Il prossimo picco di attività solare ci aiuterà a capire come sopravvivere su Marte: lo sostiene la NASA

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di Gianmarco Bonomo

26 Maggio 2024

Lo studio dell’attività solare ha sempre costituito una risorsa per la comprensione del nostro sistema solare, soprattutto durante determinati periodi. Infatti, nel 2024 il Sole raggiungerà il picco di attività e offrire un’opportunità unica per studiare come questi fenomeni possano influenzare gli astronauti. Su Marte, nelle prime missioni umane che ci attendono nei prossimi anni.

Perché capire le tempeste solari è cruciale per l’esplorazione spaziale

Rappresentazione della sonda MAVEN della NASA in orbita intorno a Marte

NASA/GSFC

Sebbene il Sole abbia avuto altri periodi di picco nella sua attività, quelli del 2024 potrebbero essere quelli più importanti mai avvenuti finora. Infatti, su Marte ci sono diverse sonde e veicoli che hanno il compito di studiare la sua superficie, e potranno anche valutare gli effetti dell’attività solare sul pianeta rosso. Ma perché capire le tempeste solari è cruciale per l’esplorazione spaziale?

Ogni 11 anni circa, il Sole entra in un periodo di massima attività che si esprime con brillamenti solari, espulsioni di massa coronale ed eventuali tempeste solari. Qui sulla Terra non ci sono particolari conseguenze grazie al nostro campo magnetico. Ma su Marte? Per quanto sia molto simile alla Terra, il pianeta rosso non ha un campo magnetico globale e quindi risulta più vulnerabile alle tempeste solari. Capire questi fenomeni è pertanto fondamentale per la riuscita delle future missioni sul suolo marziano.

Ci sono due occhi umani su Marte: uno in cielo, l’altro sulla terra

Espulsione di massa coronale catturata dal Solar Dynamics Observatory della NASA

NASA/GFSC/SDO

Come riportato dalla NASA, infatti, a studiare le potenziali tempeste solari dovute al picco di attività della nostra stella saranno due sonde che già si trovano su Marte. Ecco quali sono:

  • La prima è il MAVEN, acronimo per Mars Atmosphere and Volatile EvolutioN, una sonda spaziale che orbita intorno al pianeta rosso e studia la sua atmosfera. Sarà suo il compito di analizzare gli effetti delle tempeste solari su Marte.
  • La seconda è invece Curiosity, il famoso rover che ormai dal 2012 esplora la superficie marziana e invia tantissimi dati sulla Terra. Il suo compito, e quello del RAD o Radiation Assessment Detector, sarà quello di fornire dati essenziali sull’impatto delle radiazioni sulla superficie di Marte.

Insieme, MAVEN e Curiosity sono come due occhi umani su Marte, pronti ad analizzare i cambiamenti nell’ambiente marziano durante il picco di attività solare. Le informazioni raccolte saranno fondamentali nella pianificazione di qualsiasi missione umana su Marte, per la sicurezza degli astronauti stessi.

Studiare il Sole per trovare tracce di acqua su Marte: l’altro obiettivo della NASA

In effetti, studiare l’impatto delle radiazioni sull’atmosfera e sulla superficie marziana non è l’unico obiettivo della NASA. L’agenzia spaziale americana vuole infatti studiare il picco di attività solare per comprendere la storia climatica del pianeta rosso. Miliardi di anni fa, Marte aveva un clima molto più simile a quello della Terra: in poche parole, aveva l’acqua allo stato liquido. Purtroppo le tempeste di polvere globali hanno trasferito l’acqua nell’atmosfera, dalla quale poi è stata dispersa nello spazio dalle radiazioni solari.

Si tratta di una teoria che la NASA vorrebbe provare analizzando l’interazione fra una tempesta solare e una tempesta di polvere globale. Non sarà semplice, ma i risultati potrebbero rivoluzionare la nostra conoscenza di Marte. Insomma: il periodo di massima attività del Sole rappresenta una opportunità unica nel nostro rapporto con il pianeta rosso. Per fortuna, sappiamo cosa cercare e come trovarlo: abbiamo due occhi umani in attesa di vedere quello che noi, qui sulla Terra, possiamo soltanto immaginare.