Scoperta una villa sul mare vicino a Napoli: forse apparteneva a Plinio il Vecchio 2000 anni fa
Quante meraviglie del passato sono ancora nascoste ai nostri occhi, in attesa di essere trovate? Questa volta gli archeologi hanno scoperto i resti di un'antica villa, risalente a duemila anni fa e forse appartenuta a un importante personaggio storico.
Villa di 2000 anni scoperta a Bacoli, vicino Napoli
Denghiù/Wikimedia commons - Public Domain
Ciò che resta di un'antica e ampia villa monumentale romana è stata ritrovata nel comune di Bacoli, a nord-ovest del Golfo di Napoli, in Italia. La scoperta è avvenuta durante i lavori di riqualificazione urbana della città e, secondo i ricercatori, potrebbe trattarsi della dimora dello scrittore, filosofo naturalista e comandante militare Plinio il Vecchio. La villa ha ben duemila anni e si trova su una scogliera, affacciata sul Golfo di Napoli e con vista sulle isola di Procida e Ischia. Un comunicato della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l'Area Metropolitana di Napoli ha annunciato il ritrovamento della struttura, costruita intorno al I secolo d.C.
Il sito in cui è stata rinvenuta è precisamente sulla costa di Capo Miseno, dove in passato si trovava l'insediamento Misenum, con un porto romano che per quattrocento anni ospitò la Classis Misenensis, importante flotta della marina imperiale composta da settanta navi che avevano il ruolo di controllare il Mar Tirreno. Al momento dell'eruzione del Vesuvio avvenuta nel 79 d.C., il responsabile della flotta era proprio Plinio il Vecchio, che durante questo episodio perse la vita a causa dei gas tossici del vulcano inalati mentre cercava di soccorrere gli abitanti in difficoltà. Oltre ad aver lasciato ai posteri la sua opera latina Naturalis Historia, una sorta di enciclopedia che raccoglie che riporta informazioni collezionate da altri autori dell'antichità e rappresenta la più grande testimonianza scritta dell'Impero Romano, ora anche i resti di questa villa potrebbero essere ricondotti a lui.
La villa sul Golfo di Napoli nascosta sotto un parco giochi
Comune di Bacoli
L'edificio mostra elementi tipici dell'architettura romana, che prevedeva l'utilizzo di mattoni di tufo chiamati cubilia, dalla caratteristica forma a diamante. Gli scavi hanno riportato alla luce una serie di ampi spazi costruiti in momenti diversi, con la villa che si estende fino al molo in pietra e che, ad oggi, si trova quattro metri sott'acqua a causa del bradisismo negativo, cioè lo sprofondamento nel mare dei territori soggetti ad attività vulcanica. Simona Formola, che dirige i lavori archeologici del patrimonio artistico di Napoli, ha dichiarato: "È probabile che la maestosa villa avesse una vista a 360 gradi del golfo di Napoli per scopi militari strategici. Pensiamo che lo scavo di strati più profondi potrebbe rivelare più stanze e persino affreschi, potenzialmente anche reperti preziosi”.
L'obiettivo originario degli scavi, che avranno una durata complessiva di tre anni, era quello di realizzare un parco giochi destinato ai bambini: nessuno si sarebbe aspettato che i lavori avrebbero riportato alla luce i resti di una villa così antica. Gli imponenti muri di pietra, all'epoca, circondavano dieci grandi stanze divise da pareti piastrellate e una serie di balconi affacciati sul mare ancora intatti.
La villa di 2000 anni di Plinio diventerà un museo a cielo aperto
Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per l'area metropolitana di Napoli
Il sito diventerà un museo a cielo aperto e nei prossimi mesi i lavori di scavo continueranno per scoprire il resto della villa sommersa ed eventuali reperti di valore storico, ma anche sulle caratteristiche di Misenum, per aggiungere dettagli preziosi alla ricostruzione di una importantissima parte di storia dell'impero Romano. Formola ha spiegato che proprio il fatto di avere scarse informazione circa il porto di Miseno rende la scoperta ancora più eccezionale. La villa, che i futuri scavi potrebbero confermare appartenesse proprio a Plinio, oltre che un punto di vedetta potrebbe essere stato anche un luogo di ritrovo per ospitare feste e gli invitati di ceto sociale elevato che approdavano nel molo via mare. Non era raro, infatti, che molti antichi Romani si recassero a Bacoli e dintorni per raggiungere le proprie case vacanze, godersi il posto di mare e le diverse terme offerte da queste zone rilassanti.
Tuttavia, all'epoca questa città era considerata una sorta di ingresso nel mondo degli inferi, a causa dei vapori sulfurei e i crateri vulcanici attivi, tanto da essersi guadagnata l'appellativo di "Bocca dell'Inferno". Sebbene la villa sia tornata solo ora alla luce, molti dei cittadini ne avevano ipotizzato l'esistenza: notando il muro di mattoni, lo avevano battezzato "muro parlante", certi che nascondesse qualcosa di ben più prezioso. E avevano ragione.