Cercatore di fossili fa la sua più grande scoperta a 7 metri di profondità nel mare
Le scoperte archeologiche e paleontologiche avvengono come frutto di programmi di ricerca e campagne di scavi, ma non sempre. A volte, possono avvenire in modo imprevisto, magari durante una passeggiata nel bosco, un’escursione in montagna e persino mentre ci si tuffa nelle profondità marine. Qualcosa di simile è accaduto ad Alex Lundberg, un appassionato subacqueo che ha fatto una scoperta straordinaria: una lunga zanna fossile che potrebbe risalire a centinaia di migliaia di anni fa.
Sub ritrova una zanna fossile durante un’immersione
Charles R. Knight/Wikimedia commons - Public domain
Alex Lundberg è un moderno cacciatore di fossili e appassionato di immersioni, soprattutto nell’area al largo della costa occidentale della Florida, nel Golfo del Messico. Durante una di queste immersioni, a una profondità di circa 7 metri, sul fondale ha ritrovato una gigantesca zanna lunga un metro e mezzo e pesante quasi 30 chili. Queste le parole dello scopritore:
Sulla base di altri fossili che abbiamo trovato lì, la nostra migliore stima è che il sito sia compreso tra il medio e il tardo Pleistocene. Cioè, circa 500 mila anni per i fossili più antichi e circa 10 mila anni per i fossili più giovani.
Secondo Alex Lundberg, la zanna ritrovata durante l’immersione potrebbe provenire da un mastodonte, nome scientifico Mammut americanum, o al massimo da un mammut.
Mastodonti e cacciatori di fossili
Meg Goddess Designs/Facebook / Emőke Dénes/Wikimedia Commons - CC BY-SA 4.0 DEED
Parte del progetto Meg Goddess Designs, Alex Lundberg è un cacciatore e collezionista di fossili della Florida, ma non è certo l’ultimo arrivato né un mero appassionato. Alex è infatti laureato in biologia marina all’Università della Florida del Sud e ha studiato in diverse università in giro per il mondo, sempre in relazione alla biologia marina. Al momento, come parte del progetto Meg Goddess Designs, esplora il Golfo del Messico e le aree che in tutta probabilità contengono depositi di fossili.
La scoperta della zanna del mastodonte - per Alex è improbabile che si tratti di un mammut - non è frutto di pura casualità ma neanche il risultato di un’attenta e programmata campagna di scavi. L’area del golfo al largo della città di Venice, in Florida, rappresenta tuttavia un vero paradiso per i cacciatori di fossili. Un paradiso che Alex sa bene come esplorare nel rispetto della normativa: dopo il ritrovamento, infatti, il sub ha segnalato la scoperta al Museo di Storia Naturale della Florida.
Perché il mastodonte si è estinto?
Nonostante abbia il nome scientifico Mammut americanum, il mastodonte non è un mammut nel senso in cui lo intendiamo noi. Il mastodonte infatti apparteneva alla famiglia Mammutidae mentre il mammut alla famiglia Elephantidae, la stessa degli elefanti odierni insomma. Al netto di queste precisazioni, il mastodonte era un animale piuttosto diffuso nel Nordamerica, pesava fra le 4 e le 6 tonnellate ed era lungo fino a 3 metri. Ovviamente, aveva zanne che potevano anche arrivare a 1,5 metri, come quella ritrovata da Alex, e oltre.
Il mastodonte si è tuttavia estinto circa 10 mila anni fa, e per lungo tempo si è ritenuto responsabile l’arrivo dei primi coloni umani nelle Americhe. Non è detto però che sia andata in questo modo: uno studio recente infatti suggerisce che la principale responsabilità sarebbe dei cambiamenti climatici, per esempio l’era glaciale. A cui si è aggiunta ovviamente anche la caccia da parte di Homo sapiens.
Quale che sia l’ipotesi corretta, il ritrovamento di Alex Lundberg permette di studiare con più consapevolezza questo passato “recente” di uno degli animali preistorici più conosciuto al mondo, e non solo. Da questo punto di vista, il fossile di mastodonte costituisce il pezzo di un puzzle che permette di comprendere meglio un’epoca della nostra storia della quale sappiamo tanto, ma ancora troppo poco.