Perché l’alfabeto cirillico ha questo aspetto “strano”?

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di Gianmarco Bonomo

04 Giugno 2024

Fra gli alfabeti più diffusi nel mondo c’è ovviamente quello latino: utilizzato in gran parte d’Europa e in moltissimi altri Paesi, affonda le sue radici nel latino classico e in quello medievale utilizzato dalla Chiesa. Allo stesso modo, uno dei più impiegati è l’alfabeto cirillico, che possiamo ritrovare in Russia, nei Balcani e nell’Europa orientale. A uno sguardo straniero può apparire singolare, persino strano, ma perché l’alfabeto cirillico ha questo aspetto? Scopriamolo insieme!

Perché l’alfabeto cirillico ha questo aspetto

L’alfabeto cirillico, oggi utilizzato in molti Paesi europei e asiatici, è il risultato di una lunga evoluzione influenzata da diverse lingue e culture, prima fra tutte quella slava. Le sue origini vengono fatte risalire ai due monaci Cirillo e Metodio che, per tradurre la Bibbia in slavo, nel IX secolo inventarono l’alfabeto glagolitico. Si trattava di un sistema di scrittura molto complesso, con 43 segni ispirati all’alfabeto greco ma pensati per esprimere i suoni della lingua slava. Il successivo alfabeto cirillico sarebbe stato simile negli intenti, ma molto diverso nella pratica.

Nel corso dei decenni, l’alfabeto glagolitico si sviluppa e si evolve in quello che oggi conosciamo come alfabeto cirillico. In tutta probabilità non viene creato da Cirillo ma da alcuni suoi seguaci, che ne continuano il lavoro sul glagolitico e sviluppano il nuovo alfabeto. Pur mantenendo alcuni caratteri glagolitici, infatti, l’alfabeto cirillico mostra una struttura più semplice e simile all’alfabeto greco. Per questo oggi le scritte in russo ad alcuni ricordano il greco antico: c’è una discendenza (quasi) diretta.

L’alfabeto cirillico e il caso delle “lettere al contrario”

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Una delle ragioni per cui molte persone pensano che l’alfabeto cirillico sia strano riguarda la somiglianza di alcune delle sue lettere con quelle dell’alfabeto latino. Se quest’ultimo ha caratteri come N e R, nel cirillico ritroviamo invece "И" e "Я": sembrano identiche, no? Appunto: sembrano. Si tratta di versioni invertite della N e della R che, tuttavia, non derivano dall’alfabeto latino né rappresentano suoni corrispondenti nell’alfabeto latino.

In particolare, la lettera И si pronuncia come una “i” e non ha alcuna parentela con la lettera N: al contrario, deriva dalla Eta greca, che si scrive come una H. Invece la lettera Я si pronuncia come una “y” e deriva da un’antica lettera cirillica nota come "ѧ" che, nel tempo, si è stilizzata sempre di più. Più che lettere invertite, quindi, "И" e "Я" sono simboli distinti che (quasi) per caso somigliano a lettere dell’alfabeto latino. Per chi usa l’alfabeto cirillico, insomma, è quello latino ad essere strano.

L’alfabeto cirillico deriva (in parte) dal greco, e l’alfabeto latino?

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In breve: pure. Quello che chiamiamo alfabeto latino e che, con le sue modifiche, si usa ormai in tutto il mondo, ha avuto origine circa 2700 anni fa in Italia. Ma cosa c’entra il greco? L’alfabeto latino sarebbe un’evoluzione dell’alfabeto italico, che a sua volta deriverebbe dall’alfabeto etrusco, utilizzato dal popolo che esercitava una sostanziale egemonia culturale e politica nell’Italia centrale di 2700 anni fa. Ma l’alfabeto etrusco non è che una variazione dell’alfabeto greco occidentale, una forma primordiale dell’alfabeto greco classico che tutti conosciamo. Insomma, anche l’alfabeto latino deriva (indirettamente) dal greco.

In definitiva, l’aspetto attuale dell’alfabeto cirillico è il frutto di una lunga storia di adattamento e cambiamento. Creato per uno scopo ben preciso, è stato influenzato dalle diverse lingue slave e dalle culture che si sono ritrovate ad utilizzarlo. Ad alcuni potrà anche sembrare strano, ma si tratta soltanto di ostacolo superficiale: l’importante in fondo è capirsi.