Coppia di vermi torna in vita dopo 46.000 anni nel ghiacciaio siberiano e inizia ad avere "figli"
Si può tornare in vita dopo essere stati congelati per migliaia di anni? Di certo è l'obiettivo di molti esseri umani, ma una coppia di vermi ce l'ha fatta. Scopriamo di più.
Nematodi, i minuscoli vermi dalle incredibili caratteristiche
Wikimedia commons/Public Domain
I phylum Nematoda, più comunemente chiamati nematodi, sono organismi diffusi in una varietà di ambienti, che possono anche diventare parassiti di piante, animali e persino esseri umani. Sono caratterizzati da corpi cilindrici e non segmentati, spesso lunghi solo pochi millimetri, ma le loro dimensioni possono variare notevolmente. Si tratta di organismi molto diversificati, con un vasto raggio di stili di vita e adattamenti. Molti sono liberi nel suolo, contribuendo a processi chiave come la decomposizione della materia organica. Il più famoso è il nematode Caenorhabditis elegans, spesso utilizzato come organismo modello nei laboratori di ricerca scientifica.
Dotati di un sistema nervoso relativamente semplice e di un tubo digerente completo, la loro ecologia è estremamente diversificata, con alcune specie adattate a vivere in ambienti estremi, come le profondità degli oceani o le sabbie del deserto. Alcuni nematodi sono infatti noti per la loro resistenza a condizioni ambientali avverse, come periodi di siccità o basse temperature: proprio quest'ultimo è il caso della coppia ritrovata congelata nel permafrost siberiano, incredibilmente tornata in vita dopo migliaia di anni trascorsi nel ghiacciaio.
Coppia di vermi congelata da 46.000 anni torna in vita: la scoperta
Plos Genetics
Anastasia Shatilovich, scienziata dell'Istituto di problemi fisico-chimici e biologici nella scienza del suolo RAS in Russia, nel 2018 ha "riportato in vita" due vermi di genere femminile rimaste intrappolate in una tana fossilizzata dell'Artico, a circa quaranta metri di profondità, un tempo rifugio scavato da roditori. La ricercatrice, in realtà, si è limitata a scongelare la coppia di nematodi, che però hanno ripreso a muoversi come nulla fosse accaduto. Un fenomeno eccezionale, che ha fornito la prova ai ricercatori di come i vermi possano restare in vita in queste condizioni estreme per un tempo incredibilmente lungo come 46.000 anni e forse molto di più. In quel periodo, infatti, era l'uomo di Neanderthal a popolare al Terra e questi nematodi erano suoi contemporanei. I due esserini rappresentano una specie di nematodi finora sconosciuta e all'epoca del congelamento sono scivolati in uno stato noto come criptobiosi, una condizione dormiente durante la quale il corpo non riceve nutrimento e il metabolismo si arresta.
Philipp Schiffer, tra gli autori dello studio svolto presso l'Istituto di Zoologia dell'Università di Colonia, Germania, ha sottolineato che l'aspetto più incredibile della scoperta riguarda proprio la durata della sopravvivenza del verme alla criptobiosi. Gli scienziati erano già consapevoli del fatto che i nematodi, che sono tra gli organismi più numerosi e onnipresenti del pianeta, potessero sopravvivere a periodi di "pausa" in habitat con temperature al di sotto delle zero, come accaduto a un'altra specie nell'antartico dopo aver dormito per venticinque anni nel muschio congelato, ma finora era stato il tempo maggiore registrato e rappresentava un record assoluto. Ma cos'è un quarto di secolo in confronto a quasi cinquantamila anni?
Dopo essere sopravvissuti 46.000 nel ghiaccio, i due vermi si sono riprodotti
Plos Genetics
Ma non è tutto, perché i vermi, una volta scongelati, hanno persino ripreso a procreare. Schiffer ha dichiarato: "Nessuno aveva pensato che questo processo potesse durare millenni, 40.000 anni o anche di più. È semplicemente sorprendente che la vita possa ricominciare dopo così tanto tempo, nella fase tra la vita e il suo termine. Tutto sembra essere possibile per questi animali ed è questo che li rende così affascinanti." Per stabilire l'età dei nematodi, i ricercatori hanno sfruttato il metodo della datazione al radiocarbonio, verificando l'epoca del campione di permafrost prelevato: tra 45.839 e 47.769 anni fa, durante il tardo Pleistocene.
Un'altra specie, in precedenza, era stata rinvenuta viva dopo aver passato quarant'anni nel deserto più arido della Terra, quello di Atacama, in Cile, ritrovata essiccata in un erbario. I limiti di sopravvivenza in ambienti estremi è di certo una prerogativa di questi minuscoli vermi, ma mai in precedenza avevano dimostrato una tale longevità.
La specie identificata nel permafrost siberiano sequenziando il genoma è stata denominata dai ricercatori Panagrolaimus kolymaensis, ispirandosi al fiume Kolyma in Russia. Una volta scongelate in laboratorio, le piccole nematodi, una specie in grado di riprodursi in autonomia, si sono rianimate e hanno quindi cominciato a procreare. Attualmente, dopo la scomparsa degli esemplari rinvenuti, gli scienziati stanno continuando a monitorare i loro "eredi" per comprendere la loro estrema capacità di sopravvivenza in ogni condizione e l'eventuale possibilità di trasmutare le medesime super doti genetiche ad altri animali in pericolo di estinzione, in vista del cambiamento climatico sempre più allarmante. Il fatto che questa specie di nematodi viva soltanto uno o due mesi, rende un po' più complicato riuscire a sequenziarne il DNA.
Teymuras Kurzchalia, professore coinvolto nello studio, ha affermato: "Il messaggio più importante o la sintesi di questa scoperta è che, in linea di principio, è possibile fermare la vita per un tempo più o meno indefinito e poi riavviarla." L'identificazione dei geni che consentono questo processo, ha aggiunto, "ci ha portato, ad esempio, a capire che non possono sopravvivere senza uno zucchero specifico chiamato trealosio. In definitiva, la criptobiosi potrebbe, forse, un giorno, essere progettata dagli esseri umani." Una prospettiva intrigante, che questi minuscoli vermi potrebbero rendere possibile: in fondo, hanno dimostrato di essere molto più adattabili e resistenti rispetto agli umani, nonostante la loro semplicità. Che ne pensi di questa straordinaria scoperta?
https://journals.plos.org/plosgenetics/article?id=10.1371/journal.pgen.1010798
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