La Francia vuole vietare lo smartphone ai minori di 11 anni e i social ai minori di 15. Cosa fa l’Italia?
Da quando sono diventati parte integrante della nostra cultura, smartphone e social media hanno rivoluzionato la vita di molte persone, giovani e meno giovani. In particolare, bambini e ragazzi sono sempre più influenzati da dispositivi elettronici e cultura digitale, tanto che diversi Paesi stanno cercando di regolare il fenomeno. Uno degli ultimi a farlo è la Francia, che intende stabilire un’età minima per l’uso dei cellulari e l’accesso a Internet. E in Italia?
Età minima per usare uno smartphone e navigare su Internet: la Francia fa scuola
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Le critiche all’uso eccessivo dei social media e dei dispositivi digitali fra i giovani non sono certo una novità, ma se provengono dal primo ministro francese è bene prestare attenzione. Infatti, Gabriel Attal ha ribadito come bambini e adolescenti francesi passino più di due ore al giorno davanti a uno schermo. Lo stesso Emmanuel Macron ha parlato di quanto sia importante regolare l’influenza delle nuove tecnologie nella vita dei bambini e ha istituito una commissione per trovare soluzioni concrete. Queste ultime sono presto arrivate, sotto forma di una proposta destinata a far discutere:
- nessuno schermo per i bambini prima dei 3 anni;
- divieto di uso dello smartphone prima degli 11 anni;
- divieto di accesso a internet prima dei 13 anni;
- nessun accesso ai social media prima dei 15 anni;
- accesso ai social media “etici” fra i 15 e i 18 anni.
Questa proposta esclude i social media più diffusi, almeno prima della maggiore età, ma si tratta di restrizioni difficili da mettere in atto. Secondo la commissione istituita da Macron, la responsabilità primaria ricade sui genitori e sulla loro capacità di monitorare l’accesso dei propri figli ai dispositivi.
Anche altri Stati vietano smartphone e social media ai più piccoli
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Per stessa ammissione della co-presidente della commissione, Amine Benyamina, non sarà facile implementare queste misure. Da una parte, serve una presa di coscienza dei genitori; dall’altra parte, serve anche il consenso della Commissione Europea. Si tratta comunque di linee guida, il cui scopo è tracciare un sentiero entro il quale le autorità francesi dovranno imparare a muoversi.
Non che siano le uniche: anche altri Stati vietano smartphone e social media ai più piccoli. Negli Stati Uniti, per esempio, la legge COPPA richiede il consenso dei genitori per la raccolta di informazioni personali di minori di 13 anni. In Germania, invece, una recente legge stabilisce che i minori di 16 anni non possono creare un account sui social media senza il consenso dei genitori. Il Regno Unito sta valutando anche il potenziale divieto dell’uso dei social media ai minori di 16 anni, sulla falsariga della Francia. E l’Italia?
La situazione dell’Italia: né da una parte né dall’altra
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In Italia al momento non esiste una legge specifica che regola l’accesso dei più giovani agli smartphone o ai social media. Come spesso accade, si finisce per andare a tentoni. Dal 2018, per esempio, è fissata a 14 anni l’età minima perché i ragazzi possano prestare il consenso all’uso dei dati personali: vale a dire, prima dei 14 anni non ci si può iscrivere ai social media. Si tratta però di un sistema basato sulla fiducia fra piattaforma, adolescenti e genitori che dovrebbero prestare il consenso in loro vece. Dalla fine del 2023, viene bloccato l'accesso a otto categorie di siti web per le SIM intestate ai minorenni, così da garantire una maggiore protezione dei più giovani.
Si tratta però di linee guida o di sistemi di controllo che ancora devono entrare pienamente a regime. Ad oggi, l’unico vero strumento per proteggere i minori online sono campagne informative sulla sicurezza digitale e sull’importanza dei genitori. A meno che non si decida di fare come la Francia, e proporre misure da molti considerati draconiane ma dal sicuro effetto.