Coltivati i primi legumi su un suolo lunare: verso un’agricoltura extraterrestre
Quando si parla dell’esplorazione spaziale, magari su altri pianeti del sistema solare, si pensa ai razzi da utilizzare, alle navicelle, ai tempi di percorrenza. Tuttavia, c’è un aspetto che è altrettanto importante per le future colonie extraterrestri: la capacità di coltivare il proprio cibo. Per questa ragione, un team di ricercatori ha provato a fare i primi passi nella coltivazione su un terreno alieno, la regolite lunare. Vediamo cosa hanno scoperto.
Il terreno della Luna: la regolite
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Sulla Terra, quando parliamo di terreno o suolo ci riferiamo a una miscela di sostanza organica e sostanza minerale che fa da base alla vita animale e vegetale. Al contrario, la Luna non ha il tipico terreno che conosciamo ma è ricoperta da pezzi di roccia e regolite, una polvere minerale finissima. Le differenze con il suolo terrestre sono ovvie, ma questo è il terreno che le potenziali future colonie avranno a disposizione sul nostro satellite. Alcuni scienziati hanno pertanto provato a coltivare dei legumi su un suolo di regolite. Il problema è che la regolite lunare presenta diverse sfide da superare:
- in primo luogo, la mancanza di nutrienti che, come abbiamo visto, sono presenti nel suolo terrestre;
- in secondo luogo, per le sostanze tossiche presenti che potrebbero danneggiare ogni tentativo agricolo.
Per questa ragione, i ricercatori hanno impiegato dei particolari funghi arbuscolari in modo da catturare i metalli pesanti presenti nella regolite, impedendo che venissero assorbiti dalle piante. Inoltre, è stato utilizzato anche un fertilizzante naturale prodotto dalla digestione dei lombrichi.
Come replicare il suolo lunare sulla Terra
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Per valutare la capacità di coltivare il cibo sulla Luna è stato necessario replicare in modo accurato sulla Terra, per quanto possibile, le condizioni presenti sul nostro satellite. A questo proposito sono tornati molto utili i campioni di regolite riportati dalle missioni Apollo, che hanno permesso ai ricercatori di creare terreni simili a quelli della Luna, con varie concentrazioni di regolite. È stato così possibile ottenere un suolo con concentrazione di regolite dal 25% al 100%, e valutare così la risposta delle piante alla quantità di regolite presente.
Se il suolo con il 100% di minerale lunare ha dimostrato come la coltivazione sia estremamente difficile, risultati più incoraggianti sono stati ottenuti con il 75% di regolite. Nel primo caso, infatti, non c’è stato nulla da fare per le piante di ceci utilizzate dai ricercatori, mentre nel secondo i risultati sono stati di gran lunga migliori, nonostante i segni di carenza nutrizionale.
La coltivazione dei ceci sulla Luna: è davvero possibile?
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Per realizzare questo esperimento, dicevamo, i ricercatori hanno scelto i ceci come pianta modello, per diverse ragioni. Si tratta innanzitutto di una fonte nutrizionale ricca di proteine e micronutrienti essenziali per una dieta equilibrata. In secondo luogo, i ceci hanno una relazione simbiotica con i funghi micorrizici arbuscolari che assorbono i metalli pesanti dalla regolite. Per quanto riguarda questo primo esperimento di coltivazione sul suolo lunare, i risultati sono stati di per sé un successo. Certo, il 75% di regolite non è il 100%, e c’è ancora del lavoro da fare, ma un inizio così incoraggiante fa ben sperare.
Allo stesso tempo, la coltivazione dei ceci sulla Luna non è facile adesso e non lo sarà in futuro. La ricerca di un modo per sfruttare il suolo lunare è tuttavia uno di quei piccoli (non tanto piccoli) passi che ci permetterà di rendere abitabile il nostro satellite, prima o poi. Un legume alla volta.