Stazione Spaziale Internazionale verso la fine, progetto NASA da un miliardo di dollari per demolirla
La ISS, Stazione Spaziale Internazionale, ospita gli astronauti in orbita intorno alla Terra, ma la NASA sta progettando un metodo sicuro per eliminarla. Vediamo qual è il progetto nel dettaglio.
La Stazione Spaziale Internazionale è prossima alla fine
NASA/Crew-2/Public Domain
La ISS è un avamposto spaziale in orbita intorno al nostro pianeta, che si trova a circa 400 chilometri sopra la superficie terrestre. Si tratta del risultato di una collaborazione internazionale tra diverse agenzie spaziali, inclusa la NASA degli USA, la Roscosmos della Russia, la ESA dell'Europa, la JAXA del Giappone e la CSA del Canada. La struttura della ISS è composta da moduli interconnessi, che forniscono spazi abitabili, laboratori scientifici e supporto vitale. Il suo scopo è fornire una piattaforma per la ricerca scientifica in un ambiente di microgravità e ha ospitato numerosi esperimenti in vari campi.
Gli astronauti vivono e lavorano a bordo della Stazione conducendo ricerche, effettuando osservazioni della Terra e partecipando a attività extraveicolari per la manutenzione e l'aggiornamento della struttura. Nonostante abbia contribuito significativamente alla comprensione delle condizioni di vita nello spazio e allo sviluppo di tecnologie spaziali avanzate, sembra essere prossima a terminare il suo ciclo vitale. Alla stregua dei missili e dei satelliti inviati in missione nello spazio, anche la ISS ha una data di scadenza entro la quale terminerà il suo importantissimo lavoro: nel 2030, infatti, verrà distrutta, ma questo richiede una procedura altamente complicata.
Il progetto della NASA per demolire la Stazione Spaziale Internazionale
NASA - Public Domain
Se tutto ha un inizio e una fine, persino le cose più importanti, questo vale anche per la ISS, attiva da quasi venticinque anni. Sarà la NASA a occuparsi della sua deorbitazione, dato che tra pochi anni non esisterà più. Le dimensioni della stazione, che misura 109 metri di larghezza per e 73 di altezza, per un totale di 450 tonnellate di peso, rendono il processo di smantellamento davvero molto impegnativo, dato che difficilmente può essere completamente vaporizzata durante il suo ritorno verso il pianeta, al contrario di quanto accade per altri veicoli spaziali. Per evitare che la ISS precipiti schiantandosi sulla Terra, è necessario sviluppare un sistema alternativo.
La NASA ha quindi trovato la soluzione: spedire un veicolo spaziale in grado di agganciarsi alla ISS e trasportarla nell'Oceano Pacifico meridionale. Questa operazione avrà un costo di circa un miliardo di dollari. Per progettare questo rimorchiatore spaziale, la NASA si è rivolta all'industria aerospaziale statunitense. Verrà dunque costruito il "US Deorbit Vehicle", "che si concentra sull’attività finale di deorbita. Si tratterà di un nuovo progetto di veicolo spaziale o di una modifica di un veicolo spaziale esistente che deve funzionare durante il suo primo volo e avere sufficiente ridondanza e capacità di recupero dalle anomalie per continuare il processo critico di deorbita. Come per qualsiasi sforzo di sviluppo di queste dimensioni, l’USDV impiegherà anni per svilupparsi, testarsi e certificarsi” ha precisato l'agenzia.
Nonostante la ISS abbia ancora diversi anni davanti a sé, la progettazione del suo trasportatore deve quindi essere avviata per avere il tempo di apportare modifiche ed eseguire tutti i test necessari alla riuscita della missione di deorbitazione.
La ISS finirà sul fondo dell'oceano, USA resta il leader dello spazio
NASA/Tom Buzbee/Wikimedia commons - Public Domain
Il piano precedente della NASA prevedeva l'utilizzo di numerosi veicoli spaziali russi Progress, che agissero in sinergia per riuscire a deorbitare la ISS. Tuttavia, la coordinazione dei veicoli durante la procedura potrebbe causare imprevisti e difficoltà e gli attuali rapporti tra la Russia e gli USA hanno portato ad archiviare questa possibilità. Inoltre, a bordo della ISS alcuni hardware progettati in Russia si sono rivelati difettosi causando alcuni incidenti, ulteriore motivo per cui la NASA ha rivolto la sua attenzione verso una diversa soluzione di matrice americana.
Per avviare lo sviluppo della tecnologia, ha richiesto una sovvenzione iniziale di 180 milioni di dollari entro il 2024. L'amministratore della NASA Bill Nelson ha dichiarato: “Il finanziamento contribuirà a garantire la continua leadership degli Stati Uniti nello spazio, soprattutto mentre pianifichiamo la transizione sicura delle nostre operazioni nell’orbita terrestre bassa verso piattaforme di proprietà e gestione commerciale che continuano l’accesso e la presenza nello spazio per la ricerca, lo sviluppo tecnologico e la collaborazione internazionale."
Dunque, il destino della Stazione Spaziale Internazionale sembra essere quello di riposare sui fondali oceanici nel prossimo decennio: l'operazione per deorbitarla riuscirà ad avere successo senza imprevisti?