Uno studio dimostra che i topi sanno riconoscersi allo specchio: il video dell'esperimento
Secondo la scienza, i topi sono in grado di riconoscersi allo specchio, svelando di possedere una caratteristica nota come autoconsapevolezza. Ecco cosa riporta un nuovo studio sul loro comportamento.
Cos'è l'autoconsapevolezza e quali specie la possiedono
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I topi sono piccoli mammiferi molto adattabili e diffusi in tutto il mondo, con molte specie differenti, grazie anche alla rapida riproduttività che li rende proliferi negli ambienti favorevoli. Nonostante le loro dimensioni ridotte, questi roditori sono noti per la loro intelligenza, ma non si riteneva che fossero dotati anche dell'autoconsapevolezza.
L'autocoscienza è una caratteristica cognitiva avanzata che implica la consapevolezza di sé come soggetto distinto dagli altri e la capacità di riconoscersi in uno specchio. Mentre molti animali dimostrano un elevato livello di intelligenza e comportamenti complessi, l'autocoscienza è stata osservata solo in alcune specie, che fino a questo momento escludeva i ratti. Oltre agli essere umani, è stata riscontrata in alcuni primati, come gli scimpanzé e i bonobo, che hanno superato il cosiddetto test dello specchio, così come i delfini, le orche, gli elefanti, che sanno usare lo specchio per ispezionare parti del proprio corpo non visibili, alcuni oranghi e i corvi giapponesi.
Gli studi sull'autocoscienza negli animali sono ancora oggetto di ricerca e non tutte le specie che dimostrano comportamenti intelligenti o sociali mostrano necessariamente autocoscienza. Il test dello specchio è solo uno dei modi per valutare questa capacità: ora, a entrare nel club degli animali consapevoli di sé sembrano essere proprio i topi.
Topo di laboratorio supera il test dello specchio
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Un nuovo studio, condotto dai ricercatori dell'UTSMC, il Southwestern Medical Center dell'Università del Texas, USA, hanno sottoposto un topo dal manto scuro al test dello specchio. L'esemplare ha brillantemente superato la prova, dimostrando di avere un certo grado di autoconsapevolezza. Il test è stato coadiuvato dalla mappatura genetica, arrivando alla conclusione che potrebbe vantare un auto-riconoscimento piuttosto sviluppato. Il team ha osservato i neuroni del comune topo Mus musculus, cresciuto in laboratorio, per comprendere se fosse in grado di rendersi conto di un particolare cambiamento nel suo aspetto: gli scienziati hanno quindi applicato una macchia di inchiostro bianco sul suo pelo scuro, all'altezza della fronte, per poi inserirlo in uno spazio chiuso dotato di uno specchio.
A questo punto, il roditore ha osservato il suo riflesso e ha iniziato a sfregare energicamente le zampette sulla fronte, per cercare di eliminare la chiazza. Nonostante questo non dimostri in modo definitivo l'autocoscienza, induce comunque a riflessioni di grande rilevanza circa le sue doti cognitive. Takashi Kitamura, neuroscienziato dell'UTSMC e autore senior dello studio, ha spiegato: "Per formare la memoria episodica, ad esempio, degli eventi della nostra vita quotidiana, il cervello forma e memorizza informazioni su dove, cosa, quando e chi, e la componente più importante è l'autoinformazione. I ricercatori di solito esaminano il modo in cui il cervello codifica o riconosce gli altri, ma l'aspetto dell'autoinformazione non è chiaro."
Topi allo specchio e l'attivazione dei neuroni dell'autoriconoscimento
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Tuttavia, non tutti gli esemplari hanno superato il test. In alcuni casi, se la macchia era scura come il loro manto, veniva totalmente ignorata. Inoltre, la chiazza doveva essere particolarmente grande per essere notata. Una sorta di test dello specchio venne proposto in principio da Charles Darwin, ma fu messo a punto da Gordon Gallup Junior, psicologo statunitense, nel 1970, proprio per testare la presenza e il livello dell'autoconsapevolezza negli animali. La prova da superare riguarda appunto il riconoscimento di un segno distintivo nel proprio aspetto, diverso dal solito, nel momento in cui ci si trova davanti a uno specchio. Tuttavia, questo test presenta dei limiti, dal momento che si rivolge alle specie che si basano soprattutto sugli stimoli visivi. Jun Yokose, primo autore dello studio, ha affermato: "I topi hanno avuto bisogno di segnali sensoriali esterni significativi per superare il test dello specchio: abbiamo dovuto applicare molto inchiostro sulle loro teste e poi lo stimolo tattile proveniente dall'inchiostro consente in qualche modo all'animale di rilevarlo attraverso un riflesso dello specchio. Gli scimpanzè e gli esseri umani non hanno bisogno di nessuno di questi stimoli sensoriali extra."
Per approfondire questi risultati, il team ha individuato il sottoinsieme di neuroni nell'ippocampo deputati al riconoscimento del sé, notandone l'attivazione nel momento in cui i topi si specchiavano. Tuttavia, questi neuroni si attivavano anche nel momento in cui un topo osservava un proprio simile, con lo stesso colore del pelo, mentre si disattivavano quando si trovavano di fronte ad altri topi col pelo bianco. Inoltre, topi cresciuti in isolamento o insieme a ratti con manto bianco non hanno superato il test. Le conclusioni dei ricercatori sono state che, per sviluppare una sorta di autoconsapevolezza, i topi devono socializzare con esemplari dal medesimo aspetto. "Ciò è coerente con la precedente letteratura umana, che mostrava che alcune cellule dell'ippocampo si attivano non solo quando la persona guarda se stessa, ma anche quando guarda persone familiari come un genitore" ha detto Kitamura.
Il team, partendo da questi primi dati, approfondirà la ricerca con ulteriori analisi per comprendere più a fondo se e fino a che punto i ratti possiedano davvero la capacità di riconoscersi allo specchio, sfruttando elementi privi di stimoli tattili come luci laser. Che ne pensi del comportamento di questi topolini allo specchio?