Perché alcune persone hanno un senso dell'orientamento più sviluppato di altre?

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di Francesca Argentati

25 Marzo 2024

Perché alcune persone hanno un senso dell'orientamento più sviluppato di altre?

Il senso di orientamento non è per tutti: in alcune persone è molto più sviluppato che in altre, ma da cosa dipende questa differenza e come può essere sviluppato?

Il senso dell'orientamento dipende da un mix di fattori

Il senso dell'orientamento dipende da un mix di fattori

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Qualcuno ricorda perfettamente dove ha parcheggiato e riesce a ritrovare la propria auto senza alcuna difficoltà, anche se si trova in una città in cui non è mai stato prima. Altri, invece, possono girovagare per ore alla ricerca della macchina anche tra vie che conoscono da sempre. Ma perché il senso dell'orientamento in alcuni individui è decisamente più sviluppato che in altri? Diciamo subito che dipende dall'interazione di più fattori, che riguardano i sensi, l'ambiente, la genetica, le emozioni, la personalità e il cervello.

Sebbene sia definito "senso" al singolare, in realtà ne coinvolge più di uno: ad esempio, diverse persone si affidano alla vista per orientarsi, altre invece ricorrono alla propriocezione, ovvero la posizione del corpo in relazione all'ambiente circostante. Anche il livello di fiducia in se stessi può incidere: se all'improvviso dovessi rimanere senza navigatore durante uno spostamento in zone che non conosci, potresti essere colto dall'ansia e perdere ulteriormente il senso dell'orientamento o, al contrario, dare il meglio di te senza strumenti tecnologici a supporto.

Osservare il mondo esterno aiuta l'orientamento

A livello biologico, un senso dell'orientamento invidiabile è dovuto alla capacità di sfruttare in modo efficace gli elementi ambientali che abbiamo a disposizione. Questa dote sembra dipendere anche dal tipo di società in cui si vive: senza l'aiuto della tecnologia, le persone sono più propense a sviluppare il senso dell'orientamento, mentre in alcune culture è uso comune orientarsi in base alle stelle o al flusso delle correnti. In questi casi, si tratta di pratica costante sviluppata sin da giovani.

Secondo Paul Dudchenko, neuroscienziato dell'Università di Stirling, Regno Unito, "questa potrebbe essere la differenza tra un buono e uno scarso senso dell'orientamento: persone che si interessano davvero al mondo esterno e persone che non lo fanno." Tuttavia, secondo alcuni studi, il cervello ha la sua parte: l'ippocampo è associato alla memoria ed è coinvolto nel senso dell'orientamento. In base alla potenza di determinati segnali tra i neuroni adibiti all'orientamento, si riuscirebbe a navigare in modo migliore o peggiore.

Come migliorare il senso dell'orientamento

Come migliorare il senso dell'orientamento

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Uno studio ha evidenziato che le persone anziane che usano di frequente il GPS hanno una minore attività nell'ippocampo rispetto a quelle che non lo utilizzano. Secondo un'altra ricerca, gli uomini si affidano più al calcolo delle distanze e alle direzioni cardinali, mentre le donne ai punti di riferimento che incontrano durante la navigazione. Sembra anche che i lobi frontali e temporali del cervello agiscano come bussole e che nei "navigatori esperti" abbiano dimensioni maggiori, quindi potrebbe esserci una base neurologica a favorire il senso dell'orientamento.

Ma esiste un modo per migliorarlo? Assolutamente sì: esplorare luoghi e ambienti è un buon allenamento. La neuropsicologa Catherine Loveday suggerisce anche di pianificare il viaggio osservando le immagini su Streetview e memorizzando i punti di riferimento più particolari, che potrai riconoscere durante il vero percorso. Non guardare solo in avanti, ma anche indietro, per tenere traccia della strada che dovrai fare al ritorno. Scatta anche delle foto nei punti cruciali del percorso e ripercorri il viaggio mentalmente una volta giunto a destinazione: questo consoliderà i ricordi, rafforzando le connessioni neurali della mente.