Conserva una pietra dentro una scatola per decenni: era un meteorite caduto più di 50 anni fa

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di Gianmarco Bonomo

07 Agosto 2024

Unsplash - Not the actual photo

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Dei meteoriti che colpiscono la Terra sin dalla sua formazione, una piccola percentuale riesce a raggiungere la superficie del pianeta, e magari viene anche ritrovata dagli esseri umani. Tuttavia, nella maggior parte dei casi lo studio si limita all’analisi della composizione, e poco altro. Scoprire l’origine esatta di un meteorite non è semplice, ed è per questo che un recente studio ha stupito appassionati e addetti ai lavori. Alcuni ricercatori sono riusciti a ricollegare un meteorite con un bagliore avvenuto nell’atmosfera… quasi 50 anni fa.

Il ritrovamento del meteorite… quasi 50 anni fa

Siamo nel 1976, e Josef Pfefferle è un guardaboschi intento a ripulire i resti di una valanga vicino al villaggio di Ischgl, in Austria. A un certo punto, nota però una roccia molto diversa dalle altre che sta rimuovendo: è una pietra nera grande quando un pugno, e non sembra avere un’origine terrestre. Pfefferle decide di portare a casa questo strano souvenir del suo lavoro, e chiude la roccia in una scatola per 32 anni.

Ormai è il 2008 e finalmente, dopo aver sentito la notizia del ritrovamento di un meteorite, l’anziano guardaboschi ricorda la strana roccia portata a casa. Decide quindi di consultare gli esperti dell’università, che in effetti trovano la scoperta straordinaria. Si tratta di un meteorite che, a giudicare dalla sua conservazione, non deve essere precipitato sulla Terra in tempi remoti. Ma come capirlo?

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Alla ricerca delle origini spaziali del meteorite

Gritsevich et al./Meteoritics & Planetary Science - 2024

A occuparsi della ricerca sul meteorite è il team di scienziati guidato da Maria Gritsevich, dell’Università di Helsinki, che ha pubblicato i risultati sulla rivista Meteoritics & Planetary Science. Gritsevich e i suoi colleghi ipotizzano che il meteorite sia precipitato sulla Terra in tempi recenti, e pertanto potrebbero esserci anche testimonianze video dell’accaduto.

Per questa ragione, i ricercatori cominciano ad analizzare i filmati di 25 telecamere per l’osservazione del cielo situate nella Germania meridionale. Sembra una ricerca semplice, ma lo è soltanto fino ad un certo punto: negli ultimi 50 anni sono state avvistate oltre 2000 “palle di fuoco” che potrebbero essere meteoriti, ma quale ha interessato Ischgl prima del 1976? Maria Gritsevich e il suo team trovano le prove dell’impatto: un enorme lampo che, in basso sull’orizzonte, illumina i cieli austriaci all’alba del 24 novembre 1970. Il meteorite ritrovato da Pfefferle ha più di 50 anni, e ha vissuto buona parte della sua vita chiuso in una scatola.

L’impatto della scoperta sullo studio dei meteoriti

A leggere il racconto del meteorite di Ischgl, è normale chiedersi a cosa serva collegarne il ritrovamento con le origini. Per quanto complessa, si tratta di una ricerca molto importante, che può aiutare a comprendere informazioni cruciali come la zona del sistema solare da cui proviene, la sua orbita, la sua “parentela” con altri corpi celesti, e così via.

Eppure, non tutti sono d’accordo ad ascrivere il ritrovamento del meteorite allo schianto del 1970. Secondo altri scienziati la pietra ritrovata da Pfefferle potrebbe aver atteso sulla Terra anche per secoli, ben protetta dalle condizioni favorevoli delle Alpi austriache. Quale che sia la verità, è incredibile come si possano consultare vecchi dati per trovare risposte su eventi che hanno inizio nel sistema solare e finiscono in un bosco austriaco, in attesa di essere ritrovati.

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