La storia dell'uomo iraniano che trascorse 18 anni in un aeroporto francese: la sua vita è in un film

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di Francesca Argentati

19 Marzo 2024

La storia dell'uomo iraniano che trascorse 18 anni in un aeroporto francese: la sua vita è in un film

Riesci a immaginare come sarebbe vivere in un aeroporto? Quest'uomo lo ha fatto e per ben diciotto anni, ispirando persino una famosa pellicola cinematografica. Conosciamo insieme la sua incredibile storia.

Mehran Karimi Nasseri ha vissuto 18 anni nell'aeroporto di Charles de Gaulle

Mehran Karimi Nasseri ha vissuto 18 anni nell'aeroporto di Charles de Gaulle

Docpi/Wikimedia commons - CC BY-SA 3.0

Mehran Karimi Nasseri, iraniano, ha fatto di una panchina dell'aeroporto Roissy Charles de Gaulle, Parigi, Francia, la sua casa per diciotto lunghi anni. L'uomo ha vissuto per quasi un ventennio in questo "luogo di mezzo", ispirando la realizzazione del film "The Terminal" di Steven Spielberg uscito nel 2004 e interpretato da Tom Hanks.

Arrivato a Charles de Gaulle nel 1988, la sua permanenza si è protratta fino al 2006: sebbene all'inizio sia stata una scelta obbligata, successivamente si è trasformata in una volontà. Nasseri, che si era sistemato al Teminal 1, impilando in modo ordinato le sue cose su un carrello per i bagagli, aveva scelto una panchina di plastica rossa situata tra un negozio di elettronica e una pizzeria. I suoi baffi erano sempre curati: ogni mattina usava il rasoio elettrico guardandosi nel suo specchietto, sistemato su un tavolino che apparteneva al suo personale "arredamento". Durante le giornate, scriveva sul suo taccuino, leggeva libri e sfogliava giornali.

La storia di Nasseri prima di arrivare all'aeroporto di Parigi

Nasseri è diventato una sorta di mascotte dell'aeroporto francese: il personale si prendeva cura di lui regalandogli buoni pasto e prodotti per la cura della persona. Ma qual è la sua storia? Ricostruire il suo passato non è semplice, mancano diversi tasselli del puzzle e spesso i racconti sulle sue origini sono apparsi contraddittori. Tuttavia, i funzionari dell'aeroporto hanno confermato che Nasseri è nato a Masjid-i-Sulaiman, in Iran, nel 1945. Cresciuto a Teheran e poi andato in Europa per cercare la madre, fu esiliato dal suo paese nel 1977.

Girovagò quindi in Europa per alcuni anni con documenti provvisori, fino ad arrivare in Belgio, dove ottenne il riconoscimento ufficiale come rifugiato nel 1981. Fino al 1988 viaggiò tra la Gran Bretagna e la Francia, per poi arrivare all'aeroporto di Charles de Gaulle con in tasca un biglietto di sola andata con destinazione Londra, qualche indumento e circa 500 dollari nel portafoglio.

Nasseri ottenne i documenti, ma non lasciò l'aeroporto

Nasseri ottenne i documenti, ma non lasciò l'aeroporto

Saint Martin/Wikimedia commons - CC BY-SA 3.0

Tuttavia, Nasseri non aveva il passaporto: disse di averlo smarrito in una stazione di Parigi, ma riuscì a imbarcarsi. Una volta arrivato all'aeroporto di Heathrow, il più grande del Regno Unito, non gli fu permesso di restare e dovette far ritorno a Charles de Gaulle. Non potendo dimostrare il suo status, si sistemò in una delle zone di attesa dell'aeroporto in quanto viaggiatore sprovvisto di documenti. I giorni, via via, diventarono mesi e infine anni, senza che la sua situazione riuscisse a sbloccarsi.

Fino al 1999, quando finalmente ottenne il permesso di lasciare l'aeroporto e recarsi in qualunque paese europeo. A quel punto, però, l'uomo non desiderava più andare da nessuna parte: la sua unica volontà era quella di restare nel posto accogliente in cui aveva trascorso 18 anni e che ormai era la sua casa. Aveva persino un soprannome: Sir Alfred. Nasseri parlava con viva gioia di quel luogo dove aveva trovato persone gentili, le stesse che non voleva abbandonare. “L’aeroporto non è male. È molto attivo e funziona tutti i giorni. Vedo passeggeri diversi ogni settimana da tutto il mondo" dichiarò nel 1999.

Sebbene l'uscita del film gli procurò una grande fama e moltissime interviste, Nasseri usò il denaro guadagnato per vivere temporaneamente in un ostello, ma poi fece ritorno al suo amato aeroporto: il posto dove avrebbe trascorso il resto della sua vita.