L’ultima opera di Banksy rubata dopo un’ora dalla realizzazione: era a sostegno della Palestina

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di Gianmarco Bonomo

30 Dicembre 2023

L’ultima opera di Banksy rubata dopo un’ora dalla realizzazione: era a sostegno della Palestina

Far parlare di sé è una delle caratteristiche principali della street art, a maggior ragione se riguarda lo street artist più conosciuto al mondo, Banksy. Una delle sue ultime creazioni ha attirato l’attenzione non soltanto per il ripudio della guerra, e vedremo le ragioni, ma anche per il misterioso furto, a poco più di un’ora dall’installazione. Vediamo cos’è successo.

Un’opera di Banksy contro la guerra a Gaza

Un’opera di Banksy contro la guerra a Gaza

Banksy/Instagram

Banksy non ha mai avuto timore di prendere una posizione netta su questioni politiche e sociali, anche piuttosto controverse. Per questa ragione, non stupisce che abbia voluto dire la sua anche sul conflitto in Palestina, secondo l’interpretazione più condivisa della sua opera. Quest’ultima è un segnale di stop nella città di Londra, sul quale lo street artist ha apposto tre droni militari. Banksy non ha confermato né smentito alcuna lettura, ma l’opera potrebbe essere un appello al cessate il fuoco.

Come dicevamo, non sarebbe nemmeno la prima volta. I tre droni militari ricordano infatti una sua opera del 2017 dal titolo Civilian Drone Strike. Venduta all’asta per 205 mila sterline, l’opera ha sostenuto una campagna contro il traffico d’armi. Tornando al segnale di stop, al netto della polemica che si è scatenata nei commenti, l’opera di Banksy ha fatto discutere perché è stata rubata. Appena un’ora dopo l’installazione.

Il furto dell’opera un’ora dopo l’installazione

Il furto dell’opera un’ora dopo l’installazione

Banksy/Instagram

Appena un’ora dopo l’installazione di Banksy, due uomini si sono avvicinati al segnale di stop con i tre droni militari e lo hanno rubato. Secondo i testimoni, i due ladri hanno fatto tutto con calma: hanno cercato di rimuovere l’opera di Banksy senza strumenti, ma non ci sono riusciti. Allora, con calma sono andati via e hanno fatto ritorno con tutto l’occorrente, riuscendo a rimuovere il segnale di stop. Tutto, nell’incredulità dei passanti e nella totale impunità.

Le testimonianze e il video hanno portato a indagini piuttosto spedite da parte della polizia londinese. Un primo sospettato è stato fermato pochi giorni dopo il furto, ma soltanto temporaneamente, mentre il secondo complice è stato arrestato per furto e danneggiamento. Dell’opera di Banksy, purtroppo, non si hanno notizie.

Rubare un Banksy per rivenderlo: è possibile?

All’inizio si è pensato che i due ladri abbiano rubato l’installazione di Banksy per rivenderla. Ma, fosse anche questa la ragione, non si tratta di un’impresa facile, e a dimostrarlo sono diversi precedenti. In Francia, tre uomini sono stati arrestati per il furto di un’opera di Banksy a commemorazione delle vittime dell’attacco al Bataclan del 2015. In Ucraina, invece, l’arresto ha coinvolto otto persone, con l’accusa di aver rimosso un murale dell’artista a Kiev.

Sembra certo, al momento, che Banksy non abbia nulla a che fare con il furto del segnale di stop. Certo, potremmo pensare a quando lo street artist distrusse una sua stessa opera, ma non sembra questo il caso. Di sicuro, se lo scopo dell’arte contemporanea è quello di riflettere su noi stessi, e quello della street artist di obbligarci a farci delle domande, anche il furto dell’opera di Banksy dice molto. Su di noi, sui ladri, su Banksy stesso.