Ritrovate due ancore di pietra in fondo al mare della Sicilia: risalgono a più di 2000 anni fa
Chissà cosa attende, nelle profondità marine, in attesa di essere scoperto. No, in questo caso non si tratta di una creatura dell’orrore, o mostri lovercraftiani, quanto di scoperte archeologiche di enorme portata. Il Mar Mediterraneo è da sempre un crogiolo di civiltà, e spesso succede di ritrovare reperti di secoli o millenni fa, come nel caso delle due antiche ancore recuperate nei mari di Siracusa, in Sicilia. Vediamo i particolari di questa scoperta!
Un ritrovamento casuale: due ancore antichissime nei mari di Siracusa
Soprintendenza del mare/Facebook
Per ritrovare le due ancore sommerse, è servita un po’ di fortuna da parte di un sub che ha notato due oggetti quasi per caso. Dopo aver ascoltato il suo racconto, la Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana e il Nucleo Sommozzatori della Guardia di Finanza di Messina si sono adoperati per verificare l’esistenza e lo stato dei reperti, in modo da procedere al recupero. Si tratta di due ancore realizzate in pietra che risalgono a più di 2000 anni fa, ritrovate a soli 15 metri di profondità, come se fossero in attesa. A seguito di un intervento su un’area marina di circa 250 metri quadrati, è stato possibile identificare meglio i due reperti in pietra. L'ancora più grande è lunga ben 70 cm e presenta tre fori, mentre l’altra ancora è leggermente più piccola e ha un solo foro.
A quando risalgono le ancore sommerse?
Soprintendenza del mare/Facebook
Come stabilito dagli esperti, le due ancore risalgono al periodo greco arcaico, compreso fra 800 e 480 a.C., un periodo importantissimo della storia greca e siciliana. Nell’VIII secolo, infatti, vengono fondate alcune delle colonie greche più importanti in tutto il Mar Mediterraneo. Siracusa è una di queste e diventerà per secoli una delle principali città del mondo greco, e non solo. Sul ritrovamento si è espresso l’assessore regionale ai Beni Culturali e identità siciliana Francesco Paolo Scarpinato:
Questa tipologia di intervento conferma l’importanza della collaborazione tra enti pubblici e forze dell’ordine per la salvaguardia del patrimonio culturale. Di grande valenza anche la collaborazione dei privati che, negli anni, ha portato casualmente all’individuazione di numerosi reperti, con l’unico obiettivo comune di recuperare e valorizzare il nostro patrimonio culturale.
Ritrovato il carico di una nave neolitica al largo di Capri
Soprintendenza ABAP per l'Area Metropolitana di Napoli
Come dicevamo, il Mediterraneo è uno dei luoghi più interessanti e ricchi di reperti archeologici dell’intero pianeta. E non si tratta soltanto di ancore del periodo greco arcaico. Nelle acque vicino alla Grotta Azzurra dell’isola di Capri, al largo di Napoli, è stato ritrovato un carico molto più antico, appartenente a una nave del Neolitico. Stando alle operazioni delle forze dell’ordine, a una profondità di 40 metri sono stati scoperti reperti in ossidiana con evidenti tracce di lavorazione. In un’epoca in cui ancora l’uomo non lavorava i metalli, il Mediterraneo brulicava già di vita e commerci.
In conclusione, il mare “in mezzo alle terre” ospita così tanti tesori archeologici da sorprenderci ogni volta che ne ritroviamo uno. Le sue acque raccontano storie antiche e contribuiscono a formare il mosaico sempre più ricco della nostra storia. Almeno fino alla prossima scoperta, al prossimo ritrovamento, al prossimo reperto in attesa lì, nelle profondità marine.