Il nostro cervello può apprendere nuove informazioni mentre dormiamo? Risponde la scienza
Sarebbe bellissimo poter andare a dormire e svegliarsi avendo imparato qualcosa in più, ma è possibile farlo? La scienza si è a lungo interrogata sulla capacità di apprendimento durante il sonno ed è giunta a una conclusione.
Dormire è fondamentale per sviluppare memoria e ricordi a lungo termine
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Tutti abbiamo pensato, almeno una volta, di indossare delle cuffie per ascoltare un audio durante la notte e aver imparato ciò che dice la mattina seguente. Per quanto sarebbe fantastico evitare di studiare e lasciare che il nostro cervello lavori da solo mentre dormiamo, questo non è possibile. Tuttavia, alla domanda se la nostra mente possa continuare a incamerare nuove informazioni durante la notte, la scienza non ha dato una risposta negativa: diciamo che questo dipende dalla complessità delle nozioni e da cosa vorremmo imparare mentre dormiamo.
I ricercatori hanno indagato a fondo questo aspetto, scoprendo che un cervello addormentato resta comunque attivo e, dunque, potrebbero essere possibili alcune forme di ipnopedia, ovvero l'apprendimento nel sonno. Questo è noto dal 1914, quando uno studio della psicologa tedesca Rosa Heine mise in luce i vantaggi che memoria e apprendimento possono ottenere dal sonno. La Heine si rese conto che inglobare nuove informazioni la sera si rifletteva in un maggiore ricordo della nozione la mattina seguente. Questa capacità era invece ridotta se le informazioni venivano acquisite durante la giornata. Da quel momento, gli studi a riguardo si sono rincorsi, arrivando alla conclusione che dormire è imprescindibile per riuscire a sviluppare ricordi nel lungo periodo su quello che abbiamo vissuto e imparato in un dato giorno.
L'apprendimento di informazioni mentre dormiamo non è impossibile
Current Biology
Grazie ai numerosi studi condotti da allora, oggi sappiamo che il sonno è fondamentale per formare ricordi a lungo termine di ciò che abbiamo vissuto durante la giornata. Quando il cervello dorme, rielabora le esperienze vissute durante il giorno e le sposta dall'ippocampo, dove si sono sviluppate, ad altre regioni cerebrali. Ma cosa accade a questi ricordi durante il sonno? Negli anni Trenta era frequente l'uso dello Psycho-phone, un dispositivo che inviava messaggi positivi e motivazionale alle persone addormentate, così che si svegliassero cariche di energia e sentimenti incoraggianti. Questo meccanismo, approvato dalla ricerca, prevedeva che gli individui immagazzinassero i messaggi nell'inconscio, ma negli anni Cinquanta questo venne smentito dall'avvento dell'elettroencefalogramma, che poteva rilevare le onde cerebrali durante il sonno.
A questo punto, gli scienziati scoprirono che l'eventuale apprendimento tramite questi dispositivi notturni era dovuto unicamente al fatto che il loro rumore aveva di tanto in tanto svegliato i soggetti addormentati. Così, la teoria che si potesse imparare qualcosa durante il sonno venne temporaneamente accantonata. Nei decenni successivi, tuttavia, nuovi studi sono tornati a concentrarsi su questa possibilità, con risultati positivi: in definitiva, il cervello quando dorme può inglobare nuove nozioni e anche produrre nuovi ricordi. Ma c'è un ma: questi ricordi non sono espliciti, ma inconsci, dunque molto elementari e ben lontani dalle forme di apprendimento che vorremmo fossero possibili senza alcuno sforzo. Per gli neuroscienziati, in ogni caso, si tratta di un risultato entusiasmante, dal momento che, di fatto, l'apprendimento notturno non è classificabile come impossibile.
Il nostro cervello può imparare nuove parole mentre dormiamo?
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Non è da escludere, infatti, la possibilità di eliminare abitudini negative durante il sonno. I uno studio israeliano del 2012, i ricercatori hanno dimostrato che le persone, quando dormono, possono apprendere l'associazione tra suoni e odori. Riproducendo un determinato suono mentre i partecipanti erano addormentati, il team ha diffuso nell'ambiente un odore di pesce andato a male. Dopo essersi svegliati, udendo lo stesso suono i partecipanti trattenevano il respiro immaginando che di lì a poco avrebbero percepito lo stesso olezzo. In un altro studio del 2014, le persone addormentate sono state esposte all'odore della sigaretta mischiato a quello di pesce e uova andate a male. L'associazione implicita di questi odori ha fatto sì che, in seguito, i partecipanti fumassero molte meno sigarette.
Nel 2018, un'ulteriore ricerca inglese ha scoperto che le capacità di apprendimento notturno può inglobare anche l'assimilazione delle parole. Dormire rafforza la memoria tramite un processo di riattivazione mirata e, durante l'esperimento, è stato chiesto ai partecipanti di apprendere una serie di parole abbinate a delle immagini e ognuna di queste coppie era associata a uno specifico suono. Durante la fase REM, le persone hanno ascoltato i relativi suoni e il giorno successivo erano in grado di ricordare con facilità le coppie associate a quei dati rumori. Dunque, se la fase del sonno aiuta a memorizzare le informazioni e i ricordi, la veglia è fondamentale per la fase dell'apprendimento, sebbene una ricerca svizzera abbia dimostrato che, durante le fasi attive a onde lente del cervello addormentato permetta di immagazzinare nuove parole. Dopo aver ascoltato termini inventati e la relativa traduzione in tedesco mentre dormivano, i volontari sapevano riconoscere se quelle parole corrispondevano a oggi di grandi dimensioni oppure no.
Insomma, il nostro cervello rappresenta un grande mistero, soprattutto durante il sonno, ma una finestra della nostra mente rimane senza dubbio aperta qando dormiamo.
- https://www.cell.com/current-biology/fulltext/S0960-9822(18)30153-2
- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31954628/#:~:text=Recent%20research%20demonstrates%20that%20learning,explicit%2C%20influences%20on%20awake%20behavior.
- https://www.nature.com/articles/nn.3193?utm_medium=affiliate&utm_source=commission_junction&utm_campaign=CONR_PF018_ECOM_GL_PHSS_ALWYS_DEEPLINK&utm_content=textlink&utm_term=PID100052172&CJEVENT=a935f214baa411ee802ff8790a18ba72
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