Puoi dimenticare tutto, ma non i luoghi: secondo la scienza rimangono nei nostri ricordi più a lungo di tutto

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di Francesca Argentati

17 Febbraio 2024

Puoi dimenticare tutto, ma non i luoghi: secondo la scienza rimangono nei nostri ricordi più a lungo di tutto

La memoria è di certo un aspetto molto curioso, misterioso e affascinante del cervello umano e una neuroscienziata cognitiva ci spiega alcuni interessanti fenomeni legati ai nostri ricordi.

Ricordare gli oggetti presenti in scene diverse

Ricordare gli oggetti presenti in scene diverse

Pexels

Comprendere come si comporta la nostra memoria nel tempo e quali modifiche subiscono i ricordi ha un interesse rilevante. A occuparsi di questa affascinante questione è stata, nel 2021, Wilma Bainbridge, professoressa assistente presso il Dipartimento di Psicologia dell'Università di Chicago, che, insieme al suo team, ha osservato l'impatto di scene simili rispetto a scene diverse sulla memoria riguardo agli oggetti e altri dettagli spaziali.

In precedenza, alcune ricerche avevano dimostrato che siamo in grado di disegnare scene conservate nei ricordi con grande accuratezza per quanto riguarda gli oggetti presenti e la loro collocazione, e che difficilmente inseriremo dettagli che erano assenti.

Le scene esaminate durante questi esperimenti, però, erano molto diverse e riguardanti ambienti distinti: Bainbridge e colleghi hanno invece proposto situazioni simili tra loro, per verificare se le cose sarebbero cambiate. Così, hanno chiesto ai partecipanti allo studio di disegnare otto ricordi, quattro dei quali appartenenti a un medesimo contesto (ad esempio, la cucina di casa) e gli altri quattro ad ambienti differenti tra loro.

Ricordiamo gli oggetti per le loro caratteristiche semantiche

Ricordiamo gli oggetti per le loro caratteristiche semantiche

Pexels

I risultati hanno mostrato che, per le scene simili, le persone ricordavano meno oggetti con meno dettagli, tuttavia la loro ubicazione era precisa, dimostrando una elevata precisione dei dettagli spaziali. Ciò significa che la riproduzione di ricordi di scene simili può attivare una sorta di "competizione" a livello mnemonico, sfociando in disegni che presentano meno dettagli relativi agli oggetti rispetto a quelli che descrivono ricordi di scene distinte.

In un successivo studio del 2023, Wilma Bainbridge ha approfondito la questione, scoprendo che i dettagli semantici e gli oggetti più comuni hanno un impatto molto più significativo sui nostri ricordi di quanto si credesse. Usando il database THINGS che raccoglie immagini relative a oggetti comuni e di uso quotidiano, ha ribaltato la convinzione precedente secondo cui sarebbero gli oggetti più particolari e atipici a imprimersi maggiormente nella memoria.

Durante la ricerca, sono state raccolte più di un milione di valutazioni mnemoniche di oltre 13.000 persone su circa 26.000 immagini di oggetti presenti nel database. Dopo aver osservato il flusso di immagini, i partecipanti dovevano premere un pulsante nel momento in cui riconoscevano un'immagine già vista scorrere prima. I risultati hanno dimostrato che le caratteristiche semantiche favoriscono la memorabilità di un oggetto rispetto alle sue caratteristiche visive.

La memoria spaziale tende a conservarsi

La memoria spaziale tende a conservarsi

Pickpik

Infine, un ulteriore studio del 2024 ha esaminato come i disegni rivelano cambiamenti nella memoria degli oggetti, ma non nella memoria spaziale, nel tempo. La ricerca esordisce sottolineando come il tempo condizioni in modo importante la nostra memoria, ma ha voluto concentrarsi su quali elementi tendono a conservarsi nel lungo periodo e quali invece finiscono per sfumare.

Osservando centinaia di disegni, attraverso due diversi esperimenti, hanno concluso che alcune caratteristiche della memoria dipendono fortemente dal tempo, tra cui la "proporzione di oggetti ricordati da una scena e il falso ricordo di oggetti non presenti nell’immagine originale", mentre la memoria spaziale si è dimostrata altamente accurata al di là del tempo trascorso dal momento in cui è stata vissuta la scena. "Abbiamo anche scoperto che potevamo prevedere quali oggetti sarebbero stati ricordati nel tempo in base alla posizione, al significato e alla salienza degli oggetti."

Interessante, non credi?