Curare l'acne: i ricercatori hanno rivelato un nuovo metodo che agisce sugli stessi batteri che la causano
Che si verifichi durante l’adolescenza o in altre fasi della vita, l’acne è una condizione della pelle che può trasformarsi da semplice fastidio a condizione duratura. Proprio per questo, da anni la ricerca medica sta cercando di trovare una soluzione definitiva al problema e, grazie all’aiuto dell’ingegneria genetica, potrebbe esserci riuscita. Vediamo in che senso.
Lo studio dell’acne e del batterio responsabile
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L’acne è una condizione della pelle che causa un’infiammazione dei follicoli piliferi e delle ghiandole sebacee annesse. Se nel concreto la condizione ha un’evoluzione benigna, la pelle spesso porta i segni dell’acne passata oltre che di quella presente. Per questa ragione, alcuni ricercatori si sono concentrati sul Cutibacterium acnes, il batterio responsabile dell’acne, agendo su di lui con l’ingegneria genetica. Lo studio è stato pubblicato su Nature Biotechnology.
L’idea di manipolare i geni di un batterio per cambiarne le caratteristiche non è nuova, e nel caso del Cutibacterium acnes servirebbe per ridurre l’accumulo di sebo. Nello specifico, l’obiettivo è quello di portare il batterio a produrre la NGAL, una proteina che inibisce la produzione di sebo. Finora, però, il Cutibacterium acnes si è dimostrato resistente ai tentativi di modificarlo con l’ingegneria genetica.
Contro l’acne un batterio creato in laboratorio
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Per superare questo problema, i ricercatori hanno fatto ricorso all’ingegneria genetica per creare un ceppo di Cutibacterium acnes che possa produrre la proteina NGAL. In pratica, un batterio creato in laboratorio e subito inserito in colture di cellule di sebo, con risultati sorprendenti. In meno di 48 ore, infatti, la produzione del sebo si è ridotta in modo significativo, esito confermato anche dai successivi esperimenti condotti sui topi. Il nuovo ceppo del batterio Cutibacterium acnes si è dimostrato efficace nel ridurre l’infiammazione della pelle.
La riuscita degli esperimenti sui topi è di per sé una grande notizia nella lotta all’acne. Tuttavia, va presa con le giuste cautele e precauzioni, dal momento che la pelle dei topi è diversa dalla nostra. Pertanto, ci troviamo nella prima fase di una ricerca che dovrà passare per i dovuti studi clinici, che sappiano valutare l’impatto di questa soluzione sulla pelle umana.
Non solo batteri: anche un vaccino contro l’acne
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Come dicevamo in introduzione, la ricerca sull’acne ha interessato tantissimi soggetti diversi. E infatti un’altra ricerca, stavolta della School of Medicine della University of California San Diego, sembra confermare lo sviluppo di un vaccino efficace contro l’infiammazione della pelle nell’acne. Gli esperimenti hanno interessato i topi e il solito batterio Cutibacterium acnes, in particolar modo due degli enzimi prodotti. Uno è legato all’acne, l’altro alla pelle sana, e il vaccino vuole contrastare il primo, riducendo così l’infiammazione senza danneggiare il microbioma cutaneo sano.
In sintesi, sono diverse le possibilità a nostra disposizione per contrastare l’acne. Che sia per l’ingegneria genetica del batterio responsabile, o per il promettente nuovo vaccino, il futuro potrebbe essere più radioso che mai. Nonostante un percorso ancora lungo, infatti, i primi risultato sono molto più che promettenti: vedremo se sapranno essere anche efficaci.