I pesci pagliaccio hanno una capacità che noi umani non possediamo
I curiosi pesci pagliaccio, secondo gli scienziati, spiccano in una precisa dote rispetto a noi umani, oltre a saper distinguere meglio gli amici dai "nemici". Scopriamo di più.
Pesci pagliaccio e anemoni di mare
Nhobgood Nick Hobgood/Wikimedia commons - CC BY-SA 3.0
I pesci pagliaccio, pesciolini arancioni dalle tipiche strisce bianche, sono noti per la loro "simbiosi" con gli anemoni di mare, tra i cui tentacoli si rifugiano per sfuggire alla predazione. Un particolare muco di cui sono rivestiti li protegge dalle punture degli anemoni e, secondo uno studio, sono persino più bravi di noi nel distinguerli. I ricercatori hanno infatti scoperto che i pesci pagliaccio sono in grado di riconoscere le differenze genetiche tra anemoni giganti, scegliendo quale tra questi è più adatto a ospitarli, grazie ai loro organi sensoriali.
Gli umani, invece, sono costretti a prelevare campioni di anemoni e analizzarne le molecole in laboratorio per riuscire a capire di quale specie si tratta. Gli scienziati dell'OIST, Istituto di scienza e tecnologia di Okinawa, Giappone, hanno infatti proceduto in questo modo per identificare la variazione genetica tra queste creature marine invertebrate.
I pesci pagliaccio sanno distinguere gli anemoni di mare
Gli anemoni di mare giganti si sono evoluti in tre macro generi differenti: i tappeto, i punta a bolla e i magnifici. Nel mondo, le specie conosciute a oggi sono dieci, sette delle quali si trovano proprio ad Okinawa. Il team ha prelevato 55 campioni di queste sette specie, sequenziandone i geni per esaminare le informazioni racchiuse nelle molecole di RNA. In questo modo, sono riusciti a stabilire le relazioni evolutive e l'origine da antenati in comune.
Nello specifico, l'anemone di mare a punta di bolla ha rivelato una significativa varietà genetica, con quattro lignaggi genetici che suggeriscono un'evoluzione dal suo antenato precedente. Rio Kashimoto, primo autore dello studio, ha spiegato: "L'analisi rivela la presenza di due gruppi principali con un antenato comune a Okinawa. Il primo gruppo consiste di tre categorie di discendenti, A, B e C, di cui il pesce pagliaccio dalla coda gialla è la specie ospite. Il secondo gruppo, la categoria D, è associato al pesce pagliaccio pomodoro come specie ospite."
Dopo aver notato questa associazione in natura, per comprendere se i pesci riuscissero a distinguere i due gruppi anche in cattività hanno inserito un anemone del gruppo A all'estremità di una grande vasca e un anemone del gruppo D sul lato opposto.
I pesci pagliaccio sanno anche contare
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Dopodiché, hanno inserito dei pesci pagliaccio dalla coda gialla e dei pomodoro nella vasca, osservandone il comportamento. Effettivamente, i primi si sono quasi sempre diretti verso l'anemone del gruppo A, mentre il pesce pagliaccio pomodoro ha scelto il gruppo D. Secondo il professor Laudet, coautore dello studio, queste anemoni "usano il veleno per la cattura, la digestione e la difesa delle prede, e probabilmente non hanno lo stesso odore, il che potrebbe essere un elemento chiave nel modo in cui i pesci anemone riconoscono i diversi lignaggi."
Mentre gli umani non possono distinguere queste due specie semplicemente guardandole, quindi, i pesci pagliacci possono coglierne le differenze genetiche molto più facilmente di noi. D'altronde, sono molto gelosi dei propri rifugi e non sono molto ospitali: per questo motivo hanno bisogno di capire chi può entrare e chi no. Come? Secondo uno studio dell'Okinawa Institute of Science and Technology, i pesci pagliaccio che vivono nella stessa area hanno lo stesso numero di barre bianche verticali, che possono variare da tre a zero. Stando a quanto scoperto dal team di Kina Hayashi, sarebbero in grado di contare il numero di strisce, anche senza aver mai visto un altro pesce pagliaccio in precedenza: in questo modo, riescono a capire se un membro della loro stessa specie appartiene al proprio gruppo oppure no: straordinario, non trovi?