Essere di bell'aspetto può far apparire più "innocenti"? Ecco cos'è l'effetto alone
Hai mai sentito parlare dell'effetto alone? Una ricerca getta nuova luce su questo curioso fenomeno psicologico: ecco di cosa si tratta e se può realmente facilitare la vita, persino quando si infrange la legge.
Cos'è l'effetto alone?
Pexels
L'effetto alone è quel bias psicologico che ci porta a reputare ciò che troviamo esteticamente piacevole anche come buono, bravo e meritevole di stima. Questo può essere applicabile a oggetti, prodotti, brand e soprattutto persone: quando pensiamo che gli individui di bell'aspetto siano agevolati nella vita, sotto certi punti di vista questo potrebbe essere vero. Secondo alcune ricerche in ambito psicologico, è emerso che le persone attraenti potrebbero persino ricevere pene più miti per i loro reati, proprio grazie all'effetto alone.
Nello specifico, si tratta di un pregiudizio cognitivo, cioè un errore nel pensiero che avviene quando elaboriamo le informazioni esterne a noi lasciandoci influenzare dalla nostra personale interpretazione e conseguente decisione: i pregiudizi cognitivi spesso si formano quando il nostro cervello cerca di rendere più semplice l'elaborazione delle continue informazioni che riceviamo, portando a pensieri e giudizi che possono essere distorti senza che ce ne rendiamo conto.
Con l'effetto alone, l'impressione che abbiamo di una persona di cui conosciamo soltanto un aspetto della personalità, ad esempio la simpatia, può influenzare il nostro giudizio complessivo, portandoci a ritenere, che sia anche intelligente, brillante o altruista. Allo stesso modo, quando vediamo una persona esteticamente attraente, si attiva "lo stereotipo dell'attrattiva fisica", secondo cui qualcuno che è di bell'aspetto avrà di certo anche un bel carattere o un grande successo sul lavoro e nella vita, secondo la nostra mente.
In sostanza, un singolo tratto che percepiamo come positivo, ci porta a distorcere anche gli altri aspetti della personalità di qualcuno: è proprio questo alone invisibile proiettato dalla nostra interpretazione "sulla fiducia" che illumina gli aspetti di una persona che in realtà ignoriamo.
Il presunto ruolo dell'effetto alone nei processi in tribunale
Freepik
Il termine "effetto alone" è stato inventato dallo psicologo Edward Thorndike nel 1920, quando scrisse un articolo dal titolo "L'errore costante nelle valutazioni psicologiche", dove riportò il suo esperimento di valutazione sulle considerazioni degli ufficiali comandanti dell'esercito circa i propri soldati e in che modo queste fossero state influenzate. Alcuni studi nel corso del tempo hanno evidenziato che le persone attraenti sono sì considerate più intelligenti e affabili, ma anche in grado di manipolare gli altri.
E quando l'effetto alone arriva tra i banchi di una giuria? I giurati sono essere umani e, come tali, soggetti a bias cognitivi: ricerche condotte su casi realmente accaduti hanno dimostrato che l'aspetto degli imputati è spesso coinciso con una pena più clemente o più severa in base all'aspetto esteriore e a quanto venivano percepiti come individui potenzialmente pericolosi. Naturalmente, sono moltissimi i fattori che possono incidere sulla decisione di una giuria al di là dell'effetto alone e non ci si può in alcun modo limitare ad esso: per comprendere il suo ruolo, tuttavia, gli esperimenti sociali rappresentano un utile strumento.
In questi contesti, i partecipanti coinvolti assumono la fittizia posizione di giurati e i risultati sembrano confermare - anche se non sempre - la tendenza a giudicare meno gravemente le persone attraenti. Ma c'è un ma: questi esperimenti di solito contemplano un unico tipo di reato e si basano su fotografie di due persone di attrattiva opposta, discostandosi molto dal reale contesto di un processo in tribunale, dove l'imputato viene visto parlare, muoversi e gesticolare.
Un nuovo studio ha però cercato di abbattere questi limiti ampliando il raggio dei crimini e mostrando videoclip degli imputati, anziché immagini statiche. Inoltre, gli imputati osservati sono stati sessanta, coinvolgendo più tipologie fisiche.
L'effetto alone secondo un nuovo studio
Pexels
"Le prime impressioni facciali influenzano i giurati sia negli esperimenti di laboratorio che nelle aule di tribunale reali" si legge nello studio. "Spesso gli imputati più attraenti vengono percepiti come meno colpevoli e ricevono sentenze più miti. Tuttavia, il tipo di atto, così come la validità ecologica degli stimoli presentati, possono determinare la natura di questo pregiudizio." I ricercatori hanno presentato tre diversi tipi di atto e variato appunto l'attrattiva degli imputati uomini simulati. Osservando le clip di cinque secondi, senza audio e accompagnate da una descrizione del crimine, dei sessanta processi, un gruppo di partecipanti ha conferito un voto all'aspetto fisico di ognuno degli imputati su una scala da 0 a 9. Altri membri dell'esperimento hanno invece giudicato la percezione di colpevolezza provata, sempre da 0 a 9, osservando gli stessi filmati.
Il team ha poi valutato i risultati, giungendo a una conclusione che si discosta dai lavori precedenti. "Utilizzando il test di significatività dell’ipotesi nulla, non abbiamo trovato prove che l’attrattiva o il tipo di crimine influenzassero la percezione della colpa. Prendendo una prospettiva bayesiana, i nostri risultati hanno fornito alcune prove del fatto che gli imputati più attraenti sono stati giudicati meno colpevoli di un reato ma più colpevoli di un altro, tuttavia nessuno di questi effetti aveva un’elevata certezza. Confrontando gli estremi dell’attrattiva, abbiamo trovato ancora una volta prove inconcludenti di eventuali effetti di attrattività."
I ricercatori sono consapevoli che il contesto reale in tribunale presenta molte differenze rispetto a quello dell'esperimento, che non può contemplare ogni fattore previsto durante un'udienza e che non si può in alcun modo generalizzare o estendere a ogni situazione giudiziaria, ma concludono che la gravità del reato potrebbe avere un impatto maggiore sulla valutazione della colpa rispetto al mero aspetto fisico di un imputato, che davanti a gravi crimini perderebbe di significato.
E c'è da augurarsi che sia effettivamente così, anche se la questione è ancora aperta e incredibilmente complessa, considerata la natura intricata della mente umana. La consapevolezza del potere dell'effetto alone, in ogni caso, rappresenta un ottimo punto di partenza per osservare le cose da più punti di vista, per riflettere sui nostri giudizi e per non lasciarci influenzare facilmente dalle prime impressioni che abbiamo di qualcuno.
Quanto la capacità critica delle persone, giurati compresi, è davvero influenzata dall'effetto alone secondo te?