Trovate strane rocce bianche e levigate su Marte: Perseverance ne ha trovate migliaia
Marte è il pianeta del sistema solare che conosciamo meglio, non considerando la Terra. Negli ultimi anni c’è stato un flusso continuo di informazioni grazie a rover come Curiosity, al quadricottero Ingenuity e al rover Perseverance. In particolare, Perseverance ha regalato foto incredibili della superficie di Marte e di alcuni dettagli come delle rocce fin troppo chiare e fin troppo levigate. Cosa possono essere e, soprattutto, sarà mai possibile studiarle dal vivo?
Strane rocce sulla superficie di Marte: le ha individuate Perseverance
NASA/JPL
Tutti sappiamo che Marte è il pianeta rosso, grazie agli ossidi di ferro che gli conferiscono il suo caratteristico colore. Eppure, sulla sua superficie ci sono migliaia di rocce più chiare, disseminate su tutto il cratere Jezero, la zona studiata da Perseverance. Il colore tende quasi al bianco e le rocce sembrano quasi dei ciottoli, sparse casualmente sulla superficie. Ma cosa sono, di preciso?
Al momento non si sa molto delle strane rocce bianche presenti su Marte, e sono diversi gli scienziati che vorrebbero poterle analizzare per capire di cosa si tratta. Da questo punto di vista, anche poche informazioni possono contribuire a svelare alcuni segreti del pianeta rosso. Al momento, le iniziali analisi condotte da Perseverance hanno rivelato che le rocce non contengono acqua o altri minerali come ferro, magnesio, calcio e sodio. Si tratta di un’indicazione che già permette di ipotizzare che questi ciottoli siano stati riscaldati da colate di lava o abbiano risentito dell’impatto di asteroidi. Ma per una risposta più completa potrebbe essere necessario attendere.
La missione di Perseverance sul pianeta rosso
NASA/JPL-Caltech
Come dicevamo, è stato possibile raccogliere tantissimi dati soprattutto grazie agli sforzi del rover Perseverance e del quadricottero Ingenuity. Ora, purtroppo la missione Ingenuity è stata dichiarata conclusa per via di un problema alle ali del quadricottero, dopo oltre 70 voli. Al contrario, Perseverance ha percorso ben più di 20 chilometri dal suo arrivo su Marte e ha già completato più della metà delle provette a disposizione per raccogliere i campioni di roccia marziana. In più, di recente il rover ha iniziato a spostarsi verso il bordo del cratere Jezero, dove ha finora condotto le sue esplorazioni, trovando anche lì i sassi più chiari che tanto interessano agli astronomi.
Una volta uscito, Perseverance potrà studiare rocce più antiche rispetto a quelle presenti nel cratere Jezero, che magari possano contenere anche biofirme, ossia tracce di molecole complesse o di ingredienti per la vita. Se però per ottenere queste informazioni sarà necessario attendere ancora diverso tempo, lo studio dei sassi bianchi non sarà possibile a breve. Soltanto sulla Terra gli scienziati potranno studiare i campioni raccolti da Perseverance, e magari trovare una risposta.
Il futuro dell’esplorazione marziana a partire dal ritorno sulla Terra
NASA/JPL-Caltech/ASU/MSSS
Per continuare il titolo, a partire dal ritorno sulla Terra mediante il programma Mars Sample Return della NASA, che dovrà riportare sul nostro pianeta i campioni raccolti da Perseverance. Se andare su Marte infatti non è per nulla semplice, tornare sul pianeta azzurro è ancora più difficile. A oggi, e al netto dei problemi di budget che purtroppo da sempre riguardano la NASA, il MSR è ancora in fase di preparazione ma potrebbe essere pronto a breve.
Se tutto andrà come previsto, non si tratterà soltanto del primo “viaggio di ritorno” dal pianeta rosso alla Terra. Oltre a questo, potremo anche toccare con mano dei campioni di roccia marziana per la prima volta nella storia. E magari capire cosa sono quei ciottoli bianchi, perché erano su Marte e cosa possono raccontarci di un pianeta fin troppo simile al nostro, fin troppo diverso.
https://mars.nasa.gov/news/9572/rock-sampled-by-nasas-perseverance-embodies-why-rover-came-to-mars/