Addio alla devitalizzazione: rigenerare i tessuti è il futuro della cura dentale. La nuova ricerca
Fra gli interventi che terrorizzano di più le persone, ci sono senza dubbio quelli che interessano i denti, anche quando è previsto l’uso di anestesie locali. Ecco, una ricerca recente potrebbe relegare alcune di queste pratiche al passato, soprattutto la devitalizzazione. Gli scienziati stanno infatti sviluppando un nuovo trattamento per la carie avanzata che potrebbe eliminare la necessità di interventi invasivi. Ma com’è possibile?
Rigenerare i tessuti per sconfiggere la carie: la scoperta del Forsyth Institute
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Il tradizionale processo per la cura delle carie è efficace, e nessuno lo mette in dubbio, ma spesso comporta la rimozione di porzioni significative di dentina. Di conseguenza, aumenta anche il rischio di fratture nel tempo. Per questa ragione, un team di ricerca del Forsyth Institute sta cercando di rivoluzionare il campo delle cure dentali. Ne parla una ricerca pubblicata sul Journal of Dental Research.
Secondo quanto riportato dallo studio, in futuro sarà puntare sulla rigenerazione della polpa dentale grazie a una classe di molecole chiamate resolvine. In particolare, come evidenziato da esperimenti condotti sui topi, la Resolvina E1 o RvE1 ha mostrato un alto grado di successo nella rigenerazione di polpa ancora vitale. I risultati sono stati meno efficaci nel trattamento di polpa dentale infetta o già compromessa. Nondimeno, in questo caso la RvE1 ha comunque contribuito a ridurre l’infiammazione e l’infezione.
Una rivoluzione nel trattamento della carie: la RvE1
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Nel contesto delle cure odontoiatriche, la ricerca sulle resolvine e sulla RvE1 rappresenta una potenziale rivoluzione. Tradizionalmente, la terapia canalare o devitalizzazione del dente ha dimostrato di essere molto efficace nel trattare le infezioni della polpa dentale. Non si può dire tuttavia che presenti solo vantaggi. La rimozione di porzioni di dentina durante la devitalizzazione aumenta infatti il rischio futuro di fratture. Per questa ragione, non bisogna limitarsi a rimuovere la polpa infetta e riempire il canale con materiali inerti. Al contrario, la soluzione sarebbe quella di stimolare la rigenerazione della polpa con la RvE1, così da preservare la struttura naturale del dente. Secondo i ricercatori, infatti:
Nelle polpe infette esposte all’ambiente orale per 24 ore, RvE1 ha soppresso l’infiltrazione infiammatoria, ridotto l’invasione batterica nei canali radicolari e prevenuto lo sviluppo della parodontite apicale, mentre il suo impatto pro-rigenerativo era limitato.
In sintesi, questa innovazione potrebbe rivoluzionare la pratica odontoiatrica, offrendo un approccio più mirato e conservativo nel trattamento della carie avanzata. Oltre al dolore e all’intervento invasivo, usando la RvE1 sarebbe anche possibile preservare la salute a lungo termine dei denti.
https://journals.sagepub.com/doi/10.1177/00220345231197156
https://journals.sagepub.com/doi/full/10.1177/00220345231200814