NASA, l'equipaggio di volontari termina la prima missione simulata su Marte dopo 378 giorni di isolamento

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di Francesca Argentati

08 Luglio 2024

I membri dell'equipaggio della Missione 1 CHAPEA

Vanessa Wyche/X

La scoperta di Marte continua, anche dalla Terra: dopo un anno, il primo equipaggio coinvolto in una simulazione sul pianeta rosso ha terminato la sua incredibile esperienza.

Terminata la prima simulazione su Marte dalla Terra

Tra gli obiettivi più ambiziosi e prossimi della NASA, c'è quello di riuscire a raggiungere Marte con il primo equipaggio umano. Per prepararsi a questa attesissima missione, un team di volontari ha partecipato a una simulazione durata 378 giorni e ambientata proprio sul pianeta rosso, pur restando per tutto il tempo sulla Terra.

Oltre dodici mesi di isolamento completo, terminato sabato 6 luglio 2024, quando i quattro volontari Kelly Haston, Anca Selariu, Ross Brockwell e Nathan Jones hanno abbandonato l'habitat stampato in 3D nel quale avevano fatto il loro ingresso il 25 giugno 2023. Si tratta della prima simulazione artificiale della NASA che ricrea l'ambiente marziano, costruita presso il presso il Johnson Space Center di Houston. Il primo equipaggio del progetto Crew Health and Performance Exploration Analog ha quindi fatto ritorno a casa, dopo più di un anno trascorso lontano dalla propria famiglia.

Missione CHAPEA 1 conclusa: "Marte è il nostro obiettivo"

NASA/X

A guidare la missione come comandante è stata la Haston, che una volta uscita dalla simulazione insieme al suo equipaggio ha esordito con: "Ciao. È davvero meraviglioso potervi salutare tutti." L'emozione dei quattro volontari della NASA è stata evidente, così come la commozione di poter far ritorno a casa. Jones, il medico che ha seguito la missione, ha aggiunto che i 378 giorni sono passati rapidamente, al contrario di quanto si possa immaginare.

Il gruppo ha condiviso uno spazio di soli 157 metri quadrati per scoprire come vivrebbe l'uomo sul nostro vicino di casa rosso, valutando le possibili strategie per sviluppare soluzioni adatte a ospitarci. Questo ha compreso passeggiate su Marte, denominate Marswalks, la coltivazione di ortaggi, la sfida di avere a disposizione risorse limitate e i ritardi nelle comunicazioni con la Terra, che hanno raggiunto la soglia dei 22 minuti. La NASA ha in programma altre due missioni CHAPEA nel 2025 e nel 2027 per esplorare altri aspetti della futura permanenza umana su Marte, che vadano oltre il sostentamento alimentare e l'impatto fisico e mentale sull'equipaggio.

Il vicedirettore del Johnson Space Center, Steve Koerner, ha dichiarato: "I volontari sono stati separati dalle loro famiglie, sottoposti a un piano alimentare attentamente prescritto e sottoposti a molta osservazione. Marte è il nostro obiettivo." L'insegnamento numero uno appreso dall'esperienza, riporta l'ingegnere di volo Brockwell, è l'importanza di vivere sulla Terra in modo sostenibile per il benessere del pianeta e di tutti i suoi abitanti.

Su Marte c'è una crepa più grossa del Grand Canyon

Aganippe Fossa, il solco trovato ai piedi dell'enorme vulcano Arsia Mons di Marte.

ESA/DLR/FU Berlin

Nel frattempo, su Marte è stata osservata come mai prima d'ora una crepa delle dimensioni del Grand Canyon terrestre grazie a foto satellitari catturate dall'orbiter Mars Express dell'ESA, l'Agenzia spaziale europea. Si tratta di un immenso burrone, che secondo gli scienziati si è formato per via di un'enorme massa di magma situata al di sotto del vulcano Arsia Mons antico milioni di anni, sull'altopiano Tharsis.

La gigantesca fessura, dall'aspetto scuro e ricurvo con curiose strisce zebrate, prende il nome di Aganippe Fossa e misura circa 600 km. Scoperta per la prima volta nel 1930, la particolarità più interessante è il graben, "un solco simile a un fosso, con pareti scoscese su entrambi i lati" afferma l'ESA. Supera le dimensioni del Grand Canyon, lungo 446 km, ma è inferiore alla Valles Marineris dell'equatore marziano, che raggiunge i 4000 km classificandosi come il canyon più lungo del sistema solare.