C'è una piccola galassia vicino a noi che gli astronomi pensavano di conoscere bene, ma ha rivelato una sorpresa
Gli astronomi hanno fatto una scoperta inaspettata: credevano di conoscere piuttosto bene una famosa galassia che si trova vicino a noi, ma in realtà potrebbe non essere esattamente come sembrava. Scopriamo di più.
Piccola Nube di Magellano: una doppia galassia?
ESA/Hubble/Wikimedia commons - CC BY 4.0
Dall'universo non si finisce mai di imparare e c'è ancora molto che dobbiamo scoprire, compreso il nostro sistema solare. In questo caso, la protagonista della nuova scoperta astronomica è la Piccola Nube di Magellano, una galassia in orbita intorno alla Via Lattea che gli esperti pensavano di conoscere ormai molto bene. Tuttavia, sembra che non sia proprio così: stando a una nuova ricerca, infatti, non è esattamente ciò che gli astronomi credevano fosse. Questa piccola galassia satellite, che dista circa 199.000 anni luce dal nostro pianeta, in realtà ha un "gemello nascosto": non si tratterebbe, infatti, di una singola galassia, ma di due, disposte una dietro l'altra, con la seconda distante 16.000 anni luce in più da noi rispetto a quella che situata davanti.
A scoprire questo aspetto inedito della Piccola Nube di Magellano è stato un team di scienziati con a capo l'astronoma dello Space Telescope Science Institute del Maryland Claire Murray, la quale ha monitorato e seguito il moto delle nubi di gas e delle nuove stelle che si generano al loro interno proprio intorno alla galassia che si credeva unica. In questo modo, gli autori dello studio si sono resi conto che la Piccola Nube di Magellano, ampia circa 18.900 anni luce, meno di un quinto della Via Lattea, ospita in realtà due piccoli atolli stellari lontani migliaia di anni luce.
Le galassie nane Piccola Nube di Magellano e Grande Nube di Magellano
ESA/Hubble and Digitized Sky Survey 2/Wikimedia commons - CC BY 4.0
Oltre al questa galassia, rivelatasi potenzialmente duplice, è ben nota agli astronomi anche la Grande Nube di Magellano. Entrambe queste nubi appartengono al Gruppo Locale, l'insieme di galassie di cui fa parte la nostra Via Lattea. Entrambe le Nubi di Magellano sono state studiate approfonditamente dagli astronomi, allo scopo di capire in cosa le altre galassie sono diverse dalla nostra. Tutte e due - o, per meglio dire, tutte e tre - sono galassie nane che tramite la gravità continuamente attirate verso la Via Lattea: in un futuro remoto, si verificheranno con ogni probabilità una collisione e una fusione.
Se la Grande Nube di Magellano si presenta con una forma a disco, molto simile a quella della nostra galassia e con una massa pari a circa 7 miliardi di volte quella del Sole, la sua compagna più piccola possiede solo un terzo della sua massa. Prima di questa scoperta era comunque ipotizzato che la Piccola Nube di Magellano fosse costituita da diversi componenti, ma stabilirlo era reso difficile dalle nubi interstellari formate da gas e polvere, che ostacolavano la distinzione delle caratteristiche nel dettaglio. Murray, in ogni caso, era giunta alla conclusione che si trattasse di una galassia nana "alla deriva", o meglio "naufragata", colma di gas interrotto dalle continue interazioni gravitazionali con la Grande Nube di Magellano e la Via Letta.
Per condurre la nuova ricerca, la scienziata e il suo team hanno effettuato uno zoom sulle onde radio prodotte dal gas idrogeno della piccola galassia con il Square Kilometer Array Pathfinder, un radiotelescopio di matrice australiana, dotato di trentasei antenne paraboliche.
Ecco perché la piccola galassia Nube di Magellano potrebbe essere doppia
VMC ESO/VISTA/Wikimedia commons - CC BY 4.0
Gli scienziati sono poi ricorsi alla sonda spaziale Gaia dell'ESA, Agenzia Spaziale Europea, che sta realizzando una mappa in 3D delle stelle presenti nella Via Lattea per rilevare la direzione e la velocità di migliaia di stelle più giovani di dieci milioni di anni nella Piccola Nube di Magellano. Basandosi sul fatto che queste stelle si muovono contemporaneamente alle massicce nubi di gas in cui sono nate, gli autori della ricerca sono riusciti a distinguere due diverse aree di gas e polvere in cui queste stelle nascono. Le nubi hanno quantità diverse di elementi più pesanti dell'elio e dell'idrogeno e, come detto, hanno una diversa distanza rispetto alla Terra.
Non è chiaro se le due galassie fossero già separate e attirate nello stesso momento dalla gravità o se una si sia formata con il gas portato via dall'altra tramite le interazioni gravitazionali con la Grande Nube di Magellano. La prima ipotesi è avvalorata dal fatto che entrambe le nubi mostrano di avere masse uguali: se una si fosse generata dall'altra in un secondo momento, avrebbe probabilmente una massa più ridotta. Dunque, sembra proprio che la Piccola Nube di Magellano sia in realtà "doppia", con due corpi celesti a se stanti. In questo caso, il suo nome dovrebbe essere modificato: al momento rispecchia quello di Ferdinando Magellano, esploratore che nel XV/XVI secolo si rese responsabile della schiavizzazione di migliaia di indigeni. Nella comunità scientifica, molti sono favorevoli al cambio di nome di queste galassie, ma prima di stabilire definitivamente se la Piccola Nube di Magellano è davvero una doppia galassia sono necessari ulteriori studi e approfondimenti in merito.
Nel frattempo, chi si trova nell'emisfero australe può osservare questi lontani ma vicini corpi celesti che hanno ispirato numerose leggende nei popoli antichi nei secoli passati.