Alcuni scienziati vogliono dimostrare che viviamo in una simulazione: ma è possibile?
Gli scienziati hanno sempre provato a rispondere alle grandi domande dell’uomo. Chi siamo? Da dove veniamo? Qual è il senso della vita? Viviamo in una simulazione? Ecco, forse quest’ultima domanda è un’aggiunta recente, ma ha tenuto impegnati filosofi e fisici per gli ultimi anni nella speranza di trovare una risposta definitiva. Alcuni pensano addirittura di poter dimostrare che viviamo in una simulazione. Vediamo come.
Cosa vuol dire che “viviamo in una simulazione”?
Pexels
L’ipotesi della simulazione suggerisce che l’intera realtà che percepiamo potrebbe essere il risultato di un processo simulato in un qualche tipo di computer. L’universo in cui viviamo non sarebbe altro che una sorta di Matrix, una realtà “non reale”. Si tratta di un’ipotesi che si è diffusa dapprima nella cultura pop, proprio grazie al film delle sorelle Wachowski. In seguito la teoria della simulazione è anche entrata nel dibattito accademico con l’articolo di Nick Bostrom Are You Living in a Computer Simulation?.
L’idea secondo cui viviamo in una simulazione affonda le sue radici nella riflessione filosofica. Negli ultimi tempi, però, ha ricevuto nuovo vigore grazie ai progressi della tecnologia, specialmente nel campo della realtà virtuale. Il concetto alla base della teoria della simulazione è piuttosto semplice: se un giorno riuscissimo a creare simulazioni così realistiche da essere indistinguibili dalla realtà, non avremmo modi certi per escludere che la nostra stessa esistenza sia essa stessa una simulazione.
I sostenitori dell’ipotesi secondo cui viviamo in una simulazione
Pexels
Può sembrare strano, ma sono tanti i sostenitori dell’ipotesi della simulazione, con personaggi del calibro di Elon Musk. In particolare, il patron di SpaceX ha espresso più volte la sua convinzione che le probabilità di vivere in una realtà non simulata siano incredibilmente basse. Lo stesso Nick Bostrom, fondatore del Future of Humanity Institute alla Oxford University, sostiene che esistono elevate probabilità che una super-intelligenza esterna al nostro mondo abbia creato la simulazione in cui viviamo.
In fondo, a dare credibilità all’ipotesi della simulazione è stato in parte anche il supporto di personaggi influenti. Le parole spese da imprenditori di successo, divulgatori e personalità di spicco hanno contribuito a dare maggiore risalto a questa ipotesi. Per non parlare di film come “The Matrix”, al quale si deve una popolarità senza precedenti dell’idea secondo cui viviamo in una simulazione.
I detrattori dell’ipotesi secondo cui viviamo in una simulazione
Pexels
Per dei sostenitori, è naturale che ci siano anche dei detrattori dell’ipotesi secondo cui viviamo in una simulazione. Sarebbe anche strano se non fosse così, data la natura esistenziale del quesito. Secondo il fisico teorico Carlo Rovelli, la teoria secondo cui viviamo in una simulazione sarebbe una sciocchezza, mentre altri scienziati hanno espresso il loro scetticismo. D’altronde, se qualcosa non è dimostrabile non entra nel campo della scienza. Al massimo, in quello della fede.
La comunità scientifica critica, in particolare, l’ipotesi della simulazione come un concetto legato più alla fantascienza che alla fisica. Molti sono concordi nel definire affascinante l’idea, ma la mancanza di prove concrete la rende al momento poco più di una speculazione interessante.
Si può dimostrare che viviamo in una simulazione?
Freepik
In effetti, quello che manca all’ipotesi della simulazione è una dimostrazione che riesca a convincere tutti, credenti, sostenitori e detrattori dell’idea. Diversi approcci sono stati proposti nel tempo, incluso il principio di equivalenza fra massa, energia e informazione. Secondo questa teoria, la massa può essere espressa come energia o informazione, e viceversa. I bit di informazione potrebbero essere quindi rilevati nel nostro universo, provando che si tratta di una realtà simulata. Altri approcci hanno proposto esperimenti per modificare l’informazione contenuta nelle particelle elementari, o provare a osservare variazioni nelle costanti della natura. Al momento però nessuna di queste dimostrazioni ha dato una risposta alla questione. Come spesso accade nella scienza, però, non è detto che non si trovi in futuro. Magari quando usciremo dalla simulazione.