Alleanza spaziale tra USA e India: astronauti indiani addestrati dalla NASA per andare sulla ISS
Astronauti indiani saranno addestrati dalla NASA per poter raggiungere lo spazio e trascorrere un periodo sulla Stazione Spaziale Internazionale americana. Scopriamo di più.
Astronauti indiani sulla ISS: saranno addestrati dalla NASA
NASA/Equipaggio della STS-132/Wikimedia commons
La collaborazione spaziale tra gli USA e l'India è avviata: Bill Nelson, a capo della NASA, si è recato in India per definire i dettagli della cooperazione. Questa "alleanza" si è sviluppata notevolmente negli ultimi tempi, vedendo una costante crescita negli anni, ora sancita ancora di più dal progetto condiviso dalle due nazioni. Nel giugno del 2023, quando il ministro indiano Narendra Modi si è recato negli Stati Uniti per una visita di Stato, ha annunciato insieme al presidente USA Joe Biden l'idea di spedire astronauti indiani nello spazio. Ora, Sreedhara Panicker Somanath, a capo dell'ISRO, Organizzazione indiana per la ricerca spaziale, ha confermato quanto anticipato: l'agenzia spaziale indiana, in collaborazione con la NASA, invierà degli astronauti sulla ISS entro il novembre dell'anno 2024.
Facendo seguito a quanto comunicato da Nelson, Somanath ha ribadito che “gli astronauti indiani voleranno verso la Stazione Spaziale Internazionale a bordo di un veicolo americano”. Questo progetto evidenzia gli ottimi rapporti e la crescente fiducia tra l'India e l'America, in special modo per quanto riguarda le rispettive agenzie spaziali. Finora, molti astronauti di diverse nazionalità hanno visitato la ISS, che si trova a circa 408 km sopra la superficie della Terra, inclusi russi, europei, canadesi. La cooperazione internazionale è stata una caratteristica fondamentale della Stazione, progettata per essere un laboratorio spaziale internazionale e, di conseguenza, ha coinvolto astronauti provenienti da diversi Paesi per condurre esperimenti scientifici.
NASA e ISRO spediranno nello spazio un satellite co-progettato
Bill Ingalls/Wikimedia commons - Public Domain
Bill Nelson ha voluto specificare che gli USA “selezioneranno gli astronauti come determinato dall’ISRO, e la NASA non effettuerà alcuna selezione qui", lasciando dunque questo aspetto completamente nelle mani dell'agenzia indiana. Somnath, dal canto suo, si è dichiarato positivo al riguardo, sostenendo che gli astronauti, che saranno probabilmente quattro, verranno sottoposti a un addestramento completo in territorio statunitense. Non solo gli astronauti, ma anche gli addetti all'assistenza medica e alle operazioni di controllo verranno addestrati presso le strutture USA, prima di trascorrere un periodo di circa una settimana sulla ISS. Il team binazionale lavorerà in sinergia per collaborare durante i futuri voli spaziali. La prima missione spaziale indiana sarà Gaganyaan, prevista per l'inizio del 2024. L'ISRO sta valutando la possibilità di impiegare l'HVIT della NASA, ovvero l'Hypervelocity Impact Test, per la convalida degli MMOD, gli scudi protettivi per mircrometeoroidi e detriti orbitali.
Dopo l'incontro tra Bill Nelson e Jitendra Singh, il ministro indiano per la Scienza e la Tecnologia Jitendra Singh, quest'ultimo ha affermato che l'India e l'USA invieranno un satellite congiunto per monitorare la Terra nel 2024. Il satellite avrà un radar ad apertura sintetica e verrà lanciato sul GSLV, veicolo di lancio satellitare geosincrono nel primo trimestre dell'anno. Il NISAR NASA-ISRO è stato definito "un grande osservatorio", progettato a un costo di 1,5 miliardi di dollari, guadagnandosi il titolo di "satellite per l’imaging della Terra più costoso al mondo”.
Stazione spaziale commerciale indiana: il progetto per il 2040
Pixabay
Il progetto NISAR, benché non sia nuovo, diventa estremamente significativo nel momento della sua realizzazione. I dati raccolti dal satellite saranno infatti fondamentali per poter studiare gli ecosistemi terrestri, la criosfera montuosa e polare, la deformazione della terra solida, il ghiaccio marino e gli oceani costieri su scala da regionale a globale. La missione, che trasporta la banda L della NASA e la banda S dell'ISRO, è stata integrata al Jet Propulsion Laboratory ed è in fase di testaggio al Rao Satellite Center di Bangalor.
Finora, l'India ha partecipato in modo esiguo all'attività spaziale mondiale, con una percentuale pari al 2%, ma ha tutte le intenzioni di incrementarla. Inoltre, Nelson si è dichiarato fiducioso riguardo alla collaborazione tra i due Paesi per la realizzazione di una stazione spaziale commerciale indiana entro il 2040: “Penso che l’India voglia avere una stazione spaziale commerciale entro quella data. Se vuole che collaboriamo con loro, ovviamente saremo disponibili. Ma questo dipende dall’India. Questo può aprire molte strade per la ricerca, inclusa quella farmaceutica a gravità zero. Se l’India lo desidera, possiamo collaborare e condividere la nostra esperienza”.
Modi ha dichiarato di voler costruire la stazione entro dieci anni, ma l'impegno a livello economico, di realizzazione e di mantenimento è piuttosto faticoso. Sarà quindi probabilmente necessario affidarsi a dei partner internazionali, e chi meglio degli USA potrebbe garantire il giusto contributo?