Da un piccolo sciame di api sono nate migliaia di colonie: ecco come ha fatto a fare una vera invasione di specie

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di Francesca Argentati

06 Marzo 2024

Da un piccolo sciame di api sono nate migliaia di colonie: ecco come ha fatto a fare una vera invasione di specie

Le api sono insetti sorprendenti, ma a quanto pare non finiscono mai di stupire: uno studio ha rilevato un'altra incredibile capacità e riguarda l'adattabilità. Scopriamo di più.

L'adattabilità della api asiatiche in Australia

L'adattabilità della api asiatiche in Australia

Current Biology

C'è molta preoccupazione per alcune specie di api, che potrebbero rischiare l'estinzione, ma un nuovo studio conforta questi timori: nello specifico, parliamo delle api mellifere asiatiche, che, da una singola colonia, hanno creato una vera e propria invasione. Uno sciame, nel 2007, ha fatto la sua comparsa nel Queensland del nord, in Australia. Sebbene non si trovasse nel proprio habitat naturale, a distanza di anni quel singolo sciame si è trasformato in oltre diecimila colonie.

La dottoressa Rosalyn Gloag della School of Life and Environmental Sciences dell'Università di Sydney ha rilevato l'incredibile capacità adattiva delle api asiatiche, a dispetto della bassa diversità genetica: una buona notizia per quelle specie considerate a rischio. Sfidando e superando i limiti evolutivi, questi insetti si sono insidiati creando una popolazione davvero numerosa. La ricerca, condotta in collaborazione con scienziati della York University, Canada, dell’IPB University e del Bandung Institute of Technology, Indonesia, e del CSIRO, Australia, si è concentrata sulla capacità di queste api di superare quello che viene definito il "collo di bottiglia genetico".

Da singolo sciame di api a colonie nonostante la bassa diversità genetica

La specie Apis cerana è riuscita quindi a svilupparsi da un unico sciame a 10.000 colonie in una zona estesa diecimila km quadrati. La dottoressa Gloag ha affermato: "Il nostro studio mostra che alcune specie possono adattarsi rapidamente a nuovi ambienti nonostante inizino con una diversità genetica molto bassa rispetto al loro areale nativo". Secondo l'esperta, una diversità genetica elevata è essenziale per far sì che una specie riesca ad adattarsi nel breve periodo ai fattori ambientali variabili, come un trasferimento o condizioni climatiche avverse.

Eppure, la popolazione osservata ci è riuscita, "nonostante abbia subito una forte perdita di diversità genetica.” Questa ricerca, sostengono gli autori, è di grande rilevanza, poiché contribuisce alla comprensione della resilienza generale delle api. Il loro arrivo nel Queensalnd ha fornito agli autori la possibilità di osservare un'invasione naturale, fornendo una cronologia iniziata con l'insediamento fino all'estensione nell'area.

Api invasive adattabili: la buona e la cattiva notizia

Api invasive adattabili: la buona e la cattiva notizia

Current Biology

Lo sciame, con ogni probabilità, è arrivato dalla Papua Nuova Guinea, Oceania, allertando la biosicurezza dell'Australia per via dei parassiti che le api avrebbero potuto portare con sé. Tuttavia, fortunatamente, il gruppo non trasportava l'acaro varroa, considerato il più pericoloso, sebbene sia comunque giunto in Australia in modo ignoto causando rilevanti problemi all'industria mellifera. Durante i primi anni dell'invasione, le api sono state monitorate dal Dipartimento dell'Agricoltura e della Pesca del Queensland e l'accesso al campione invasivo ha consentito ai ricercatori di sequenziare il genoma di 118 api in un decennio, osservando come la selezione naturale opera nel tempo in una popolazione con una bassa diversità genetica.

“Abbiamo potuto vedere che la selezione stava agendo sulla variazione dei genomi arrivata con la manciata di api originarie. Non si trattava di variazioni nate successivamente da mutazioni. In altre parole, alcune specie con una diversità genetica molto bassa possono adattarsi molto rapidamente” ha concluso la Gloag. Sebbene questo può sembrare negativo per le zone che si trovano a fronteggiare le specie invasive in arrivo, è un'ottima notizia per le specie che rischiano il collasso demografico e che, invece, sanno come evitarlo.