Scoperta una “Pompei del mare” con fossili perfettamente conservati: risale a 515 milioni di anni fa

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di Gianmarco Bonomo

09 Luglio 2024

Una rappresentazione del momento dell'eruzione vulcanica, con le ceneri che stanno per ricoprire i trilobiti

Abderrazak El Albani, University of Poitiers

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I trilobiti sono fra gli animali estinti che i paleontologi conoscono meglio, forse al pari dei dinosauri. Vissute centinaia di milioni di anni fa, queste creature hanno lasciato una grandissima quantità di fossili che però comprendono soltanto il loro esoscheletro. Poco si sa infatti della loro anatomia interna, che invece non si è conservata in modo adeguato, tanto che una recente scoperta potrebbe finalmente aiutarci a comprendere meglio questi organismi. Infatti, alcuni ricercatori hanno trovato i resti di due nuove specie di trilobiti sepolti sotto la cenere vulcanica e perfettamente conservati. Proprio come avvenuto a Pompei.

Ritrovati resti di trilobiti conservati grazie alla cenere vulcanica: lo studio

Siamo ad Aït Youb, nella regione di Souss-Massa in Marocco. Qui un team di ricercatori guidati da Abderrazak El Albani ha scoperto dei fossili appartenenti a due nuove specie di trilobiti e che possono essere datati a circa 515 milioni di anni fa. Fin qui nulla di strano, se non fosse che lo stato di conservazione di questi trilobiti è il migliore mai ritrovato finora.

Come dicevamo nell’introduzione, ad oggi è stato impossibile studiare adeguatamente le strutture interne dei trilobiti: di solito a fossilizzarsi è soltanto l’esoscheletro. Nel caso di Aït Youb, invece, le ceneri vulcaniche dovute alle eruzioni del Cambriano inferiore hanno permesso di ritrovare esemplari conservati in modo quasi perfetto, tanto da ricordare i ritrovamenti di Pompei. D’altronde, sostiene El Albani, la dinamica alla base della loro conservazione è praticamente la stessa.

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Cos’è successo ai trilobiti scoperti nel sito di Aït Youb

Didier Descouens/Wikimedia Commons - CC BY-SA 4.0

Secondo El Albani e il suo team, infatti, dobbiamo l’ottima conservazione dei trilobiti ad una rapida eruzione vulcanica, che ha seppellito gli esemplari intrappolandoli in pochissimo tempo. Alcuni trilobiti sono già arrotolati, mentre altri si apprestano a scappare, e ci sono alcuni esemplari che mostrano persino il tratto digerente pieno di sedimenti ingeriti poco prima dell’eruzione. Se si pensa che fino a poco tempo fa non era possibile studiare l’anatomia interna di un trilobite, si capisce benissimo la portata rivoluzionaria di questa scoperta.

Per studiare al meglio questi fossili, i ricercatori hanno utilizzato la microtomografia a raggi X, così da poter visualizzare una rappresentazione tridimensionale senza estrarre gli esemplari dalla matrice rocciosa. Si tratta di una tecnica innovativa che permette di osservare i dettagli anatomici senza mettere a rischio i reperti. La ricerca, pubblicata sulla rivista Science, ha svelato anche strutture anatomiche fin qui sconosciute dei trilobiti, comprese tracce di appendici boccali e tessuto molle.

Una conservazione pressoché perfetta… come a Pompei

Lo stesso El Albani ha definito quella ritrovata in Marocco una “Pompei del mare”, e per delle ottime ragioni. Come abbiamo visto, la cenere vulcanica ha creato stampi tridimensionali dei trilobiti, di fatto congelandoli nel tempo. Se tuttavia nel caso di Pompei sono passati circa 2000 anni, qui di anni ne sono passati 515 milioni, ragion per cui l’utilizzo della microtomografia a raggi X è risultato particolarmente utile.

Scoperte come questa infatti permettono di comprendere meglio l’importanza dei depositi di cenere vulcanica per la conservazione dei fossili ma, allo stesso tempo, mettono alla prova gli avanzamenti tecnologici nello studio del passato. Poter analizzare i trilobiti di 515 milioni di anni fa rappresenta un’occasione imperdibile, e impossibile in passato: da un certo punto di vista, si tratta anche di una forma di rispetto verso questi fossili antichissimi. Non dimentichiamolo: hanno attraversato buona parte della storia del nostro pianeta, conservati in modo quasi perfetto.

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