Esiste uno "Stonehenge del mare", la cui funzione non è più un mistero

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di Gianmarco Bonomo

05 Giugno 2024

Holme I, uno dei due siti di 4000 anni fa che avevano l'obiettivo di scongiurare il freddo estremo
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Da diverso tempo ormai gli archeologi conoscono Seahenge, una misteriosa struttura scoperta alla fine degli anni 90 e vecchia di almeno 4000 anni. Sin dal ritrovamento, gli esperti si sono chiesti a cosa potesse servire e quale fosse il suo scopo, e adesso una nuova ricerca potrebbe aver trovato la risposta. Seahenge aveva una funzione spirituale ed era il centro di un complesso sistema simbolico che comprendeva anche sacrifici umani, eseguiti per scongiurare i periodi di freddo estremo e tornare a temperature più miti.

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Seahenge, struttura di 4000 anni fa

Siamo nella contea di Norfolk, in Inghilterra: sulla costa settentrionale dell’area si trova Seahenge, un sito scoperto alla fine degli anni 90 e risalente ad almeno 4000 anni fa. In particolare, il sito è composto da:

  • Holme I, un cerchio di legno che risale alla prima età del bronzo delle isole britanniche costituito da un ceppo di albero capovolto circondato da 55 pali realizzati in quercia;
  • Holme II, un secondo anello ligneo realizzato più o meno nello stesso periodo e centrato su due tronchi di quercia distesi.

In entrambi i casi, gli esperti stimano che la realizzazione sia avvenuta intorno al 2049 a.C. in una zona paludosa, che ha preservato il legno dalla decomposizione grazie allo strato di torba. Di recente, dicevamo, il dottor David Nance dell’Università di Aberdeen ha pubblicato una ricerca sulla rivista GeoJournal, in cui propone una nuova spiegazione della funzione di queste strutture. Se in passato si pensava che Seahenge fosse utilizzato come luogo di sepoltura celeste, il suo significato potrebbe essere un altro. Molto più importante.

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La nuova interpretazione di Seahenge

JvL/Wikimedia Commons - CC BY 2.0

Una nuova datazione, riportata da Nance nel suo studio, indica che i tronchi impiegati per costruire Holme I siano stati abbattuti in primavera e allineati con l'alba del solstizio d’estate del 2049 a.C.: una scelta intenzionale da parte dei gruppi dell'età del bronzo inglese.

Per David Nance, la realizzazione di questi monumenti è direttamente collegata al tentativo di sfruttare la loro portata simbolica per porre fine al freddo eccessivo e alla minaccia che costituiva per le società costiere dell’area. Sia la forma sia l’allineamento di Holme I si radicano infatti nella simbologia del cuculo e nel suo collegamento con i mesi estivi.

Un monumento per far tornare l’estate

Mark Brennand/GeoJournal

Holme I vuole insomma far tornare l’estate dopo un lunghissimo periodo di freddo estremo. Per farlo, si rifà alla simbologia del cuculo, uccello recluso la cui fuga segna la fine dell’estate, da cui il tentativo di tenerlo confinato.

Diverso è invece lo scopo di Holme II, come proposto da Nance: infatti, il sito sarebbe collegato alla leggenda dei re sacrificati per ripristinare l’armonia e rimuovere la cattiva sorte che infestava l’intera comunità. Il rito avverrebbe ogni otto anni nella festa di Samhain, con prove che si rintracciano nell’orientamento stesso dei tronchi. Se infatti Holme I è allineato con l’alba del solstizio d’estate del 2049 a.C., Holme II è allineato con l’alba di Samhain dello stesso anno.

Insomma, secondo David Nance entrambi i due monumenti hanno un intento comune: porre fine ad un periodo estremamente lungo di freddo. La nuova interpretazione dei dati climatici sembra aver trovato una corrispondenza fra i due siti che compongono Seahenge, e svelato il mistero dei rituali climatici eseguiti dalle popolazioni della prima età del bronzo in Inghilterra. Chissà, magari hanno avuto successo.

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