Perché a volte sentiamo il nostro nome anche se nessuno ci chiama, come nel bosco: la spiegazione è razionale

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di Gianmarco Bonomo

17 Maggio 2024

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Sono poche le esperienze paragonabili alla pace che si prova passeggiando in un luogo silenzioso, come può essere un bosco o un sentiero in mezzo alla natura. Ogni tanto però può succedere di percepire, in mezzo al fruscio delle foglie e al canto degli uccelli, qualcosa di insolito, come un suono che sembra quasi chiamare il nostro nome. Com’è possibile? La spiegazione è molto più razionale di quanto si possa immaginare.

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Percepire qualcosa che non c’è: la pareidolia

Uno dei casi più frequenti di pareidolia consiste nel vedere forme nelle nuvole

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Per capire perché sentiamo il nostro nome nel bosco, o in generale quando nessuno ci chiama, è bene partire da lontano. Più o meno, perché la pareidolia è un fenomeno psicologico estremamente presente nella nostra vita quotidiana, e in un certo senso molto più familiare di quanto pensiamo. Infatti, la pareidolia è la tendenza a riconoscere forme familiari in stimoli casuali: esempi utilizzati sono le forme delle nuvole o i canali di Marte, ma non sono gli unici. Può succedere di vedere volti familiari in oggetti comuni o pattern laddove non ce ne sono.

Si tratta di una capacità frutto di un adattamento evolutivo del nostro cervello, che cerca sempre il modo più efficiente per guardare ad una situazione e decidere se sia pericolosa o meno. Nel corso della nostra evoluzione, saper riconoscere immediatamente oggetti o animali pericolosi ha fatto la differenza fra la sopravvivenza e l’oblio. Ma oggi? Si tratta solo di vedere un volto umano in una nuvola?

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La pareidolia uditiva: quando ascoltiamo suoni che non ci sono

Sentire messaggi subliminali in alcune canzoni è un caso di pareidolia uditiva

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La pareidolia non si limita alla vista ma si estende anche all’udito, portandoci ad interpretare suoni naturali come se fossero familiari. Continuando il discorso del paragrafo precedente, il nostro cervello è un insieme di schemi utili a dare risposte immediate a stimoli casuali. D’altronde, lo abbiamo visto, rispondere in modo repentino ha fatto la differenza nell'evoluzione. Quando ascoltiamo qualcosa che non rientra ancora in un pattern, il nostro cervello è portato ad interpretarla secondo i suoi schemi.

Alcuni esempi particolarmente interessanti sono i messaggi subliminali che alcuni hanno creduto di riscontrare in alcuni brani musicali, o la sensazione di sentire il proprio nome. Siamo abituati a cercare di modello che ci permetta di identificare i suoni casuali, e questa abilità a volte può illuderci.

Perché sentiamo il nostro nome anche quando nessuno ci chiama?

Freepik/Unsplash

Come si sarà compreso, se sentiamo il nostro nome anche quando nessuno ci chiama si tratta in tutta probabilità di pareidolia uditiva. Si tratta di un’esperienza molto comune, un po’ come avviene per la pareidolia visiva, ma che non è stata molto studiata. Il fenomeno può riguardare i rumori bianchi - acqua corrente, ventilatori, fruscii nel bosco - e in generale riguarda la ricerca di pattern laddove non ce ne sono. Sentire il nostro nome sarebbe quindi il risultato di due processi diversi:

  • da una parte, il nostro cervello potrebbe cercare di trovare un senso a stimoli ambigui, riconducendoli a schemi conosciuti;
  • dall’altra parte, il nostro cervello potrebbe trovare schemi e pattern basandosi su aspettative e conoscenze pregresse.

La pareidolia uditiva non è un fenomeno preoccupante ed è più comune di quanto si pensi. Tuttavia, se il fenomeno avviene frequentemente è sempre bene consultare un professionista per una valutazione più approfondita. D’altronde, alcuni fenomeni possono anche essere naturali ma causare preoccupazione in chi li sperimenta: meglio sentirsi sempre tranquilli, no?

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