Posticipare la sveglia al mattino invece di alzarsi subito: un'abitudine sbagliata oppure no?
Rimandare la sveglia al mattino è un'abitudine positiva oppure no? Uno studio ha voluto indagare questo aspetto del sonno per capirne i potenziali effetti. Ecco cosa ha scoperto.
In quanti posticipano la sveglia mattutina?
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Non sono in pochi coloro che, al suono della sveglia, decidono di posticiparla invece di scattare in piedi al suo richiamo. Molti preferiscono concedersi ancora un po' di tempo sotto le coperte, rimandando il malefico rumore più di una volta prima di rassegnarsi ad abbandonare definitivamente il sonno e iniziare la giornata. Ma questa abitudine ha effetti positivi o negativi sul risultato finale? In altre parole, è un bene o un male per quanto concerne il sonno e il risveglio?
Uno studio svedese ha voluto trovare una risposta a questa domanda. Il 69% degli adulti svedesi ha dichiarato di rimandare la sveglia mattutina più di una volta, mentre il 60% si è persino riaddormentato tra un suono e l'altro del dispositivo. Chi ha maggiormente questa abitudine è risultato più giovane degli altri e anche più "nottambulo", con conseguente difficoltà a svegliarsi senza sentirsi ancora assonnato. Ma non solo: tra i motivi del posticipare la sveglia, c'è anche quello di preferire un risveglio graduale piuttosto che immediato. I ricercatori hanno deciso di coinvolgere 31 persone di circa 27 anni nello studio per osservare il loro comportamento in un laboratorio del sonno per due notti.
Rimandare la sveglia tre volte fa bene: lo studio
Ai partecipanti è stato chiesto di testare entrambi i metodi di risveglio: posticipare la sveglia tre volte o alzarsi subito, dormendo la stessa quantità di tempo entrambe le notti. Dopo la prima notte, quindi, hanno rimandato il momento di alzarsi di trenta minuti, mentre la seconda mattina si sono alzati dal letto non appena la sveglia ha suonato. Le loro capacità cognitive sono state testate sia subito dopo il risveglio che quaranta minuti più tardi.
I quattro test cognitivi hanno valutato la memoria, l'attenzione, la reazione e la flessibilità mentale, come ricordare esperienze trascorse e rispondere a semplici quesiti matematici. I risultati hanno evidenziato che, nel caso del risveglio graduale, i partecipanti hanno ottenuti valutazioni migliori in tre test su quattro. Ciò significa che rimandare la sveglia fino a tre volte invece abbandonare il sonno profondo in modo repentino può essere positivo. "Quando dormivano, rispetto a quando dovevano svegliarsi subito, tornavano all'attenzione più rapidamente, anche se non c'era alcuna differenza nel modo in cui si sentivano soggettivamente assonnati o vigili" ha detto Tina Sundelin, prima autrice dello studio.
Un risveglio intermittente è davvero positivo? Parla un'esperta
Rimandare la sveglia, quindi, potrebbe concedere un ritorno graduale allo stato di veglia più efficace rispetto a un risveglio improvviso, senza influire sulla qualità del sonno, anche se i partecipanti che hanno dormito trenta minuti in più hanno avuto sei minuti di sonno in meno. Tuttavia, non tutti sono d'accordo con questa conclusione. La dottoressa Jennifer Kanaan della UConn Health ha dichiarato: "Se entri ed esci dal sonno per 30 minuti, dopo che la sveglia suona per la prima volta, ti stai perdendo 30 minuti di sonno ininterrotto, di qualità e ristoratore".
Secondo l'esperta, invece di intervenire sul posticipo della sveglia, dovremmo concentrarci di più su come ottenere un sonno migliore e di qualità. Sentire il bisogno di non alzarci subito, infatti, potrebbe dipendere dal fatto che abbiamo un sonno insufficiente. "In poche parole, invece di rimandare la sveglia dovremmo dormire di più!" Kanaan offre anche una soluzione alternativa: alzarsi dal letto ed esporsi alla luce del sole, che aiuta a ripristinare la modalità veglia del nostro orologio biologico.