Eruzione vulcanica in Islanda: un evento straordinario catturato anche dalla NASA
Dopo una spasmodica attesa, il continuo allarme, le analisi scientifiche e una popolazione evacuata per settimane, si è finalmente verificata l’eruzione vulcanica nella penisola di Reykjanes, in Islanda. La fuoriuscita di magma e fumo ha stimolato la curiosità delle persone, e salvato la cittadina di Grindavík, sottolineando come un’attenta pianificazione possa gestire un problema insormontabile. Inoltre, dell’evento si è occupata anche la NASA, con importanti rilevazioni dallo spazio. Vediamo cos’è successo.
L’eruzione in Islanda e il destino di Grindavík
Nahel Belgherze/X
L’Islanda è famosa per la sua attività vulcanica, come nel caso dell’Eyjafjöll e della sua eruzione nel 2010, che causò la chiusura degli aeroporti in mezza Europa. La fuoriuscita di magma avvenuta a Grindavík non riguarda un vulcano vero e proprio, ma ha comunque destato una certa preoccupazione. L’attività magmatica aveva infatti creato una faglia lunga circa tre chilometri e mezzo che nelle settimane si è allargata sempre di più. Arrivando, infine, all’eruzione.
Le autorità islandesi avevano già evacuato la popolazione di Grindavík, nel timore che la lava si dirigesse verso la cittadina. Per fortuna, l’attività del magma non ha interessato il centro urbano, ma ha comunque regalato scorci straordinari. Insomma, il livello di allerta ha contribuito a tenere al sicuro la popolazione e gestire al meglio il fenomeno vulcanico. E ammirarlo da una posizione di sicurezza.
Un’eruzione a ritmo lento, ma non meno pericolosa
Veðurstofa Íslands/Facebook
Non si può dire tuttavia che l’eruzione in Islanda non abbia destato ben più di qualche preoccupazione. All’inizio, i flussi di lava sono stati fin troppo abbondanti e, anche se non hanno interessato Grindavík, hanno richiesto attenzione continua. In seguito, la quantità di magma espulso dalla crosta terrestre si è andata via via riducendosi, rientrando nei limiti auspicati dalle autorità islandesi. L’unica conseguenza ha riguardato i voli dell’aeroporto internazionale di Keflavik, che hanno subito ritardi.
Lo scenario fin qui descritto ricorda peraltro quello di un’altra eruzione, avvenuta sempre nell’isola nordica. Nel 2021, infatti, il vulcano Fagradalsfjall fu interessato da attività eruttive durate sei mesi, ma con quantità sempre inferiori.
La NASA rileva l’eruzione in Islanda
Fra i diversi enti che hanno monitorato l’eruzione in Islanda, c’è anche la NASA. Nello specifico, l’agenzia spaziale ha ottenuto alcune letture termiche della penisola in cui si trova Grindavík prima e dopo l’eruzione. E si può vedere, in modo netto, dove sia stato l’aumento della temperatura superficiale della Terra. Le foto sono state acquisite utilizzando la Visible Infrared Imaging Radiometer Suite del satellite NOAA-20, e mostrano in modo chiaro i flussi di lava attivi nella fessura.
Data l’assenza di vittime, e grazie alla pianificazione del governo islandese, è possibile godersi le immagini dell’eruzione in tutta tranquillità. Quello che avrebbe potuto essere un evento catastrofico, si è trasformato in un’occasione di studio e meraviglia. La situazione si stabilizzerà nel tempo, com’è lecito attendersi, almeno fino alla prossima eruzione.