Antica struttura romana di forma circolare scoperta nelle acque italiane, a pochi metri dalla riva
Una nuova scoperta archeologica è stata effettuata nelle acque italiane, al largo della costa ovest. Scopriamo insieme di cosa si tratta nel dettaglio e come si presenta.
Struttura concentrica romana sommersa nel Mar Adriatico
Soprintendenza Archeologia Belle Arti Paesaggio Etruria Meridionale/Facebook
Una nuova rilevante scoperta archeologica riguarda il Mar Adriatico, sulla costa occidentale dell'Italia. Qui, al largo della località Campo di Mare, frazione di Cerveteri in provincia di Roma, è stata rinvenuta un'antica struttura sommersa. A effettuare il ritrovamento è stata la Soprintendenza Archeologia Belle Arti Paesaggio Etruria Meridionale, classificandosi come ultima scoperta di un progetto di tre anni volto a individuare e tutelare l'architettura romana del passato che, nel tempo, si è persa tra le acque.
Gli scavi sono iniziati nel 2021, con la scoperta da parte dei ricercatori di una colonna realizzata in marmo cipollino con capitello ionico. A sua volta, la colonna non era che una parte di una grande struttura di forma circolare distante solo alcuni metri dalla riva, il cui diametro misura circa cinquanta metri. Gli archeologi hanno riconosciuto la costruzione come un antico padiglione marittimo, parte di una villa romana di dimensioni più vaste e ancora da esplorare.
Padiglione romano nelle acque italiane corroso dalle onde
Soprintendenza Archeologia Belle Arti Paesaggio Etruria Meridionale/Facebook
"Nonostante le condizioni marine spesso sfavorevoli a causa del moto ondoso sempre presente data la scarsa profondità, tra i mesi di aprile e maggio si è potuta meglio documentare una situazione destinata a peggiorare dal punto di vista conservativo a causa della continua erosione costiera" si legge sulla pagina Facebook della Soprintendenza Archeologia Belle Arti Paesaggio Etruria Meridionale.
La struttura è costituita da "una doppia cinta di muri in laterizio a distanza di circa tre metri l’uno dall’altro, le cui fondazioni sono state gettate nel banco di argilla di base." Proprio questo banco argilloso ha consentito alle casseforme lignee di fondazione dei muri di conservarsi, "assieme a numerosi pali infissi, probabilmente relativi ad una sottofondazione per stabilizzare il terreno".
Struttura romana sotto la superficie dell'acqua, le caratteristiche
Soprintendenza Archeologia Belle Arti Paesaggio Etruria Meridionale/Facebook
L'intero padiglione denota una qualità architettonica notevole, con le due cinture di mattoni riemerse grazie alla squadra guidata dal Servizio Archeologia Subacquea della Soprintendenza, in collaborazione con il CSR Restauro Beni Culturali. Al suo interno è stata scoperta una pavimentazione composta da mattoni a spina di pesce, in opus spicatum, molto comune nell'antica architettura romana.
La squadra di scavi ha trovato anche tracce di un cemento romano impermeabile, l'opus signinum, composto da pezzi di ceramica, tegole, mattoni e anfore. All'epoca, veniva ampiamente utilizzato per le costruzioni a contatto con l'acqua, come acquedotti e terme. Residui di pavimento in opus sectile con elaborati disegni testimoniano il prestigio del padiglione: questa decorazione era solitamente destinata alle strutture privilegiate e lussuose dell'epoca romana.
"Una struttura elegante e rappresentativa"
Soprintendenza Archeologia Belle Arti Paesaggio Etruria Meridionale/Facebook
"Tutto fa ipotizzare ad una struttura estremamente elegante e rappresentativa" scrivono gli archeologi, "certamente a contatto con l’acqua, pertinente ad una villa ancora da scoprire probabilmente ancora sotto l’arenile in un’area molto prossima a Roma, forse appartenuta a qualche rappresentante dell’aristocrazia romana."
Nonostante le sfide dovute alla difficoltà delle indagini subacquee, i lavori di scavo sono proseguiti insieme al restauro del sito. Ulteriori analisi dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia raccoglieranno maggiori informazioni sul sito al fine di assicurarne la tutela dall'erosione costiera in atto.