Art of Heinrich Harder/Wikimedia commons - Public Domain
Tra le specie più conosciute di questa famiglia c'è l'Archaeotherium, che era diffuso principalmente nell'America occidentale del Nord. Soltanto il cranio di questi animali, spesso sproporzionato rispetto al resto del corpo, poteva raggiungere un metro di lunghezza e l'analisi della dentatura fa pensare che fossero in grado di rompere persino le ossa. Proprio questa caratteristica, unitamente al loro aspetto enorme, ha fatto guadagnare a queste creature il nome di "maiali infernali". I reperti rinvenuti hanno suggerito che fossero abituati a lottare fra loro, date le cicatrice riportate e profonde anche due centimetri. Durante i combattimenti, si ritiene che un esemplare riuscisse a infilarsi in bocca l'intera testa di un altro, ma la struttura ossea del muso era in grado di tutelare naso e occhi durante questi feroci scontri.
Nonostante tuttavia, la dentatura capace di distruggere qualsiasi cosa, questi animali non erano prettamente carnivori: si ritiene infatti che fossero onnivori e nella loro dieta era compresa la vegetazione, tra cui foglie e frutta, ma anche uova, che venivano masticati con i denti posteriori dalla forma piatta. Alcuni esperti suggeriscono inoltre che potrebbero non essere stati dei predatori, sebbene ne vantasse tutte le caratteristiche: il maiale infernale, probabilmente, si limitava a raccogliere i frutti della predazione di altri animali, facendoli allontanare con un atteggiamento minaccioso dalle carcasse catturate.
Perché i maiali infernali si sono estinti?
Charles R. Knight/Wikimedia commons - Public Domain
Tuttavia, queste maestose caratteristiche sono state acquisite con l'evoluzione: i primi esemplari erano infatti più "minuti", ma nel tempo hanno sviluppato mascelle più forti, zanne più affilate e dimensioni più ampie. Inoltre, possedevano delle "flange" sulle guance, delle sporgenze ossee di cui non si conosce con precisione lo scopo. Sulla colonna vertebrale era visibile una gobba pronunciata, simile a quella del bisonte moderno e potenzialmente formata da grasso, una sorta di riserva energetica per periodi ostili. Alle estremità delle zampe presentavano gli zoccoli, che permetteva loro di sorreggere i robusti corpi e muoversi sui terreni impervi. Gli occhi posizionati nella parte superiore del cranio consentiva ai maiali infernali di avere un vasto campo visivo, che insieme all'olfatto particolarmente sviluppato li rendeva dei perfetti onnivori.
A condurli all'estinzione dopo un lungo periodo di evoluzione sono stati probabilmente diverse concause, fra cui il mutamento degli ecosistemi e il cambiamento climatico, oltre alla competizione con i nuovi predatori. Gli entelodonti, infatti, erano animali probabilmente aggressivi e molto territoriali, che tendevano a difendere i propri habitat da possibili rivali. Si pensa, inoltre, che vivessero in piccole mandrie e nuclei famigliari ristretti, anche se si hanno poche informazioni sulla loro organizzazione sociale. In definitiva, questi mammiferi preistorici sono parenti di alcune specie moderne, ma non sono gli antenati diretti di nessun animale di oggi. Non erano gli unici esseri spaventosi che albergavano il pianeta in quel periodo: sulla Terra vagavano anche gli anficionidi, ovvero i "cani-orso", predatori davvero temibili.
Non sarebbe stata una pacifica convivenza quella con gli esseri umani, che fortunatamente sono sopraggiunti in seguito alla loro estinzione. Sei d'accordo?