Da brevi incontri derivano grandi benefici: perché parlare con gli estranei ci fa bene

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di Gianmarco Bonomo

19 Febbraio 2024

Da brevi incontri derivano grandi benefici: perché parlare con gli estranei ci fa bene

Parlare con gli sconosciuti è da sempre considerata un’esperienza singolare. Alcuni la temono, magari per timidezza o diffidenza, mentre altri la trovano piacevole. Ecco, una ricerca ha confermato come le interazioni con gli estranei abbiano un impatto positivo sull’umore e sulla propria personalità. Vediamo in che senso e a quali condizioni.

Perché non vogliamo parlare con gli sconosciuti?

Perché non vogliamo parlare con gli sconosciuti?

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Le risposte alla domanda del titolo sono diverse e coinvolgono a vario titolo timori sociali, insicurezze personali, influenze della tecnologia sulla nostra vita quotidiana, e così via. Secondo una ricerca condotta da Gillian Sandstrom, del Dipartimento di Psicologia dell’Università della British Columbia, in realtà i benefici dell’interazione con gli estranei sono in grado di superare tutte le ragioni che ci impediscono di farlo. Si legge nell’abstract dello studio:

Ogni giorno abbiamo l’opportunità di trasformare scambi potenzialmente impersonali e strumentali in autentiche interazioni sociali, e la letteratura sulla felicità suggerisce che potremmo trarre benefici da ciò. In altre parole, trattare un fornitore di servizi come se fosse un conoscente, cioè come un legame debole, potrebbe renderci più felici.

Ma allora perché non vogliamo parlare con gli sconosciuti? Come dicevamo, le ragioni sono diverse. Spesso sottovalutiamo quanto gli altri possano apprezzarci, spesso le preoccupazioni sociali ci fanno sentire a disagio. Alcune persone temono di violare le norme sociali o di non sapere cosa dire, mentre altre non vogliono essere giudicate. Importante è anche la questione della diffidenza, che si lega a quella del pregiudizio e del giudizio sull’estetica, per non parlare dell’impatto degli smartphone. E per quanto riguarda i benefici, invece?

Un esperimento sfida le nostre convinzioni

Un esperimento sfida le nostre convinzioni

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Molti ricercatori si sono chiesti se ci siano vantaggi nelle interazioni con gli sconosciuti. In particolare, i due ricercatori Nicholas Epley e Juliana Schroeder hanno condotto un esperimento in tal senso. Hanno chiesto ad alcuni pendolari di provare delle interazioni con estranei nei mezzi pubblici e nelle sale d’attesa. In quasi tutti i casi, hanno riscontrato alcune ritrosie dovute alla convinzione che l’interazione non sarebbe andata bene. Magari lo sconosciuto avrebbe respinto la conversazione e l’umore sarebbe peggiorato di conseguenza.

Neanche a dirlo, i risultati dell’esperimento hanno mostrato tutto l’opposto: gli estranei hanno reagito con curiosità alle interazioni, con conversazioni durate più di quanto richiesto. Non a caso lo studio di Epley e Schroeder si intitola Mistakenly seeking solitude, ossia Cercando erroneamente la solitudine.

Da brevi incontri derivano grandi benefici: perché parlare con gli estranei ci fa bene

Da brevi incontri derivano grandi benefici: perché parlare con gli estranei ci fa bene

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Come la stessa Gillian Sandstrom rileva, le conversazioni con gli sconosciuti non devono essere necessariamente e innaturalmente lunghe o complesse. Anche se brevi, le interazioni con gli estranei possono portare a diversi vantaggi sociali per l’individuo, come aumentare la propria autostima e la fiducia in se stessi, o migliorare l’umore durante la giornata. Interazioni sociali minime, come un sorriso o uno scambio di poche parole, hanno un impatto non indifferente sul nostro stato d’animo. Insomma: da brevi incontri derivano grandi benefici.

In conclusione, è perfettamente comprensibile la ritrosia ad avere interazioni con gli sconosciuti. Che lo si faccia per timidezza, diffidenza o ricerca di efficienza, si tratta di una normale reazione dovuta al carattere di ognuno. Ciononostante, sono indubbi i benefici per l’umore e la fiducia in se stessi che le interazioni con gli altri possono portare. Anche se brevi.