L'obiettivo degli scienziati di "riportare in vita" i mammut lanosi estinti è a una svolta: le novità
Da tempo è nota l'intenzione degli scienziati di "riportare in vita" il mammut lanoso estinto e ora è stato fatto un importante passo in questo senso. Ecco di cosa si tratta.
Ibrido elefante asiatico-mammut lanoso
Tracy O - Flickr/Wikimedia commons - CC BY-SA 2.0
L'obiettivo degli scienziati è ormai di pubblico dominio da tempo: riuscire a "de-estinguere" il mammut lanoso, una specie di elefante vissuto in un periodo compreso tra 200.000 e 5.000 anni fa in Eurasia e America settentrionale. Nel viaggio verso questa ambiziosa meta è stata raggiunta una svolta: i ricercatori della società di biotecnologia e ingegneria genetica Colossal Biosciences ha derivato le cellule staminali derivate da un elefante asiatico per conferirgli l'aspetto dell'animale estinto.
Il risultato della "riproduzione" non sarà, infatti, precisamente un mammut lanoso: il gene modificato donerà all'elefante asiatico sia la pelliccia che lo strato di grasso necessario a sopravvivere in ambienti gelidi esattamente come il suo antenato. Tuttavia, le sfide e gli ostacoli da fronteggiare sono significativi, ma la società ha svelato una novità che potrebbe rendere più facile il raggiungimento dell'obiettivo.
La svolta nella de-estinzione del mammut lanoso
Il team di Wolly Mammoth della società ha annunciato di essere riuscito a derivare con successo delle cellule staminali pluripotenti indotte da elefanti asiatici: questo significa che sono state "riconfigurate" a una sorta di stato embrionale, rendendole in grado di dare origine a qualunque altro tipo di cellula. Con questo traguardo, gli scienziati potranno esaminare gli adattamenti genetici che rendono i mammut lanosi diversi dai loro parenti moderni, effettuando i test e le modifiche necessarie senza dover prelevare tessuti dagli animali in vita.
Ottenere campioni dagli elefanti asiatici selvatici, inoltre, non è così semplice, dal momento che esistono soltanto 30/50.000 esemplari. Tuttavia, la creazione di "mammut funzionali" non può prescindere da queste cellule. George Church, genetista di Harvard e cofondatore di Colossal, ha spiegato: “Con così poche femmine di elefante fertili, non vogliamo assolutamente interferire con la loro riproduzione. Vogliamo farlo in modo indipendente."
Shinya Yamanaka, scienziati giapponese, nel 2006 ha dimostrato che le cellule mature possono essere riportate allo stato pluripotente, ma nel caso dell'elefante asiatico questo processo è stato più complicato rispetto ad altre specie. Il problema è stato superato sopprimendo in due percorsi i TP53, geni che regolano la crescita cellulare e impediscono che si duplichino in modo indefinito.
Riportare in vita i mammut lanosi: prossimi step
Mauricio Antón - from Caitlin Sedwick/Wikimedia commons - CC BY 2.5
La riprogrammazione delle cellule ha richiesto circa due mesi, contro i 5-10 giorni per i topi e i 21 giorni per gli umani. Eriona Hysolli, responsabile delle scienze biologiche presso Colossal, vorrebbe poter accorciare il tempo necessario alla creazione delle iPSC degli elefanti asiatici per produrle su ampia scala.
Riuscire a produrre ovuli fecondati è il prossimo obiettivo su cui Colossal è già al lavoro, in modo da dare vita a mammut funzionali con sufficienti diversità genetiche. Il desiderio della società è quello di dar vita a ibridi elefanti-mammut per ricostituire l'importante ruolo del mammut nell'era glaciale all'interno dell'ecosistema artico: questo animale, calpestando il manto di neve e pascolando nei terreni ghiacciati, potrebbe rallentare lo scioglimento del permafrost, lo strato di ghiaia, sabbia e terra tenuti insieme dal ghiaccio.
Il percorso da fare, in ogni caso, è ancora lungo e tortuoso, dalla creazione di un embrione fino alla sfida di dar vita a una popolazione sufficiente a raggiungere gli obiettivi ecologici prestabiliti.