Cosa vuol dire davvero SOS: le origini del segnale universale di soccorso
Ci sono aspetti del nostro quotidiano che diamo per scontati e utilizziamo senza grandi riflessioni. Alcuni esempi sono i colori dei semafori, il lato di guida e la larghezza dei binari del treno. Una delle storie più affascinanti è tuttavia quella che riguarda il segnale universale di richiesta di soccorso, il famoso SOS. Tutti lo conosciamo, ma cosa vuol dire davvero e perché proprio SOS? Spoiler: non è una sigla.
I primi segnali di soccorso moderni
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Come per quasi tutte le innovazioni dell’era contemporanea, anche per capire da dove arriva il segnale SOS dobbiamo tornare al periodo fra la fine del 19° secolo e l’inizio del 20°. Fra Ottocento e Novecento, infatti, le navi iniziano a impiegare le macchine radiotelegrafiche e quindi emerge la necessità di individuare un segnale universale per richiedere soccorso. Inizialmente, diverse organizzazioni e Paesi utilizzano segnali interni: la Marina degli Stati Uniti utilizza NC, mentre la Marconi Company impiega CQD.
La presenza di diversi segnali però genera confusione e ostacola le comunicazioni di emergenza fra navi di compagnie o Paesi diversi. Gli sforzi di trovare un segnale condiviso culminano nella proposta di SOS, un segnale universale che però non è legato ad alcuna lingua, bensì direttamente al Codice Morse.
Da dove arriva il segnale universale di richiesta di aiuto, SOS
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Dopo le sperimentazioni dei primi anni di radiotelegrafia a bordo delle navi, si rende necessario un segnale univoco e universale per le richieste di soccorso. L’occasione è la Convenzione internazionale del telegrafo senza fili, che si tiene a Berlino nel 1906. Tutti i segnali proposti da Marconi risultano fin troppo complicati, anche più delle diverse varianti ancora utilizzate dalle marine. A questi viene preferito il tedesco SOS, che però non ha un significato in alcuna delle lingue naturali.
Infatti, SOS non è altro che una sequenza in Codice Morse di tre punti, tre linee e tre punti. Un segnale semplice e universale, veloce da inviare in caso di necessità e facilmente comprensibile da tutti. Il fatto che la sequenza corrispondesse alle lettere S e O nel Codice Morse porta all’adozione del termine SOS per comodità. Ma la parola ha un significato soltanto se la consideriamo slegata dal linguaggio naturale.
Quindi SOS non significa nulla?
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Tecnicamente no: SOS non significa nulla nelle lingue naturali ma, con la mediazione del Codice Morse, ha assunto un significato universale. Oggi SOS è quindi il segnale universale di richiesta di soccorso, conosciuto da tutti e utilizzato ogniqualvolta sia necessario. Allo stesso tempo, però, SOS è anche un acronimo inverso, ossia una sigla della quale a posteriori si ricostruisce il significato.
Negli anni infatti a SOS sono stati attribuiti tantissimi significati diversi. In inglese è stato spesso comunicato come Save Our Ship e Save Our Soul - salvate la nostra nave o salvate la nostra anima - mentre in italiano molti lo intendono come Subito Occorre Soccorso. Si tratta di semplificazioni, riduzioni alla lingua naturale di un segnale pensato per essere universale a prescindere dai suoi significati particolari. E ancora oggi unico nel suo genere.