Nausea in gravidanza: uno studio scopre qual è la vera causa di questo disturbo e un possibile trattamento
La gravidanza, soprattutto nei primi periodi, è soggetta a disturbi come forte nausea difficile da gestire. Nonostante questo sia noto e molto frequente, soltanto ora la scienza sembra aver individuato la causa responsabile di questo disagio che colpisce le donne in dolce attesa. Ecco qual è.
Il vero motivo della nausea in gravidanza: la colpa è di un ormone
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Quando una donna scopre di aspettare un bambino prova di certo un'ondata di emozioni incontenibili: l'arrivo di una nuova vita è un'enorme cambiamento per la propria esistenza ed è accompagnato da uno stravolgimento sia fisico che emotivo. I primi mesi della gestazione sono tipicamente caratterizzati da una forte nausea, specialmente durante le prime ore del mattino: ogni gravidanza è a sé e non tutte le donne reagiscono allo stesso modo, ma si tratta comunque di un disturbo piuttosto frequente e diffuso. Ora, uno studio è riuscito a individuare la possibile causa di questo malessere: si tratta di un ormone specifico.
Tito Boner, fisiologo dell'Università della Pennsylvania, USA, e Stephen O'Rahilly, ricercatore sul metabolismo presso l'Università di Cambridge, Regno Unito, hanno scoperto che questo ormone viene prodotto dal feto all'interno dell'utero, causando la nausea debilitante del mattino. Le future mamme che risultano essere particolarmente sensibili a questo ormone, che aumenta durante i primi stadi della gravidanza, potrebbero sviluppare una condizione detta iperemesi gravidica, ovvero una grave forma di nausea accompagnata da vomito. "Ora abbiamo una visione chiara di ciò che può causare questo problema e un percorso sia per il trattamento che per la prevenzione" ha dichiarato O'Rahilly.
Iperemesi gravidica e possibili trattamenti
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L'ormone in questione è GDF15. Il motivo della diversa sensibilità e reazione delle donne incinte dipende dai livelli presenti nell'organismo prima dell'inizio della gravidanza: gli autori hanno rilevato che chi presentava livelli elevati prima della gestazione ha reagito in modo meno sintomatico al contributo fetale. Al contrario, le donne che presentavano bassi livelli di GDF15 hanno accusato una maggiore nausea. Una soluzione, suggeriscono gli studiosi, potrebbe essere quella di somministrare l'ormone alle donne che potrebbero subire iperemesi gravidica prima di una eventuale gravidanza, in modo da scongiurare il rischio di sviluppare questa condizione.
Tuttavia, secondo O'Rahilly, altri fattori potrebbero incidere in questo senso. Del 70% delle donne che soffrono di nausea mattutina in dolce attesa, che nonostante il nome può manifestarsi potenzialmente in qualsiasi orario della giornata, soltanto lo 0,3-2% sono soggette a iperemesi gravidica: questa condizione è così debilitante da ostacolare l'alimentazione, l'idratazione e lo svolgimento delle attività quotidiane. Di solito è peggiore nel primo trimestre e poi svanisce gradualmente." Questo ormone viene prodotto, in livelli ridotti, dalla vescica, dai reni e dalla prostata. Nel momento in cui si lega a recettori situati nel tronco encefalico può provocare i sintomi correlati. Inoltre, anche ingerire sostanze tossiche durante le prime fasi della gravidanza può aumentarne i livelli.
Responsabilità fetale nella nausea in gravidanza
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I ricercatori hanno ipotizzato che questo ormone potrebbe svilupparsi ulteriormente in risposta al rischio di avvelenamento e per proteggere il feto in fase di sviluppo. Secondo O'Rahilly, "non è necessario mangiare molto e aumentare la massa all'inizio della gravidanza. È molto meglio essere cauti su ciò che si mangia, per proteggere la prole dalle tossine."
Gli autori hanno riscontrato livelli significativamente più alti di GDF15 in circa sessanta donne in gravidanza che avevano riportato nausea e vomito rispetto ad altrettante donne che non avevano sperimentato alcun sintomo o una leggera nausea. Confrontando i livelli di varianti diverse dello stesso ormone prodotte dalle cellule della placenta sia delle madre che dei feti, hanno riscontrato che erano le seconde a produrre la maggior quantità di GDF15. Gli scienziati hanno confermato l'idea che livelli elevati di questo ormone prima della gravidanza possano mettere al riparo da iperemesi gravidica tramite un esperimento su topi di laboratorio. Inoltre, soltanto 5% delle donne incinte che soffrono di talassemia, e hanno quindi livelli elevati di GDF15 cronici, ha riportato sintomi gravi in gravidanza.
Per desensibilizzare questi effetti, in conclusione, il team propone la somministrazione crescente di questo ormone durante la ricerca del concepimento. Un'altra opzione è quella di somministrare anticorpi che inibiscano i recettori GDF15 per alleviare i sintomi, anche se ulteriori ricerche sono necessarie per valutare queste opzioni.