Un cantiere incompleto ritrovato a Pompei svela nuovi segreti sul modo di costruire degli antichi romani

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di Gianmarco Bonomo

30 Marzo 2024

Un cantiere incompleto ritrovato a Pompei svela nuovi segreti sul modo di costruire degli antichi romani

Pompei è uno dei siti archeologici più famosi al mondo, grazie alle straordinarie condizioni di conservazione degli edifici dovute all’eruzione che nel 79 d.C. distrusse la cittadina romana. Lungi dal costituire un semplice museo a cielo aperto, Pompei è ancora oggi un luogo di scoperte archeologiche. Uno scavo recente ha infatti portato alla luce un antico cantiere edile, interrotto proprio dalla furia del Vesuvio quasi duemila anni fa.

Scoperto un cantiere edilizio romano a Pompei: costruire nell’antica Roma

Scoperto un cantiere edilizio romano a Pompei: costruire nell’antica Roma

Unsplash

Erano numerosi i cantieri edili attivi a Pompei, al momento dell’eruzione del Vesuvio. In particolare, come si legge nel giornale online dedicato agli Scavi di Pompei, i ricercatori si sono concentrati in un cantiere dell’Insula 10. Insieme ai resti di un antico panificio, che ha fatto tanto parlare di sé perché si pensava fosse il luogo delle prime pizze, sono stati trovati materiali e strumenti da cantiere, inclusi conteggi scritti in numeri romani sulle pareti.

Si tratta di ritrovamenti che permettono di avanzare ipotesi molto più certe sulle tecniche di costruzione nell’antica Roma. Per esempio, a Pompei la calce viva veniva mescolata soltanto con la pozzolana prima di aggiungere l’acqua, così da permettere una rapida asciugatura dei muri durante la realizzazione dell’edificio. A tale proposito, gli archeologi hanno collaborato anche con un team che si occupa di scienze dei materiali, proprio nel tentativo di comprendere le tecniche di costruzione romane.

Le tecniche edilizie dell’Antica Roma

Le tecniche edilizie dell’Antica Roma

Pompeii - Parco Archeologico/Facebook

Proprio la miscelazione a caldo della calce viva con la pozzolana rappresenta una delle scoperte più interessanti del cantiere. La tecnica, chiamata anche hot mixing, permetteva di ottenere un composto al quale veniva poi aggiunta dell’acqua e che, come un vero e proprio cemento, si asciugava piuttosto in fretta.

Per arrivare a questi risultati, dicevamo, è stata necessario una sinergia fra archeologia e scienze dei materiali, in una collaborazione interdisciplinare che ha coinvolto anche il Massachusetts Institute of Technology. Che le tecniche edilizie dell’Antica Roma siano importanti e interessanti, quindi, non è un mistero. Ma quanto lo sono? Si tratta soltanto di una testimonianza della vita di duemila anni fa o c’è di più?

L’importanza dei cantieri di Pompei, oggi

L’importanza dei cantieri di Pompei, oggi

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Sulla scoperta si sono espressi sia il Ministro della Cultura italiano Gennaro Sangiuliano sia il direttore del Parco Archeologico Gabriel Zuchtriegel. Da un lato, Sangiuliano conferma come Pompei sia un sito archeologico ancora in grado di sorprendere, e le cui ricchezze vivono sepolte in attesa di essere scoperte. Ma Zuchtriegel entra più nel particolare della scoperta:

Senza la tecnica costruttiva degli antichi romani, non avremmo il Colosseo, il Pantheon, le Terme di Caracalla. Qui a Pompei possiamo capire in diretta come funzionava un cantiere antico. Vediamo le tegole accatastate, i mattoni, gli attrezzi lasciati lì, i conteggi sui muri con carboncino, poi interviene il Vesuvio e tutto si ferma.

Si tratta, insomma, di un’occasione imperdibile per conoscere una parte del passato così importante per il nostro presente. Monumenti come il Colosseo, città come Pompei rappresentano un lascito dell’antica Roma che caratterizza tanto l’Italia quanto tutto il Mediterraneo. Conoscere come funzionava un cantiere edile di duemila anni fa può senza dubbio aiutarci ad apprezzare meglio quelle che oggi sono, in fondo, molto più che rovine.