Enorme scudo solare per proteggere la Terra dai cambiamenti climatici: la proposta di uno scienziato
La ricetta per fermare il cambiamento climatico, o almeno rallentarlo, è composta da tre diversi ingredienti: progresso tecnologico, abbandono dei combustibili fossili e nuove abitudini quotidiane. Oppure, un gigantesco ombrellone spaziale che protegga la Terra dai raggi solari. Quest’ultima ipotesi sembra fantascienza, ma la proposta di un astronomo dell’Università delle Hawaii: vediamo di cosa si tratta.
Un ombrellone per il pianeta: più che una suggestione
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In effetti, non siamo tanto abituati a vedere immagini fantascientifiche nella realtà di tutti i giorni. Secondo István Szapudi, astronomo all’Università delle Hawaii, la risposta al cambiamento climatico sta negli ombrelli usati nelle isole del Pacifico per proteggersi dal sole. Certo, la scala del progetto sarebbe planetaria, ma secondo Szapudi è possibile mitigare gli effetti del cambiamento climatico sulla Terra.
La proposta dell’astronomo si basa sulla riduzione dell’impatto dei raggi solari sulla Terra, anche di pochi punti percentuali. Se nella teoria si tratta di una soluzione interessante, e senza dubbio intrigante, nella pratica ci sono parecchi punti da chiarire. Innanzitutto, è necessario che questo scudo solare sia abbastanza leggero da non compromettere l’equilibrio gravitazionale ma abbastanza forte da resistere a radiazioni e vento solare.
L’efficacia del nuovo scudo solare contro il cambiamento climatico
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Nella ricerca pubblicata su PNAS, Szapudi vuole proporre un nuovo approccio alla SRM o Solar Radiation Management, una gestione della radiazione solare. Come abbiamo accennato, uno dei principali problemi a cui va incontro l’idea dello scudo solare è quello del peso, ostacolo che l’astronomo vuole superare ancorando l’ombrellone a un particolare contrappeso.
Grazie a dei robusti cavi, quindi, lo scudo solare verrebbe ancorato al contrappeso e inviato nello spazio. Una volta in orbita, il contrappeso potrebbe aprirsi e riempirsi di polvere lunare o materiale proveniente da asteroidi. In questo modo, Szapudi pensa che sia possibile risolvere il problema del peso dell’enorme scudo spaziale. Grazie a una soluzione del genere, insomma, è possibile rendere il progetto più gestibile e sostenibile.
Un’accoglienza “tiepida” della comunità scientifica
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Per quanto possa sembrare avveniristico, l’astronomo delle Hawaii è convinto che il suo progetto di scudo spaziale sia realizzabile ed efficace. Non tutti però la pensano come lui. Alcuni climatologi esprimono preoccupazioni riguardanti gli effetti collaterali di questa tecnologia usata nello spazio. E gli impatti negativi si noterebbero soprattutto sul clima regionale, sulle colture e in generale sulla flora terrestre, sulla produzione di energia solare. Inoltre, inviare un gigantesco scudo solare nello spazio finirebbe per essere un’enorme invito ad abbandonare le strategie per la transizione ecologica.
Dal canto suo, Szapudi suggerisce un approccio modulare e reversibile, per esempio usando tanti scudi solari più piccoli in modo da consentire una maggiore flessibilità. Certo, l’idea sembra e rimane audace da qualsiasi punto di vista la si veda. Eppure, al netto delle controversie, si tratta di un progetto affascinante e innovativo che testimonia come l’essere umano sia sempre alla ricerca di soluzioni efficaci ai problemi del presente.