Essere leader è tutt'altra cosa che essere capi: la lezione d'oro che ci ha insegnato Steve Jobs

di Denise Zortea

15 Dicembre 2023

Essere leader è tutt'altra cosa che essere capi: la lezione d'oro che ci ha insegnato Steve Jobs

Tutti noi abbiamo sentito parlare almeno una volta di Steve Jobs, la sua figura era nota per il suo approccio visionario alla leadership, che enfatizzava l'innovazione, la creatività e l'attenzione al design del prodotto. Partendo da una sua citazione, “non ha senso assumere persone intelligenti e dire loro cosa fare; assumiamo persone intelligenti in modo che possano dirci cosa fare” possiamo avere un’idea di quale fosse il suo pensiero. L’aspetto che cercava di promuovere è il fatto che un leader non debba porsi come superiore rispetto ai suoi dipendenti ma più semplicemente come mentore, aiutandoli a mantenere la giusta direzione ma allo stesso tempo lasciandogli lo spazio di esprimersi come meglio credono. Ci sono alcuni aspetti chiave dello stile di leadership di Jobs che lo distinguono come leader piuttosto che come capo tradizionale.

L’altra faccia del management

L’altra faccia del management

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Avete mai sentito parlare di micromanagement? È un approccio gestionale in cui un supervisore controlla in modo eccessivo e dettagliato le attività quotidiane dei dipendenti, interferendo spesso nelle decisioni e nelle azioni che potrebbero essere gestite autonomamente. Tutto questo si traduce in una limitata autonomia dei dipendenti e in una diminuzione della loro creatività, finiranno per essere frustrati dal lavoro e a perdere fiducia nell’azienda stessa. Non è deleterio solamente dal punto di vista personale per il dipendente ma lo sarà anche per l’azienda, infatti ci si può facilmente aspettare che in una situazione simile le performance dei dipendenti andranno a diminuire nel tempo.

Quali caratteristiche ti rendono un buon leader?

Quali caratteristiche ti rendono un buon leader?

Ben Stanfield/Wikimedia Commons-CC-BY-SA-2.0

Ci sono vari aspetti chiave sui quali i leader dovrebbero focalizzarsi. Prima di tutto devono essere a conoscenza del fatto che il potere non deve essere solo nelle loro mani ma deve essere ridistribuito tra tutti i dipendenti. Questi ultimi devono avere la libertà di esprimersi e portare sul tavolo nuove idee, devono sentirsi parte del progetto e non solo addetti a svolgere un determinato compito.

Questo aspetto ci porta direttamente a parlare del rapporto personale tra leader e dipendenti. Deve sempre esserci dialogo tra le due parti, i dipendenti devono sentirsi apprezzati come persone e non solamente per il lavoro che svolgono. Ogni persona ha ambizioni, desideri e una vita personale oltre al lavoro; un buon leader deve essere in grado di creare un rapporto di fiducia con i suoi dipendenti, facendoli sentire ascoltati e parte di una squadra che lavora ad un obiettivo comune.

La capacità di unire questi aspetti fa sì che un’azienda possa crescere e trasformarsi in una famiglia in cui tutti i lavoratori sanno di poter trovare supporto e comprensione.

Leader vs. “capo” tradizionale

Leader vs. “capo” tradizionale

Pixabay

La relazione tra un leader e i lavoratori è caratterizzata da ispirazione, motivazione e una visione condivisa. I leader promuovono una cultura del lavoro positiva e innovativa che incoraggia la collaborazione e la crescita personale. Questo approccio è in contrasto con una mentalità da "capo" più tradizionale e autorevole, che può comportare uno stretto controllo, comando e una minore enfasi sull'ispirazione e sulla visione condivisa.

È importante notare che una leadership efficace spesso implica una combinazione di queste qualità e che i leader di successo possono continuare a sviluppare e affinare le proprie capacità nel tempo. La leadership è un processo dinamico e in evoluzione che richiede autoconsapevolezza, apprendimento continuo e un impegno genuino per il benessere e il successo del gruppo.