Perché il tempo sembra non passare mai in certe situazioni?
Ti sei mai chiesto perché la nostra percezione del tempo sembra cambiare in alcune situazioni, sembrandoci più lento del solito o viceversa? Ci sono dei motivi precisi alla base di questo fenomeno, scopriamo quali.
Il tempo sembra passare più lentamente in età adulta
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Tutti ce ne siamo accorti: a volte, il tempo sembra volare, mentre in altre occasioni pare non trascorrere mai. Eppure, le lancette scorrono sempre con la stessa cadenza, le ore sono composte dallo stesso numero di minuti, che a loro volta racchiudono i soliti sessanta secondi. Allo stesso modo, le giornate sono sempre di 24 ore e gli anni di dodici mesi: allora perché la nostra percezione di questo scorrere inesorabile non è mai la stessa? La maggior parte delle persone sperimenta un'inversione di marcia durante la crescita: se da bambini, infatti, ci sembrava che il tempo non passasse mai, una volta diventati adulti abbiamo l'impressione che ci sfugga dalle mani: le settimane volano sempre più rapidamente e ci sembra quasi di non accorgercene.
Ma se il tempo e i suoi rintocchi non hanno subito variazioni, probabilmente a essere cambiato è il nostro orologio interno. In psicologia, questo fenomeno è ampiamente riconosciuto: a partire dai vent'anni, ma ancor di più superati i trenta, la percezione del tempo è molto più accellerata rispetto alla tenera età. Una volta adulti, la vita diventa "più stabile" e scandita da una routine prestabilita: il lavoro di giorno, il divano la sera, lo sport due o tre giorni a settimana, il week-end di riposo. Tutto si ripete sempre uguale, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno. Col passare del tempo, questo iter ripetitivo sembra aumentare il ritmo, come un'auto su un rettilineo che acquista sempre più velocità, finendo col farci credere che quanto accaduto un anno prima sia riconducibile a pochi mesi fa. Gli psicologi definiscono questa sensazione "telescopio in avanti": nel renderci conto che un dato evento si è verificato molto lontano nel tempo, facciamo spesso fatica a crederci.
Diversa percezione del tempo: motivi psicologici e biologici
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Sono stati teorizzati motivi sia fisici che psicologici circa la percezione rallentata - o accelerata - del tempo che scorre. Questo significa che se in parte questo cambiamento è dovuto alla sfera psicologica, sotto certi aspetti è legato alla nostra biologia. Ad esempio, molto potrebbe riguardare il nostro metabolismo: più cresciamo, più la nostra frequenza cardiaca, il respiro, il modo di parlare, il funzionamento del nostro organismo rallentano rispetto all'infanzia. In questo modo, l'orologio interno sembra coprire via via sempre meno tempo rispetto a quello reale, facendoci sembrare che scorra più velocemente. Non solo: anche la temperatura corporea potrebbe incidere. Come? Lo psicologo degli anni Trenta Hudson Hoagland scoprì che più siamo esposti a temperature elevate o la nostra febbre è alta, più la percezione del tempo sembra dilatarsi, fino al 20%. Da piccoli, la nostra temperatura corporea è più elevata rispetto a quando diventiamo anziani: ulteriore elemento che potrebbe incidere su queste percezioni così opposte.
Tornando ai fattori di natura cerebrale, la percezione del tempo è dovuta in gran parte all'età in cui ci troviamo: più siamo giovani, più il tempo trascorso e quello ancora da vivere vengono osservati da prospettive diverse. A sessant'anni, per esempio, un anno rappresenta una piccolissima porzione di vita rispetto a quando ne abbiamo avuti dieci, e in percentuale acquista un valore temporale decisamente più ridotto, dandoci la percezione che sia trascorso in un batter d'occhi. Inoltre, tutto ciò che osserviamo intorno a noi, col passare degli anni perde di stupore e significato: questo ha molto a che fare con le informazioni che la nostra mente assorbe in un dato momento. Per esempio, quando siamo concentrati su una singola attività, il tempo sembra scorrere molto più rapidamente, perché ci isoliamo dalla ridondanza degli stimoli esterni, ma anche dal sovraffollamento di pensieri prodotti dalla nostra mente nei momenti liberi. Dunque, se non abbiamo nulla da fare e se il mondo intorno a noi, paesaggio compreso, è sempre lo stesso, abbiamo l'impressione che il tempo non sia mai trascorso. I bambini, che osservano ciò che li circonda con interesse e stupore, percepiscono molte nuove informazioni in modo costante e questo allunga notevolmente la loro percezione del tempo. Al contrario, in età avanzata, ci sembra di conoscere tutto ciò che abbiamo intorno e smettiamo di prestargli attenzione, finendo per percepire un mese come una manciata di giorni.
Possiamo riuscire a rallentare la percezione del tempo?
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La velocità con cui elaboriamo le informazioni con l'avanzare dell'età, inoltre, si riduce notevolmente per via delle nostre reti neurali sempre più strutturate e complesse, che allungano i percorsi su cui viaggiano i segnali. Di conseguenza, le cose che riusciamo a cogliere e ad apprendere sono sempre minori, convalidando la percezione del tempo che vola. Ma esiste un modo per invertire questo processo e rallentarlo? Secondo Einstein e la sua teoria della relatività, il tempo non è assoluto, sebbene abbiamo inventato diversi modi per scandirlo e misurarlo. In realtà, è relativo alla rapidità con cui ci muoviamo: più lo facciamo velocemente, più il tempo sembra rallentare. Più collezioniamo ricordi, più sembra dilatarsi. Anche le responsabilità che aumentano influenzano questa illusione, facendoci perdere di vista il passato e il presente e velocizzando la nostra percezione. Persino la tecnologia influisce su questo fenomeno: i molti stimoli che riceviamo dai diversi canali TV e dai social media hanno il potere di accelerare il tempo in modo illusorio.
Sebbene non possiamo rallentare il tempo che passa, possiamo farne tesoro e percepirlo come meno veloce: ad esempio, concentrarci sul momento presente e fermarci a osservare l'ambiente intorno a noi è un ottimo sistema per riuscirci. In sostanza, dovremmo scrutare il mondo che ci circonda con gli occhi dei bambini, aiutando il nostro cervello a costruire nuove connessioni, esercitandolo all'apprendimento e alla formazione di nuovi ricordi. Cambiare abitudini, anche semplicemente prendendo una strada diversa da quella che percorriamo quotidianamente, ci aiuterà in questo processo. Iniziare nuove attività, come corsi di cucina o di fotografia, impegnarsi nella lettura di libri e soffermarci sulle sensazioni che proviamo, sono tutte cose che ci aiutano a essere presenti nel presente: questa è la chiave per non farsi scappare il tempo dalle mani!