La maggior parte degli animali ha una palpebra in più, tranne l'uomo e i primati: il motivo

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di Francesca Argentati

07 Giugno 2024

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Moltissimi animali hanno una palpebra in più rispetto agli esseri umani: ecco perché noi ne abbiamo soltanto due, mentre i nostri amici a quattro zampe ne vantano tre.

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Membrana nittitante, la terza palpebra degli animali: a cosa serve?

La membrana nittitante di una Vanellus miles miles

Toby Hudson/Wikimedia commons - CC BY-SA 3.0

La maggior parte degli animali ha tre palpebre, ma noi no. Forse potresti non averlo mai notato, eppure è così. C'è un motivo alla base di questa differenza? Naturalmente sì. Per vederla, è sufficiente osservare i nostri animali domestici, i più vicini a noi, come cani e gatti. Guardando un cane dormire, è facile notare la palpebra in più posizionarsi in evidenza, così come quando un gatto sbadiglia o compie determinate azioni.

Questa terza struttura che noi non possediamo si chiama membrana nittitante, o palpebra tertia. Si trova dietro le prime due palpebre e si estende in modo orizzontale. Oltre a cani e gatti, come dicevamo, moltissimi altri animali la possiedono, tra cui mammiferi, anfibi, rettili, pesci e uccelli, fatta eccezione proprio per gli umani e i primati.

Ma a cosa serve di preciso questa palpebra in più di cui noi non siamo dotati? Funge da protezione aggiuntiva per la cornea, parte estremamente delicata dell'occhio, e contribuisce a mantenere puliti e umidi i bulbi oculari.

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Come funziona la terza palpebra e perché l'uomo non ce l'ha

Gatto soriano con membrana nittitante visibile

NikaJiadze/Wikimedia commons - CC BY-SA 3.0 DEED

Non solo: la membrana nittitante ha anche un'altra curiosa caratteristica, quella di essere trasparente o traslucida per permettere di vedere parzialmente anche quando copre interamente l'occhio ed è quindi chiusa. In sostanza, dunque, la terza palpebra serve a proteggere e lubrificare l'occhio mantenendo comunque la visibilità.

Tuttavia, sia l'uomo che la maggioranza dei primati non ne sono dotati, anche se non del tutto: le piccole protuberanze triangolari e carnose che abbiamo negli angoli interni degli occhi, chiamate plica semilunaris, sono ciò che ne resta. La loro funzione è quella di dirottare le lacrime in sovrabbondanza nella cavità nasale, in modo da essere espulse tramite il naso e non soltanto attraverso gli occhi.

Il motivo per cui non abbiamo una membrana nittitante funzionale è, molto probabilmente, dovuto al fatto che la nostra esplorazione del mondo avviene principalmente tramite le mani e non attraverso la vista, come accade invece per il regno animale, che vive in condizioni più "primitive" e a contatto diretto con gli ostacoli della natura rispetto a noi. Di conseguenza, i nostri occhi non hanno bisogno di essere ulteriormente tutelati: sono sufficienti due palpebre a proteggerli.

Le terze palpebre nelle varie specie

L'occhio di un cane con palpebra nittante e un occhio umano con sole due palpebre

Freepik/Pixabay

Le terze palpebre, a differenza delle altre due, hanno un movimento orizzontale. La loro struttura può variare a seconda della specie e dall'habitat in cui vive, consentendo il miglior adattamento possibile al contesto. In altre parole, rappresentano un rinforzo al lavoro svolto dalle palpebre superiori e inferiori, eliminando detriti dagli occhi e distribuendo uniformemente le lacrime per inumidirli.

Se i nostri amici cani e gatti domestici sfruttano le proprie palpebre nittitanti, queste sono ancora più importanti per la fauna selvatica, i cui esemplari sono esposti a maggiori ostacoli di natura ambientale, come la polvere, la sabbia e detriti portati dal vento, ma anche alla rivalità con altre specie. Nel caso dei pesci e dei cetacei, questa membrana è utile a separare gli occhi dall'acqua, consentendo comunque la visuale.

In definitiva, quindi, l'evoluzione di umani e primati ha reso la terza palpebra superflua, dal momento che attività come la caccia e gli scontri per il foraggiamento del cibo sono attività ormai superate.

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