Trovate migliaia di monete e decine di gemme in un antico sito romano italiano: è "la Pompei del Nord"
Le antiche città romane sono foriere di sorprese, ricche di storia ma anche di preziosi oggetti nascosti. In un sito dell'Italia centrale gli scavi archeologici hanno portato alla luce un'enorme quantità di gemme e monete. Scopriamo di più.
Claterna, antico sito italiano dal sapore romano
Ministero della Cultura/Siriana Zucchini, Soprintendenza Bologna
Il prezioso ritrovamento è avvenuto durante gli scavi archeologici in corso in un antico sito romano che si trova in Italia, vicino a Bologna, in Emilia Romagna: Claterna, chiamata anche la "Pompei del Nord". Proprio qui, gli archeologi sono riusciti a ritrovare ben tremila monete e cinquanta gemme preziose. Claterna ha una storia lunga circa ottocento anni, periodo durante il quale l'impero Romano occupò questa città, dal II secolo a.C. fino al VI secolo d.C. Prima ancora degli antichi romani, furono gli etruschi e successivamente i celti ad abitare questo luogo, complici le possibilità agrarie e la posizione vantaggiosa.
Qui, nel 43 a.C., in seguito alla guerra di Modena, il generale Ottaviano ottenne il titolo di Augusto conferitogli dal Senato, per poi diventare il primo, amatissimo, imperatore romano. Claterna, sorge all'incrocio della strada consolare aperta nel 187 a.C., utile al passaggio degli eserciti e rivolta verso nord. Grazie all'attività rurale il substrato raggiunse una grandezza di diciotto ettari, comprendenti un municipio, un centro amministrativo, politico ed economico, conquistando una struttura completa al termine dell'era augustea. Il tempio, la basilica civile, il mercato agricolo che occupava la piazza rettangolare, il teatro e, nella zona sud-est, sembra si ergesse un edificio termale. Non è ancora stato ritrovato l'anfiteatro, mentre case e strutture private erano disseminate fra gli isolati, con un aspetto anche molto diverso le une dalle altre, suggerendo una complessa e articolata rete di costruzioni. Le famiglie più agiate abitavano dimore molto ampie, ricche di mosaici e affreschi, mentre i ceti più modesti vivevano in abitazioni modeste e unifamiliari.
Claterna comprendeva inoltre due borghi, uno a est e uno a ovest: da un lato sorgevano le botteghe degli artigiani, dall'altro la necropoli. Dopo la fine dell'Impero Romano, la cittadina subì la crisi economica e sociale con un notevole e progressivo degrado, tanto da farla apparire distrutta. Tra il IV e il V secolo d.C. diventò un villaggi basato sull'artigianato e l'agricoltura, fino al completo abbandono durante il VI secolo. Sono proprio i moderni scavi archeologici a cercare di ricostruirne la storia e il declino, e i numerosi oggetti rinvenuti aggiungono preziosi tasselli alle sue antiche vicende.
Scoperte migliaia di monete a Claterna, "la Pompei del Nord"
Ministero della Cultura/Soprintendenza Bologna
Le 3.000 monete ritrovate dagli archeologi confermano un dato importante, ovvero che Claterna venne costruita sul finire del I secolo a.C., ma anche che fu utilizzata come luogo centrale di commercio dagli Antichi Romani e non unicamente come sosta per i pellegrini. Nella dichiarazione pubblicata dal Ministero della Cultura italiano, si legge che sui reperti ritrovati spiccano immagini di antiche divinità adorate da questa civiltà. La posizione strategica costeggia la via Emilia, che si trova tra Forum Cornelii, cioè l'attuale Imola, e le colonie romane di Bononia, ovvero Bologna. Lucia Borgonzoni, sottosegretaria di Stato italiano al Ministero della Cultura, ha dichiarato che si tratta del più grande sito archeologico non stratificato presente nell'Italia Settentrionale e proprio questo aspetto le ha fatto guadagnare il soprannome di "Pompei del Nord".
Pompei, al contrario, è situata al sud della penisola, nella regione Campania, dove si trova il famoso vulcano attivo Vesuvio. L'antica città venne ricoperta di lava in seguito all'importante eruzione del 79. d.C. Alla stregua di Claterna, le rovine ne raccontano la storia e l'organizzazione in un remoto passato. Le migliaia di monete trovate a Claterna dagli archeologi sono per la maggior parte fuse in argento e bronzo, ma tra esse spicca un pezzo davvero eccezionale: si tratta di un "quinarius", una rarissima moneta in argento prodotta nel 97 a.C. dalla Repubblica Romana. La sua raffigurazione è molto articolata e dettagliata, con la dicitura "vittoria alata" sullo scudo che poggia su un trofeo.
Monete e gemme romane a Claterna: solo il 10% del sito è stato esplorato
Ministero della Cultura/Roberto Macrì, Soprintendenza Bologna
Inoltre, la moneta riporta il "marchio" Roma, chiara prova del fatto che la cittadina subisse ampiamente l'influenza romana, oltre a essere un simbolo di testimonianza delle vittorie sul campo di battaglia. Non solo: questo importantissimo reperto ha anche confermato che l'anfiteatro ancora non ritrovato venne eretto sul finire del I secolo a.C. Claterna, quindi, era quasi certamente un centro di commercio con diretti contatti con Roma. Oltre alle tremila monete, sono state ritrovate anche le cinquanta gemme di vari colori, modellate per conferire loro la forma di antiche divinità o importanti edifici del posto. Probabilmente, esisteva un laboratorio artigianale per la loro produzione.
Finora, soltanto il dieci percento del sito è stato perlustrato dagli archeologici e gli scavi non si fermeranno. L'obiettivo è quello di riuscire e restaurare le antiche strutture per dal loro nuova vita, soprattutto al teatro, mentre il resto del posto diventerà un parco archeologico. Le future ricerche porteranno alla luce nuove scoperte e preziosi cimeli nascosti in questo antico sito, che ha visto splendere e poi precipitare l'antico Impero Romano, aggiungendo tasselli alla sua incredibile storia.