Google scrive una costituzione dei robot per proteggerli dall'uomo: è basata sulle leggi di Asimov
È uno strano mondo quello in cui viviamo, sospeso fra un passato ancora troppo presente e un futuro che bussa alla porta. Se da una parte ci sono questioni aperte da secoli, come la dipendenza dai combustibili fossili, dall’altra i robot vivono già tra di noi. Per questa ragione, Google ha formulato una costituzione robotica, prendendo spunto dalle tre leggi di Asimov.
Google e la costituzione dei robot
Google Deepmind
Google Deepmind è la divisione dell’azienda di Mountain View che si occupa di robotica e intelligenza artificiale. Di recente ha redatto una costituzione dei robot, con l’obiettivo di guidare le macchine intelligenti nello svolgimento dei loro compiti e nel loro comportamento. Certo, basta menzionare una “costituzione robotica” per immaginare subito scenari da Terminator o Io, robot. Ma spesso l’apparenza inganna.
Secondo il team di ricerca di Google Deepmind, sono i robot ad avere bisogno di una maggiore protezione dagli esseri umani. Infatti, le persone potrebbero affidare a loro compiti impossibili da svolgere o potenzialmente dannosi: i robot devono saper distinguere cosa possono fare e cosa non possono fare. Per questa ragione, esistono regole il cui obiettivo è prevenire l’interazione con oggetti fragili o taglienti, ma anche regole che stabiliscono limiti sul carico utile che un robot può sostenere.
Le regole della robotica secondo Google, con un occhio ad Asimov
Pexels
Entrando nello specifico, la costituzione robotica di Google Deepmind si compone di tre diversi set di regole. Ci sono le regole fondamentali, che si ispirano alle leggi della robotica di Isaac Asimov. Un robot non può arrecare danno ad alcun essere umano (I), deve obbedire agli ordini di un essere umano a patto che ciò non vada in contrasto con la prima legge (II), deve preservare la propria esistenza a patto che ciò non vada in contrasto con la prima o con la seconda legge (III).
Il team di Google Deepmind ha però operato una leggera inversione della seconda e della terza legge. Come dicevamo, infatti, il rischio maggiore al momento è che gli ordini impartiti dagli esseri umani costituiscano un rischio per i robot. Insieme alle regole fondamentali, quindi, la costituzione robotica include anche regole di sicurezza e regole di incarnazione. Le prime vietano ai robot di tentare attività che coinvolgano esseri umani, animali o esseri viventi. Le seconde pongono invece limiti fisici.
È questo il futuro della robotica?
Google Deepmind
La costituzione dei robot pensata da Google Deepmind fa ovviamente parlare di sé, perché ci lascia intravedere un futuro che finora ha popolato soltanto film e romanzi. Si tratta però soltanto di un tassello in un mosaico molto più ampio che sta delineando il futuro della robotica e del genere umano. La stessa Google Deepmind ha infatti introdotto ben altre innovazioni che non una mera costituzione. Nello specifico parliamo di:
- AutoRT, un sistema di raccolta dati di formazione esperienziale per robot, ossia dati che possano costituire una vera e propria esperienza;
- SARA-RT, acronimo per Self-Adaptive Robust Attention for Robotic Transformers, che punta a rendere più veloci e snelli i robot del futuro;
- RT-Trajectory, un sistema che migliora la percezione visiva dei robot e permette loro di controllare le macchine in modo molto più preciso.
Come si vede, il quadro è già un po’ più complesso, motivo per cui necessita di una vera e propria Robot Constitution ma genera anche ulteriori questioni. Rendere autonomi i robot va bene, ma va deciso fino a che punto è fondamentale la supervisione umana; allo stesso tempo, diventano sempre più pressanti le questioni etiche. Una costituzione dei robot sembra quindi un buon punto di partenza per una convivenza che si farà sempre più profonda nel futuro. Nella speranza che aver letto o visto particolari storie riesca a indicarci una via migliore da percorrere.