L'imperatore romano transgender che voleva essere donna: museo inglese gli riconosce il pronome "lei"
Un imperatore romano era transgender, secondo un museo inglese: un termine coniato nel presente ma che sarebbe stato realtà già quasi duemila anni fa. Scopriamo di più.
L'uso del pronome che rispecchia l'identità di genere già nell'Antica Roma
José Luiz/Wikimedia commons - CC BY-SA 4.0
Il termine "transgender" si rivolge a coloro il cui genere identitario è diverso da quello assegnato alla nascita. In altre parole, sperimentano una discrepanza tra il genere che sente suo e quello biologico. Molte persone transgender attraversano processi di transizione per allineare la loro espressione di genere con la loro identità di genere, che possono includere terapie ormonali, interventi chirurgici e cambiamenti sociali, compreso il nome e il pronome con cui si riferiscono a se stesse.
Se in passato non era possibile optare per un cambiamento fisicamente concreto, il discorso legato al cambio del pronome potrebbe non essere affatto una novità del presente: secondo il North Hertfordshire Museum, Regno Unito, l'imperatore romano Marcus Aurelius Antoninus, meglio conosciuto come Eliogabalo, che regnò dal 218 fino al 222, era transgender. Per questo motivo, lo stesso museo intende riferirsi all'imperatore utilizzando il pronome "lei". Durante le sue esposizioni, infatti, desidera parlare dei personaggi con i pronomi che "l’individuo in questione potrebbe aver usato per se stesso". Ed Eliogabalo, preferiva decisamente il pronome lei, fin da quando, nel periodo dell'adolescenza, si identificò come una donna ma senza riuscire a trovare un medico in grado di renderlo tale a tutti gli effetti.
Eliogabalo, l'imperatore transgender
PHGCOM/Wikimedia commons - Public Domain
Il museo conserva una moneta risalente al periodo del regno di Eliogabalo, imperatore di Roma dai 14 anni fino al 222 d.C., quando perse la vita per mano altrui a soli 18 anni. Proprio questo reperto è stato esposto durante mostre che affrontavano il tema LGBTQ. Keith Hoskins, consigliere liberaldemocratico e membro esecutivo per le arti presso il North Herts Council, ha dichiarato: “Elagabalus preferiva decisamente il pronome lei e, come tale, questo è qualcosa su cui riflettiamo quando discutiamo di lei in tempi contemporanei. Cerchiamo di essere sensibili nell'identificare i pronomi per le persone del passato, come lo siamo per le persone del presente. È solo educato e rispettoso. Sappiamo che Eliogabalo si identificò come donna e fu esplicito su quali pronomi usare, il che dimostra che i pronomi non sono una cosa nuova."
Tuttavia, non tutti gli storici concordano sul fatto che l'imperatore desiderasse essere chiamato signora e sull'interpretazione dei testi classici consultati. Il senatore e storico greco-romano Cassio Dione, che pubblicò ottanta volumi sulla storia dell'Antica Roma, scrisse che Eliogabalo, suo contemporaneo, appuntò un amante dicendo "Non chiamarmi Signore, perché sono una signora". Nonostante questo, alcuni esperti ritengono si tratti di una diffamazione, dal momento che Dione seguì l'imperatore succeduto a Eliogabalo, Severo Alessandro, tentando forse di giustificare l'assassinio del suo predecessore.
Secondo il professore di lettere classiche Andrew Wallace-Hadrill, Cambridge, "i romani non avevano la nostra idea di 'trans' come categoria. Usavano l'appellativo 'donna' come uno dei peggiori insulti contro gli uomini”, sottolineando inoltre il potenziale elemento razzista nei confronti dell'imperatore, che era di origine siriana e non romana.
L'imperatore romano Eliogabalo voleva davvero essere donna?
ho visto nina volare from Italy - Napoli, museo archeologico/Wikimedia commons - CC BY-SA 2.0
Il museo si consulta regolarmente con l'associazione LGBTQ+ e Stonewall per sincerarsi che le proprie mostre, discorsi e manifestazioni siano "quanto più aggiornati e inclusivi possibile”. Stando ancora alle parole di Cassio Dione, Eliogabalo si sposò cinque volte, quattro delle quali con donne e una con l'ex schiavo e trasportatore di carri Hiercoles. Fu proprio in questa occasione, scrive il senatore, che "fu dato in matrimonio e fu chiamato moglie, amante e regina".
La professoressa di lettere classiche dell'Università di Cambridge Shushma Malik ha però spiegato che, sebbene i romani conoscessero la fluidità di genere, "Gli storici che utilizziamo per cercare di comprendere la vita di Eliogabalo erano estremamente ostili nei suoi confronti, e quindi le loro parole non possono essere prese per oro colato. Non abbiamo alcuna prova diretta dallo stesso Eliogabalo delle sue stesse parole. Ci sono molti esempi nella letteratura romana dell'epoca in cui il linguaggio e le parole effeminati venivano usati come un modo per criticare o indebolire una figura politica. I riferimenti a Eliogabalo che indossa trucco, parrucche e si toglie i peli del corpo potrebbero essere stati scritti per indebolire l'impopolare imperatore."
Non abbiamo la certezza, dunque, che l'imperatore fosse un transgender o se si trattasse di un tentativo per screditarlo. Nel dubbio, tuttavia, anche se Marco Aurelio Antonino non appartiene al mondo moderno, potrà ricevere il diritto all'inclusività di cui difficilmente ha potuto beneficiare quando era in vita