Ecco i Pilastri della Creazione come nessuno li ha mai visti: la NASA pubblica il video tour in 3D

Gianmarco Bonomo image
di Gianmarco Bonomo

03 Luglio 2024

I Pilastri della Creazione nella luce visibile di Hubble e nell'infrarosso di James Webb

NASA, ESA, CSA, STScI; J. DePasquale, A. Koekemoer, A. Pagan (STScI)

Advertisement

Non c’è essere umano che non abbia visto almeno una volta nella vita i Pilastri della Creazione. Da quando sono stati resi famosi dal telescopio spaziale Hubble, lo straordinario spettacolo di queste formazioni nebulari ha affascinato astronomi e appassionati. Dopo le rivelazioni del James Webb Space Telescope, la NASA ha pubblicato una nuova rappresentazione, grazie alla quale è possibile esplorare i Pilastri della Creazione in 3D. Vediamo come.

Advertisement

I Pilastri della Creazione, da Hubble a JWST

Situati a circa 7000 anni luce dalla Terra, i cosiddetti Pilastri della Creazione sono delle formazioni nebulari. Chiamati in questo modo per l’impatto visivo dovuto alla visualizzazione di Hubble prima, e di JWST dopo, si tratta in pratica di colonne di gas e polveri che, nel tempo, contribuiranno alla formazione di nuove stelle.

I Pilastri della Creazione vengono illuminati dalla luce delle stelle vicine, anche se la più prossima si trova a circa 500 anni luce di distanza. Inoltre, sono composti principalmente da idrogeno ed elio e sono lunghi ben 5 anni luce. Il loro destino è strettamente legato alla formazione di nuove stelle, ma non solo: continui venti stellari si scontrano con questa nebulosa ed erodono i suoi elementi costituenti. Potrebbero bastare “pochi” milioni di anni perché i Pilastri della Creazione smettano di esistere, almeno in questa forma.

Advertisement

La nuova visualizzazione 3D dei Pilastri della Creazione

Greg Bacon, Ralf Crawford, Joseph DePasquale, Leah Hustak, Christian Nieves, Joseph Olmsted, Alyssa Pagan, and Frank Summers (STScI), NASA's Universe of Learning

Come si può vedere nel video condiviso dalla NASA, la nuova visualizzazione 3D dei Pilastri della Creazione permette di esplorare queste formazioni come mai in passato. Per ottenere questa rappresentazione, sono stati utilizzati i dati ottenuti da Hubble e James Webb così da consentire un maggiore dettaglio. Inoltre, nel video viene dato spazio sia alla ricostruzione nella luce visibile raccolta da Hubble, sia alla vista a infrarossi caratteristica del JWST. Secondo gli esperti che hanno contribuito a questo risultato, tutte le persone potranno adesso esplorare i Pilastri della Creazione:

Da tanto volevamo ricreare in 3D i Pilastri della Creazione. I dati Webb in combinazione con i dati Hubble ci hanno permesso di vedere i pilastri in modo più dettagliato. Comprendere la scienza e come rappresentarla al meglio ha permesso al nostro piccolo, talentuoso team di affrontare la sfida di visualizzazione di questa struttura iconica.

Capire come si formano le stelle, grazie alla rappresentazione dei Pilastri

La combinazione dei dati ottenuti dai due telescopi spaziali Hubble e James Webb, rispettivamente nel 1995 e nel 2022, ha permesso di ricreare i  Pilastri della Creazione come nessuno li ha mai visti. Ma non solo. Come ricorda Mark Clampin della NASA:

La regione dei Pilastri della Creazione continua a offrirci nuove intuizioni in grado di affinare la nostra comprensione su come si formano le stelle. E adesso, con questa nuova visualizzazione, tutti possono sperimentare questo paesaggio ricco e accattivante in un modo nuovo.

Nel video, è possibile vedere una nuova stella appena nata, con il caratteristico rosso brillante nella luce infrarossa del JWST. Sulla cima del pilastro sinistro si nota invece un getto diagonale di materiale espulso da un’altra stella, anche questa appena nata, e così via. Al netto dei dati impiegati per la ricostruzione 3D, è indubbio che lo sforzo della NASA e di tutti i tecnici sia dedicato anche, e soprattutto, al vasto pubblico. Grazie alla nuova visualizzazione, sarà quindi possibile non soltanto capire come si formano le stelle, ma affascinare nuove generazioni di appassionati e astronomi. Che potranno, in futuro, scoprire di più su questo spettacolo straordinario e distante, ma da oggi un po’ più vicino.

Advertisement