La Generazione Z è meno felice rispetto alle generazioni precedenti: un sondaggio ha scoperto perché

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di Gianmarco Bonomo

14 Aprile 2024

La Generazione Z è meno felice rispetto alle generazioni precedenti: un sondaggio ha scoperto perché

Pur avendo al suo interno tantissime differenze, ogni generazione è un complesso microcosmo che racchiude caratteristiche comuni. Dai baby boomer ai millennial, fino alla Generazione Z, ciascuna ha storie da raccontare, occasioni da cogliere, recriminazioni da fare. Proprio la Gen Z è stata protagonista di un recente sondaggio, dal quale è emerso che i suoi membri sono meno felici rispetto alle generazioni precedenti. Vediamo perché.

Secondo un sondaggio la Gen Z è meno felice rispetto alle generazioni precedenti

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Condotto da Arthur Brooks in collaborazione con Gallup e con la Walton Family Foundation, il sondaggio ha voluto esaminare il grado di felicità della Gen Z. Per farlo, i promotori hanno intervistato oltre duemila individui con età compresa fra i 12 e i 26 anni, e con dei risultati inaspettati. Il 73% degli intervistati, infatti, si è detto molto o abbastanza felice. Analizzando il risultato per fasce d'età sono tuttavia emerse le prime crepe.

Se infatti si considerano i membri della Gen Z con età compresa fra i 18 e i 26 anni, infatti, quella percentuale diminuisce significativamente soprattutto per ciò che riguarda il senso di scopo e direzione nella vita. La scarsa propensione a considerarsi felici non vuol dire tuttavia che non sappiano cosa voglia dire felicità. Al contrario, gli appartenenti alla Gen Z capiscono molto bene quali elementi contribuiscono alla loro felicità e quali no. Solo, man mano che crescono si dicono sempre meno felici.

Da cosa dipende la felicità della Gen Z?

Il sondaggio sulla felicità della Generazione Z evidenzia l’importanza del senso di scopo al lavoro o a scuola, con un impatto più che significativo sul loro benessere. Fra gli intervistati, tuttavia, quasi uno su due non trova interessante o importante quello che fa ogni giorno. Può essere l’apprendimento a scuola o all’università, oppure ancora il lavoro precario o fisso, ma circa metà degli intervistati si sono detti insoddisfatti.

Secondo Arthur Brooks, un elemento cardine nella ricerca della felicità potrebbe riguardare un lavoro soddisfacente anche quando non è il più redditizio, alternativa da preferire a quella opposta. Spesso però il mercato del lavoro non permette alcuna scelta, altro fattore da tenere in considerazione.

L’importanza di interazioni significative e la strada per la felicità

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Come dicevamo, i membri della Gen Z hanno ben chiaro cosa li renda felici. Si tratta di quattro fattori: scopo e significato, bisogni primari e sicurezza, emozioni negative e pressione sociale, connessioni sociali positive. Fra essi, proprio l’ultimo emerge come un fattore cruciale nella felicità della Generazione Z: la qualità delle connessioni sociali è fondamentale per sentirsi felici. Se quindi i social media possono offrire connessioni veloci, ma superficiali, è impossibile sostituire le interazioni faccia a faccia.

A questo proposito, è necessario che la Gen Z inizi a bilanciare le interazioni online e sui social media con le connessioni sociali positive, soprattutto di persona. Magari possono anche non avvertirlo, ma queste interazioni favoriscono una maggiore soddisfazione a lungo termine e anche una maggiore felicità. A prescindere dalla fascia d’età considerata.