I neonati sono già predisposti all'apprendimento della lingua madre appena nati: lo studio
Quando iniziamo a imparare la nostra lingua madre? Secondo una ricerca, questo avviene ben prima della nascita, ovvero già all'interno dell'utero materno. Vediamo come.
Bambini in grembo ed esposizione agli stimoli esterni
Pixabay
La lingua che parliamo ci viene insegnata dai nostri genitori e dalle persone con cui ci rapportiamo in base al Paese in cui nasciamo. Naturalmente, nel momento in cui iniziamo a parlare articoleremo parole apprese ascoltando gli altri comunicare in una data lingua, ma a quanto sembra, nel momento in cui veniamo al mondo, il nostro cervello è già "settato" proprio su quello specifico idioma. L'apprendimento della lingua madre, secondo un recente studio, avverrebbe già all'interno dell'utero: nel momento in cui si nasce, ci si porta dietro un carico di informazioni acquisite durante i nove mesi di gestazione. Mentre il bambino si sviluppa nel grembo materno, inizia a instaurare un legame con la madre che coinvolge serie di aspetti fisici, emotivi e psicologici. Si tratta di un fenomeno complesso e unico, durante il quale il futuro nascituro è in grado di rispondere agli stimoli sonori, fra cui la voce della madre, la quale a sua volta può percepire la presenza del figlio attraverso i suoi movimenti.
Secondo alcuni esperti, gli eventi o le esperienze emotive durante la gravidanza potrebbero influenzare il bambino. Ad esempio, una madre che vive momenti di stress potrebbe trasmettere alcune reazioni emotive al feto attraverso ormoni e altri meccanismi. E per quanto riguarda il linguaggio? Gli scienziati conoscevano già la capacità di apprenderlo in modo estremamente rapido durante il primo anno dopo la nascita, ma si sono a lunghi interrogati sulla questione relativa alla fase precedente: questa ricerca ha ora scoperto se il cervello dei bambini è in grado di assimilarlo tramite l'esposizione mentre si trovano nell'utero materno.
I neonati sono già "sintonizzati" sulla lingua madre appena nati
Pexels
Secondo lo studio, i bambini appena nati sono già "sintonizzati" con la lingua a cui sono stati esposti durante la gravidanza. Le loro onde cerebrali sono apparse allineate al linguaggio materno. Benedetta Mariani, studentessa del Centro di Neuroscienze dell'Università di Padova, Italia, insieme ai suoi colleghi ha rilevato che i neonati che erano stati esposti alla lingua madre della mamma erano predisposti all'apprendimento delle parole e del linguaggio nel lungo periodo. "Questi risultati forniscono la prova più convincente fino ad oggi del fatto che l'esperienza linguistica modella già l'organizzazione funzionale del cervello infantile, anche prima della nascita" si legge nello studio.
Per condurre la ricerca, il team ha coinvolto trentatré partorienti francesi seguite dal reparto maternità dell'ospedale Robert Debré di Parigi, Francia. Tramite l'encefalografia (EEG) hanno monitorato le onde cerebrali dei bambini nel periodo compreso tra uno a cinque giorni dopo il parto. "I neonati umani acquisiscono il linguaggio con notevole facilità rispetto agli adulti, ma le basi neurali della loro notevole plasticità cerebrale per il linguaggio rimangono poco comprese. Applicando un'analisi in scala delle oscillazioni neurali per rispondere a questa domanda, mostriamo l'emergenza precoce della specializzazione del cervello per la lingua madre."
Dunque, nonostante nel primo anno di vita i bambini possano imparare qualsiasi lingua in base agli stimoli esterni, nel momento della nascita sono comunque predisposti ad apprendere la lingua della madre. L'esperienza prenatale, dunque, influisce sul futuro sviluppo del linguaggio: tra i cinque e i sette mesi di gravidanza, il bambino comincia a udire suoni e rumori provenienti dall'esterno. Non solo: ascoltare musica e melodia potrebbe contribuire alle future abilità musicali.
Apprendimento della lingua in utero: l'esperimento dello studio
Freepik
Judit Gervain, ricercatrice e professoressa presso il Dipartimento di psicologia sociale e dello sviluppo dell'Università di Padova, ha spiegato: "Negli adulti sappiamo che una serie di oscillazioni neurali o onde cerebrali svolgono un ruolo nella comprensione della parola e del linguaggio. Le onde che oscillano a frequenze diverse si allineano con i ritmi di diverse unità del parlato, come la sillaba o i singoli suoni del parlato." Questa stessa struttura cerebrale, più complessa negli adulti, è stata ricercata anche nei neonati durante lo studio, per comprendere se fosse presente in qualche forma al momento della nascita.
Stando ai risultati, sono emerse prove del fatto che l'esposizione al linguaggio materno all'interno dell'utero è in grado di modellare l'attività neuronale dei bambini e, di conseguenza, influire sul loro apprendimento di quella data lingua una volta venuti al mondo. Gli autori dello studio, durante l'esperimento, hanno fatto ascoltare ai bambini la favola "Riccioli d'oro e i tre orsi" in lingua francese, quella delle loro madri, ma anche inglese e spagnola. Applicando dieci elettrodi sul capo dei piccoli mentre dormivano, in corrispondenza delle aree associate alla percezione uditiva, hanno scoperto che quando i bambini ascoltavano la favola in francese dopo le altre due lingue, registravano un aumento delle correlazioni temporali a lungo raggio, definite LRTC, nelle oscillazioni cerebrali. Utilizzando il metodo DFA, ovvero l'analisi della fluttuazione detrended, hanno rilevato che gli LRTC riportavano un aumento nella banda theta, che è collegata alle unità vocali sillabali. L'esposizione alle lingue inglese e spagnola non ha provocato il medesimo effetto.
"Questi risultati convergono con le osservazioni di una maggiore potenza nell’attivazione elettrofisiologica del cervello del neonato dopo la stimolazione linguistica e suggeriscono che il periodo prenatale pone le basi per un ulteriore sviluppo del linguaggio” hanno concluso i ricercatori. La ricerca fa parte di un progetto più ampio di Jervain, che ha dichiarato: "Stiamo studiando e seguendo i bambini di varie età per vedere se e come questi meccanismi neurali supportano il successivo sviluppo del linguaggio."
Che ne pensi di questa scoperta?