La Luna si sarebbe "rigirata" all'interno per migliaia di anni: il nuovo studio

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di Gianmarco Bonomo

13 Aprile 2024

La Luna si sarebbe "rigirata" all'interno per migliaia di anni: il nuovo studio

Anche se la Luna affascina gli esseri umani da migliaia di anni, soltanto negli ultimi anni siamo riusciti a conoscere meglio il nostro satellite naturale. Da poco tempo sappiamo che la Luna si è formata dopo l’impatto di un pianeta grande quanto Marte con la Terra, e che si sta lentamente allontanando. Una ricerca altrettanto recente ha svelato invece un altro tassello della storia del nostro satellite: la sua superficie si sarebbe capovolta per migliaia di anni, fino ad assumere la sua conformazione attuale. Ma com’è possibile?

Una Luna di magma durata migliaia di anni: lo studio rivoluzionario

Raffigurazione dell'impatto di Theia con la Terra

NASA/JPL-Caltech

Lo studio condotto dall’Università dell’Arizona e pubblicato su Nature Geoscience parte proprio dalle ultime conoscenze sulla formazione della Luna. Circa quattro miliardi e mezzo di anni fa, infatti, un pianeta delle dimensioni di Marte chiamato Theia si sarebbe scontrato con una Terra appena formata. Le conseguenze sarebbero state enormi, tanto che il mantello terrestre ne porta ancora le tracce, ma avrebbero permesso la formazione della Luna, grazie alla quantità di magma e detriti espulsi nello spazio. Questi ultimi si sarebbero condensati e solidificati nel tempo formando così il nostro satellite, una narrazione ampiamente accettata ma dai dettagli poco chiari.

Di recente, gli scienziati dell’Università dell’Arizona avrebbero proprio indagato questi dettagli sconosciuti sulla formazione della Luna. Il nostro satellite si sarebbe raffreddato in fretta, formando un mantello e una crosta superficiale sotto la quale, però, lo squilibrio è durato a lungo. Il materiale denso formato dal magma si è depositato all’interno della Luna e si è successivamente mescolato al mantello, risalendo in superficie sotto forma di colate di lava ricche di titanio. In pratica, la Luna si sarebbe capovolta più volte nel corso del tempo.

Il titanio della Luna in uno studio precedente

Ilmenite interna alla Luna e anomalie gravitazionali

Adrien Broquet/University of Arizona & Audrey Lasbordes

Che lo strato di titanio della Luna potesse comportarsi in modo inatteso non è certo un mistero. Già uno studio precedente a quello dell’Università dell’Arizona aveva rilevato come un denso strato di materiale ricco di titanio sotto la crosta lunare potesse migrare verso la parte più vicina a noi. Dello studio si era occupato Nan Zhang all’Università di Pechino, che aveva dimostrato come l’interno del nostro satellite sia stato in realtà più dinamico di quanto potessimo prevedere.

La ricerca più recente ha confrontato le simulazioni con le anomalie gravitazionali della missione GRAIL della NASA. Queste anomalie sarebbero coerenti con uno strato di ilmenite, il minerale di ferro e titanio formatosi con la solidificazione del magma lunare, affondato sotto la crosta della Luna. L’affondamento di questi strati sarebbe quindi avvenuto prima di 4,22 miliardi di anni fa, poche centinaia di milioni di anni dopo l’impatto fra Theia e la Terra.

Il futuro dello studio sta nell’esplorazione lunare

NASA

Le prove delle anomalie gravitazionali della Luna, dovute al rimescolamento degli strati sottostanti la crosta, forniscono un quadro più chiaro delle dinamiche interne al nostro satellite. Come dicevamo all’inizio dell’articolo, se anche il quadro generale è più chiaro rimangono ancora tantissimi dettagli da comprendere. Il ribaltamento interno della Luna, per esempio, ha influenzato anche la grande differenza che c’è fra il lato chiaro del nostro satellite e il suo lato oscuro? Soltanto ricerche future potranno dircelo.

La verità è che lo studio dell’Università dell’Arizona si è basato sul materiale riportato dalle prime missioni spaziali e sulle simulazioni con i dati odierni. Per questa ragione, si attendono le nuove esplorazioni della missione Artemis della NASA, che potrebbero fare ben più che rinnovare la presenza umana sulla Luna. Potrebbero aiutarci a svelare i segreti del nostro satellite, anche quelli sepolti sotto la sua crosta.